Avvenne nei pressi del piccolo ponte di San Cataldo (secondo un’altra versione il luogo sarebbe il quadrivio di Taverna Catena, presso Vairano Patenora, sempre in provincia di Caserta), tra Garibaldi, che dopo la vittoria del Volturno (1-2 ottobre) aveva praticamente concluso la campagna del Mezzogiorno d’Italia tesa a detronizzare e scacciare i Borbone dal Regno delle Due Sicilie, e Vittorio Emanuele II, il quale, in base agli accordi (in gran parte segreti) con il dittatore, già il 10 settembre alla testa delle truppe sarde era entrato nello Stato Pontificio ed era avanzato rapidamente verso sud.
Ecco un’accurata ricostruzione storica dei fatti…
“La sera del 25 ottobre del 1860 le truppe piemontesi si accamparono sotto il paese di Presenzano; e Vittorio Emanuele II alloggiò nel palazzo ducale ospite della famiglia Del Balzo. I volontari garibaldini (brigate Eber, Milano e la legione inglese) bivaccarono al bosco di Caianello, di fronte a Tavernola (Pioppetelli), sulla stradale Torricella-Quadrivio; Garibaldi passò la notte a Taverna Cerasello. La mattina del 26 Ottobre le truppe del IV corpo (gen. Cialdini) e quelle del V (gen. Della Rocca) alle 6 del mattino, partirono per Teano; il IV corpo per la via di Cassino, e il V per quella di Venafro. Al quadrivio, il generale Della Rocca, con parte delle sue truppe, percorre 3 Km sulla strada di Capua, mentre Cialdini prosegue per Teano. A Tavernola, Garibaldi, che aveva fatto togliere il bivacco dal bosco di Caianello e aveva fatto spostare i suoi volontari a destra della strada, cioè tra Tavernola e il Palazzone, incontrò Della Rocca che si recava ad Alife e gli chiese dove avrebbe potuto incontrare e salutare il Re. Garibaldi, ricevute precise indicazioni, anziché tornare al quadrivio tra le truppe del V corpo, che invevitabilmente l’avrebbero rallentato, si recò per la via di Teano, passando per la traversa Zarone (dove lo vide il garibaldino Adipietro fra le 8 e le 8.30). Da questa traversa, uscito di fronte alla chiesetta di Borgonuovo, dovette percorrere 200 metri circa e fermarsi sulla salita del ponte S. Nicola (o ponte di Caianello a Borgonuovo di TEANO come lo chiamò il generale Bertole’-Viale nella sua dichiarazione-testimonianza al Ministro della Guerra nel 1891).
Quivi appiedato nel campo laterale fra la strada e la stradella laterale (Via Cupa o Fontana Paola), fu prima salutato dal Cialdini, che marciava all’avanguardia; raggiunto poi subito dal Missori di ritorno dall’accampamento di Cialdini, e poco dopo mentre il Missori gli riferiva intorno all’abboccamento del Cialdini, il dittatore ebbe appena il tempo di montare in sella col suo seguito, che il re Vittorio Emanuele II apparve…
… ed ecco la descrizione dell’Incontro vero e proprio fatto da un giornalista del “ROMA”, forse testimone diretto dell’evento, e pubblicato sul giornale napoletano all’indomani:
Uno storico incontro; Vittorio Emanuele stringe la mano al Generale Garibaldi… verso le ore 8 e mezzo antimeridiane, il Re si trovava sulla Strada Caianello-Teano, al bivio della chiesa di Borgo, ivi gli andava incontro il generale Garibaldi; cui il sovrano stringeva la mano. Vittorio Emanuele e il Dittatore procedevano quindi a fianco a fianco per circa dieci minuti, fino a Teano. A Porta Romana, si separavano. I Due si parlarono da soli per circa 10-20 minuti, cosa si siano detti, sono tutte supposizioni, ma lo si può dedurre dagli avvenimenti che seguirono. Dopo una stretta di mano, si presume, si lasciarono alle porte di Teano, al largo di Porta Romana. Il Re prese alloggio a Teano nel palazzo del principe Santagapito ove fino alle due di notte avevano alloggiato i Borbone: il conte di Trani, i generali Salzano e Ritucci mentre nella piazza bivaccavano i soldati borbonici. Questi, al sopraggiungere dei garibaldini, dopo una breve sparatoria, montarono a cavallo e si ritirarono verso Sessa. Garibaldi con Mario, Missori, Nullo e Canzio, si fermò, per circa un’ora, in una vicina stalluccia al largo Muraglione, per far riposare il suo cavallo e consumare un frugale pasto. Per colazione il Dittatore mangio pane, formaggio e una bottiglia di vino e per frutta tre fichi offertigli da un contadino, che il Generale ripagò con una moneta d’argento. Ai curiosi che erano accorsi a rendergli omaggio disse di andare a salutare il Re. Era lui che ora dovevano ossequiare
L’errata convinzione che in questa occasione Garibaldi pronunciò il famoso «Obbedisco!» continua purtroppo a far proseliti. In verità quella frase non fu MAI pronunciata ma scritta, infatti era lo scarno e stringatissimo testo inviato dal Generale sei anni dopo a Magenta quando, nonostante la strada per liberare Trento fosse ormai spianata, ricevette un rigoroso diktat dal generale La Marmora che, per bocca del Re, gli intimava di ritirare le proprie truppe perché la guerra era ormai finita: Garibaldi, ligio al suo spirito militare obtorto collo vergò un telegramma con un’unica parola «Obbedisco!».
Al di là dei contrasti politici (soprattutto tra Garibaldi e Cavour, ma anche tra Garibaldi e lo stesso sovrano sabaudo, il quale, tra l’altro, aveva respinto la richiesta del dittatore di mantenere l’amministrazione del cessato regno borbonico come suo luogotenente), l’incontro segnò il coronamento ufficiale della gloriosa impresa dei Mille condotta secondo le finalità di “Italia e Vittorio Emanuele”. A quest’ultimo, salutato come primo re d’Italia, Garibaldi rimise infatti i poteri e il comando delle proprie truppe (28 ottobre) e pochi giorni dopo (9 novembre), consegnati i risultati dei plebisciti, s’imbarcò per Caprera.
L’incontro è stato esaltato dalla storiografia nazionale come uno dei momenti più solenni di tutto il Risorgimento.
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Nella città sidicina, che ovviamente si prepara alla ricorrenza da mesi, dall’agosto scorso si è insediato un Comitato Promotore cui è stato affidato il compito di varare il programma degli incontri e delle manifestazioni, che animeranno le giornate dal 23 al 26 ottobre con iniziative di carattere storico, culturale e ricreativo. È con questa lettera inviata a sindaci, agli enti istituzionali ed economici, alle associazioni giovanili e di volontariato, alle organizzazioni datoriali e sindacali, che il sindaco di Teano Raffaele Picierno e il prof. Tonino Perna (Coordinatore del Comitato Pro Teano), rendono partecipi dell’evento.
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* articolo dell’ottobre 2010
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