Casale, 23 settembre 1943

Quella che si appresta a vivere Casale (… e con esso tutto il comune di Carinola) non è una ricorrenza qualsiasi, bensì il 70esimo anniversario di una delle giornate sicuramente più cupe e fosche della sua storia insieme ai vari bombardamenti che subì il nostro territorio in quel tenebroso periodo bellico. Liberato Mussolini dalla prigione del Gran Sasso e favorita la nascita del governo fantoccio della Repubblica di Salò, Hitler continuò la guerra contro gli Alleati.

Il Führer, frustrando ogni desiderio del Duce che sognava orgogliosamente di dar nuova vita a un esercito forte e finalmente in grado di poter dare una mano alle Panzer Division germaniche, pensava solo ed esclusivamente a rimpolpare le sue armate ed a rinforzare la sua industria bellica: per farlo non esitò a ricorrere anche a rastrellamenti di civili che sotto la minaccia della vita, propria o dei loro cari, venivano costretti a diventare schiavi di Hitler e lavorare in Germania.

Ovviamente c’era chi, italiano, ai nazisti dava una mano, alimentando quel vergognoso fenomeno del  “collaborazionismo” che purtroppo è figlio di ogni guerra di occupazione.

Ebbene uno dei più vili esempi di collaborazionismo fascista, relativamente al nostro paese, vi è stato il 23 settembre del ’43, due settimane dopo il fatidico annuncio dell’armistizio fatto dal Capo del Governo maresciallo Badoglio, ed ha avuto come proscenio la nostra “piazzetta”: un banditore fascista attirò con un inganno gli uomini casalesi dicendo che ci sarebbe stato un comizio e nell’occasione si sarebbero ricevute notizie e consigli vari su come comportarsi in quei tristi frangenti.

Molti, ignari, si radunarono, ma i lupi travestiti da agnelli palesarono la loro vera natura e sotto la minaccia dei mitra tedeschi (con tanto di esplicite ritorsioni contro le famiglie) gli accorsi furono catturati e deportati in Germania (per una più dettagliata e commovente descrizione dell’episodio, rimandiamo alla lettura del sito http://anitaliandeportee.org trascrizione on-line del Diario di Oreste Maina, testimone oculare e purtroppo anch’egli vittima del rastrellamento di cui parliamo e della successiva deportazione in Germania, cui fortunatamente sopravvisse, ma che alcuni anni fa ci ha lasciato a causa dell’età avanzata.

 

piazzetta
Posizionamento della “Piazzetta” nel centro storico casalese

Il 13 settembre 2012 insieme ad alcuni amici, il sig. Dante Luberto presidente della locale sezione dell’Associazione Nazionale Deportati, ma anche Renata e Carla Maina figlie di quell’Oreste cui accennavamo poc’anzi, la Redazione di casaledicarinola.net presentò al protocollo comunale la proposta di intitolare agli sfortunati protagonisti di questo triste episodio, operando un cambio nella toponomastica cittadina dall’ormai anacronistico e quasi dimenticato “Piazza Vescovado” a “Piazza Deportati del 23 settembre 1943”. Il Comune in otto giorni diede parere favorevole, dimostrando una certa sensibilità storica degna della Medaglia d’Argento al Merito Civile di cui si fregia, e trasferì gli atti alla Prefettura per la definitiva approvazione, un atto dovuto per legge, anzi si pensava addirittura si trattasse solo di un pro forma, di un semplice timbro da apporre su una decisione già presa.

Purtroppo così non è stato.

