Carissime famiglie della nostra Parrocchia e dei fedeli emigrati, l’anno appena trascorso è stato caratterizzato dalla terribile pandemia del Covid19, che ha coinvolto e segnato i paesi di tutto il mondo compreso la nostra comunità, provocando vittime, disagi sanitari, sociali ed economici, problemi per tante famiglie, persino difficoltà a celebrare la nostra fede e a pregare nella nostra Chiesa.
Le strette misure di contenimento tuttora in vigore per evitare la diffusione del Coronavirus non consentono di svolgere le normali attività della Parrocchia. Alla luce delle tante esperienze negative, talvolta mortali, causate dal virus in circostanze sconsigliate in questo delicato momento storico che stiamo vivendo, ritengo che l’osservanza delle disposizioni restrittive non sia soltanto un atto di obbedienza alle leggi dello Stato, ma diventa un grande atto di carità verso il prossimo, un modo concreto di prenderci cura degli altri, evitando di metterne a rischio la salute o la stessa vita.
Ecco quindi la prima rinuncia che ci viene chiesta: la festività del Santo Patrono S. Paolo cosi come da tradizione si è abituati a viverla. È stata l’unica festa che ricordiamo del 2020, prima del periodo di chiusura dettato dall’esplosione della pandemia, quest’anno siamo costretti a celebrarla soltanto nella preghiera senza nessuna manifestazione esteriore. È limitata l’affluenza ai luoghi di culto, ma resta viva e operosa la comunità cristiana, tutti noi cristiani formiamo la Chiesa, siamo le pietre vive che la edificano. Pertanto, mai come in questa particolare situazione, abbiamo modo di sperimentare quanto sia importante la dimensione domestica della fede, fatta di preghiera, ascolto della Parola di Dio e gesti di bontà, specie verso i più deboli e bisognosi.
Come non ricordare i momenti vissuti attraverso i mezzi di comunicazione, grazie ai quali il Risorto è venuto nelle nostre case, divenute in alcuni giorni luoghi di preghiera e di incontro con il Signore. Insieme abbiamo vissuto alcuni momenti di spiritualità nei luoghi tanto cari alla nostra fede. Sebbene con sofferenza, abbiamo partecipato alle celebrazioni della Messa con il desiderio grande di tornare in Chiesa a celebrare l’eucarestia con i fratelli e le sorelle della nostra comunità parrocchiale; nonostante la distanza abbiamo comunque avvertito la Sua presenza e il desiderio di essere un corpo solo.
Un nuovo Anno ci è donato, ancora incerto, carico delle negatività trascorse, ma intriso di speranza in una ripresa graduale, sicuramente non facile, della nostra quotidianità, sicuri che dopo la tempesta splenderà il sole, un tempo migliore per tutti. In questa fase di transizione a noi Chiesa incombe il dovere di dare una lettura di quanto è avvenuto e di quanto avviene per cogliere i messaggi che Dio ci suggerisce allo scopo di definire la progettualità per la nostra attività pastorale e sociale, che ne deve necessariamente conseguire, facendo tesoro di questo tempo di sospensione, di chiusura ma anche di discernimento e riflessione.
Auguriamoci, nella preghiera vicendevole, che si possa uscire da questo tempo di pandemia più forti sia sul piano umano che spirituale. Preghiamo per tutti i defunti, per tutti i malati e i loro familiari, per i più deboli e bisognosi, per tutti coloro che in ambito sanitario sono chiamati a un impegno particolare e per coloro che devono assumere le decisioni politiche. Un grazie a tutti quelli che lavorano per la nostra salute. Grazie a chi con buone parole, segni e gesti concreti di solidarietà ha contribuito ad alleviare le sofferenze e le fragilità di questo difficile tempo. Ci auguriamo di cuore un buon anno, che affidiamo all’intercessione e alla protezione dei nostri santi patroni Giovanni e Paolo, certi che, ancora una volta sapranno ottenerci il bene che gli chiediamo, aiutandoci a far fiorire il deserto generato dal Coronavirus a livello spiritale, relazionale, economico e sociale.
Il vostro Parroco,
don Luciano Marotta