Mentre l’Ad di Hp Italia, Stefano Venturi, rilascia interviste sul futuro del settore delle aziende che operano nell’ICT, delle tematiche dei “Big Data”, Cloud e sull’Agenda Digitale italiana, i lavoratori continuano a vivere in uno stato di quasi permanente precarietà fatta di casse integrazioni, cessioni, piani di incentivazione ed altro.
Il tutto è caratterizzato dall’assoluta anestetizzazione del tessuto sociale e mediatico su cui la multinazionale insiste e nei confronti del quale non trapela assolutamente nulla.
Fino allo scorso anno Hp, in Italia, contava circa 4000 dipendenti sparsi su varie sedi, presenti sul territorio nazionale da Bari a Milano, passando per Pozzuoli (Napoli), Roma e tante altre piccole realtà. Impossibile, purtroppo, sapere quanti sono i dipendenti del gruppo oggi, dopo inusuali cessioni di rami d’azienda ed esodi incentivati.
Hp, che deve il nome ai suoi due fondatori (Bill Hewlett e Dave Packard), ebbe un’espansione notevole sul territorio italiano, con l’acquisizione della multinazionale di servizi informatici EDS, fondata da Ross Perrot e poi acquisita dal gruppo General Motors, nel 2006, per la modica cifra di 14 miliardi di dollari circa.
Nel solo 2013 il fatturato complessivo della multinazionale ha raggiunto la ragguardevole cifra di 112,3 miliardi di dollari. Chiusura migliore delle previsioni degli analisti finanziari che indusse il Ceo, Meg Whitman, a dichiarare alla stampa finanziaria: «Grazie ad un’attuazione migliorata, ad una robusta gestione dei costi e al supporto di clienti e partner, HP ha concluso positivamente l’anno fiscale 2013. I nostri risultati del quarto trimestre dimostrano come la svolta di HP sia in corso, portandoci verso l’anno fiscale 2014».
Questo lungo preambolo per dire che parliamo di una società che, nonostante abbia risentito come tutti della crisi mondiale, non si può certo dire che navighi in “cattive acque”. Ad ulteriore conferma di questo i margini operativi resi pubblici da Hp a chiusura dell’anno fiscale 2014 per divisione: Personal Systems 3%; Printing 17,7%; Enterprise 14,5%; Enterprise Services (in gran parte rappresentati da quella che una volta era l’EDS) 4,4%. Margini operativo che hanno contribuito a creare utili per 1,41 miliardi di dollari contro una perdita da 6,85 miliardi registrata nello stesso periodo dell’anno prima.
Peccato che la CEO Meg Whitman, nelle sue esultanze non abbia precisato che la “robusta gestione dei costi” cui fa riferimento è fatta a spese dei lavoratori, attuando delocalizzazioni anche in paesi che offrono scarsa stabilità, come l’Egitto, teatro, nei mesi scorsi, di una serie di eventi bellicosi consumatisi in sordina; dei soldi dei cittadini italiani – che in ultima analisi hanno pagato alcuni milioni di euro per finanziare la Cassa Integrazione svolta lo scorso anno, e dei sacrifici di centinaia di famiglie di lavoratori che hanno rinunciato ad una parte della loro retribuzione per garantire che per la fine del 2014 gli investitori di Hp potessero ottenere l’utile per azione diluita compreso tra 2,85 dollari e 3,05 dollari, come promise la Ceo statunitense.
Solo ieri i vertici italiani della società hanno dato un ulteriore colpo – questa volta mortale – ai lavoratori Campani, dichiarando di fatto la chiusura del sito di Pozzuoli (Napoli) che impiega circa 160 tecnici oltre ad un considerevole indotto fatto di consulenti e di servizi accessori forniti da altre aziende.
Stando a quanto trapela dal sindacato, 30 lavoratori saranno trasferiti in altre sedi del gruppo, probabilmente Roma, mentre i restanti 130 dovranno passare alla Matic Mind attraverso l’irrituale formula della cessione individuale, senza alcuna mediazione sindacale e senza le garanzie fornite da istituti collettivi.
Ciò che più fa temere per i lavoratori di Hp è tuttavia il fatto che Matic Mind conta una sede a Napoli di meno di circa 14 dipendenti e non si capisce come questa possa fronteggiare l’impatto della decuplicazione della forza lavoro da un giorno all’altro.
Hp intende quindi dare un suo pesante contributo alla desertificazione industriale che sta colpendo la Regione Campania, abbandonandola nel peggiore dei modi. Una patata bollente per la nuova Giunta Regionale nominata dal neo governatore della Regine Campania, Vincenzo De Luca. Domani (oggi, ndr), infatti, i lavoratori Hp hanno annunciato una manifestazione davanti alla sede della Regione Campania, proprio mentre si insedierà il primo Consiglio Regionale.
Di seguito alleghiamo il comunicato odierno delle organizzazioni sindacali:
HP-ES. Disimpegno su Pozzuoli
Si è tenuto il 7 luglio l’incontro tra Fim Fiom Uilm nazionali, il Coordinamento nazionale RSU e la Direzione aziendale HP ES. La Direzione Aziendale ha comunicato il disimpegno di Hp ES dal sito di Pozzuoli e l’interesse di una società, Maticmind spa, già partner di HP a rilevare 130 dei 161 lavoratori del sito di Pozzuoli per impiegarli su Napoli, con una cessione di contratto individuale. Hp ES ha comunicato che con tale società intende rafforzare un rapporto di partnerariato strategico e definirà un contratto di servizio. Le OO.SS. ed il Coordinamento, senza esprimere considerazioni su Maticmind spa di cui non conoscono il piano industriale, hanno giudicato negativamente il disimpegno di HP su Pozzuoli rimarcando la non chiarezza del disegno complessivo e dell’assetto finale del Gruppo in termini industriali, occupazionali e dei siti produttivi, anche in rapporto alla separation del gruppo HP e di come si configurerà in Italia. Le OO.SS. ed il Coordinamento ritengono urgente la convocazione di un tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico, a cui è stata inviata già nei giorni scorsi una richiesta di incontro. Le Organizzazioni sindacali e il Coordinamento indicono nei prossimi giorni le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori HP proclamando fin da ora 1 ora di sciopero a seguito delle assemblee stesse. Fim Fiom Uilm Nazionali Coordinamento Nazionale HP ES
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