Ben altri quindi erano i nostri intendimenti, ben altre le nostre aspettative per quest’anniversario: perché se noi siamo a conoscenza di tutti questi particolari è evidente che lo dobbiamo solo alle testimonianze dirette degli involontari protagonisti, come i compianti Oreste Maina, Alfredo Lasco, Giovanni Iannotta, Pasquale Migliozzi ed altri il cui ricordo comincia purtroppo a diradarsi, o anche di Dante Luberto, Ermanno ed Ernesto Trabucco, Antonio Zannini, o delle tante donne che indirettamente furono coinvolte nella deportazione dei propri mariti/congiunti o nella continua fuga per evitarla, o anche grazie a gente come Michele Lepore che bambino di 8 anni o poco più ricorda come se fosse un sogno di aver assistito a quello che eufemisticamente potremmo definire “un fattaccio”. Parliamoci chiaro però: quando in un futuro, speriamo il più lontano possibile, tutte queste persone non ci saranno più e con loro non ci sarà più nemmeno chi, come noi, ha raccolto le loro parole, chi si ricorderà più di quello che successe a Casale il 23 settembre del 1943?

Evidentemente non siamo stati in grado di trasmettere l’importanza storica e, per certi versi, affettiva di un episodio meritevole di un ricordo imperituro.

Proprio perciò abbiamo in animo di ripresentare la nostra proposta di cambio del nome della “Piazzetta”, magari con l’aggiunta della dizione “già Piazza Vescovado” onde ridurre al minimo ogni inconveniente derivante da un eventuale cambio di scontrini (ci sono due esercizi commerciali), di documenti (in quella piazza vi abita una sola persona, ma non siamo certi che sia l’unica) o altro (nella “piazzetta” c’è anche una struttura di proprietà comunale, l’ex scuola di musica).

Ci rendiamo conto che questo la Prefettura non poteva saperlo: sta a noi fare in modo che abbia questo tipo di informazione!

10 thoughts on “Casale, 23 settembre 1943

  1. Anonymous

    Ma pensate a cose serie, sempre a a parlare delel cose brutte che accadono.. e mo pure quelle accadute decenni or sono. solo fango!

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    1. anonymus

      La gente come te, i c… come te, sono quelli della peggior specie: non solo sguazzano nell’ignoranza, ma quel che è peggio è che vorrebbero farci affogare pure gli altri.
      Non voglio sprecare altre parole per farti capire tutto il mio disprezzo!

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  2. Anonymous

    neh ma fussi scemo???? se sei qui e respiri sei figlio di quella storia, fatta da tuoi conterranei che hanno vissuto l’atrocità della guerra e della deportazione e che per questo vanno onorati e ricordàti sempre nel presente. il fango è di chi dimentica, sempre!

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  3. Anonymous

    Andate sempre a rivangare cose negative, e non vedo nulal mai sulle tante opere di bene fatte e che fanno i vostri concittadini.
    L’assistenza agli indigenti, gli aiuti alle persone disabili, le iniziative a sostegno dei meno abbienti da parte della chiesa…
    Notizie che non fanno odience, lo so…

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    1. anonymus

      secondo me hai sbagliato articolo e commento, ma che c’entra quello che scrivi tu con le deportazioni naziste ?
      parlarne è vedere tutto negativo ?
      io non sono d’acccordo co il sito per l titolazione della piazza però mi sembra comunque una lodevole iniziativa e parlare scrivere di quanto avvenuto è sicuramente una cosa onorevole e giusta.

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      1. Anonymous

        Avete subdolamente evidenziato la figura del banditore fascista di Casale che con l’inganno ha fatto scendere in piazza i suoi concittadini.
        Come al solito fango sui casalesi!

      2. anonymus

        Ma spiega:

        è Saviano che deve vergognarsi per aver raccontato le malefatte dei camorristi, o è la camorra che puzza per tutto ciò che fa e che getta fango (LEI SI’) sui cittadini onesti?

      3. Anonymous

        ecco, vorreste ripercorrere la sua carriera… per il successo personale di due, infangare un intero paese!

      4. anonymus

        mi sembra tutto così surreale cioè il tono dei commenti se non si trattasse di episodi di guerra tragici potremmo dire state trasformado la discussione in una farsa. Mo il problema èilbanditore ?

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