È da poco trascorsa la “Giornata della Memoria” del 27 gennaio, data in cui le truppe alleate contro il nazi-fascimo entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz Birkenau liberandolo e rivelando al mondo l’entità dell’orrore nazista. Dal 2000 è stata istituita per legge dal Parlamento Italiano questa giornata che serve a non dimenticare e far sì che certi tentativi di annientamento della razza umana non abbiano più a verificarsi. Fino all’8 settembre 1943 anche l’Italia, a causa dello scellerato abbraccio di Mussolini ad Hitler, era indirettamente complice di quell’abominio, anche se grazie a Dio, nonostante l’adesione dell’Italia alle Leggi Razziali del 1938, si è trattato di una complicità solo di facciata visto che nemmeno i cittadini tedeschi in patria avevano contezza della cosiddetta “”Soluzione Finale” contro la razza ebraica propugnata dalla delirante ideologia hitleriana. Come si diceva, fino all’8 settembre 1943 quando l’Italia firmò l’armistizio, con i fino ad allora nemici Alleati, divenendo automaticamente nemici della Germania nazista, o almeno la parte che, resasi conto della propria inadeguatezza militare, si era ribellata a Mussolini, defenestrato nel Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio: da allora anche molti italiani furono rastrellati in Italia e deportati per contribuire allo sviluppo della macchina bellica tedesca che sperava ancora di sconfiggere il mondo intero ed assicurare così il predominio alla razza ariana. Risalgono a questo periodo i clamorosi e famosissimi episodi di eroismo che a buon diritto si ascrivono alla resistenza contro il nazismo, come i fatti di Cefalonia e l’atto eroico del carabiniere Salvo D’Acquisto.
Quasi contemporaneo a questi ma purtroppo quasi dimenticato vi è un famigerato (almeno per noi abitanti di Casale di Carinola) episodio di rastrellamento nazista: sin da piccolo ne sentivo parlare da mia nonna e da altre persone anziane, ma è solo grazie alla lettura del diario di uno degli involontari protagonisti di quell’evento, poi deportato in Germania ad infoltire la schiera dei cosiddetti “schiavi di Hitler”, diario pubblicato on-line, che sono riuscito a capire che si tratta di un episodio storico e quindi EFFETTIVAMENTE ACCADUTO e non l’estemporanea invenzione di adulti che cercano d’impressionare un bambino. Ora io mi chiedo: l’unico episodio della storia recente del nostro paese di cui si ha conoscenza diretta grazie alla testimonianza dei protagonisti, non meriterebbe di essere adeguatamente ricordato con l’intitolazione, con tanto di Lapide commemorativa e cerimonia solenne, di quella piazzetta (oggi piazzetta Vescovado) in cui furono attirati con un’infame scusa e che rappresenta l’inizio di un vero e proprio calvario, da cui uscire vivi rappresentava già un clamoroso regalo della sorte? Purtroppo non conosciamo i nomi dei rastrellati, in questo senso potrebbe aiutarci il sig. Dante Luberto presidente dell’Associazione Deportati Carinolesi, l’unico di cui ho diretta conoscenza è il compianto Oreste Maina autore del diario cui accennavo, altri dovrebbero essere il povero Carmine Trabucco, che ci ha lasciato poco tempo fa, Alfredo Lasco, ultracentenario che per fortuna gode ancora di ottima salute, che riuscì ad evitare la deportazione, il poc’anzi citato Dante Luberto (che fu deportato da Carinola nello stesso periodo), e il prof. Antonio Zannini di Carinola: non so se i casalesi citati fossero tutti coinvolti nel medesimo episodio però li accomuna la sofferenza nazista.
Dalle poche informazioni in nostro possesso un cambio nella toponomastica cittadina può avvenire in seguito ad una deliberazione Comunale, ma se la richiesta ha un seguito popolare assume chiaramente maggior forza: perciò noi ci rivolgiamo ai figli, ai nipoti o comunque ai discendenti delle vittime di quel rastrellamento certi di incontrare il loro favore, e cerchiamo il loro appoggio affinché la piazzetta di Casale di Carinola possa diventare “PIAZZETTA DEI DEPORTATI CASALESI”.
Da http://anitaliandeportee.org/
23 settembre 1943 – Casale di Carinola
I soldati tedeschi si appostano con le mitraglie per tutte le vie di Casale. Verso le ore 8:00 un banditore gira le vie del paese dicendo che tutti gli uomini si uniscono in piazza per ascoltare il discorso di un ufficiale tedesco. Andati in piazza […]
4 thoughts on “Proposta redazionale: "PIAZZETTA DEPORTATI CASALESI"”
vedi che ne mancano alcuni