L’Italia, il Paese in perenne campagna elettorale, con buona pace di chi, quando si tratta di tirar acqua al proprio mulino, sostiene convintamente e a fasi alterne (ossimoro non casuale…) che nel Belpaese si voti sin troppo poco, non rendendosi conto che il continuo clima da elezione in cui si tende a promettere mari e monti salvo poi disattendere puntualmente le parole propalate, lungi dal giovare alla democrazia partecipativa è un vero cancro per il Paese stesso. In attesa di una legge che corregga definitivamente questo vero e proprio vulnus democratico prepariamoci a sopportare altri millanta appuntamenti elettorali, conditi di promesse al vento e di continui show sui media.
Perché tale preambolo? Perché rispondendo ad un quesito della Regione Campania il Viminale ha decretato che, in base alla legge elettorale 4 del 2009, le prossime elezioni regionali si possono tenere non prima del 3 maggio e non oltre il 2 agosto, poiché i cinque anni di governo regionale non vanno calcolati dall’insediamento, avvenuto in ritardo nel 2015, bensì dall’elezione. Non è un interrogativo tanto peregrino almeno i tanti aspiranti ad una candidatura che già da tempo stanno preparandosi al meglio.
L’altro aspetto da prendere in considerazione sono le Comunali, riguardanti quei Comuni giunti alla scadenza naturale della legislatura o quelli costretti al rinnovo causa Commissariamento, vedi la vicina Cellole, per i quali ovviamente si attende una decisione definitiva. Anche qui le date per le votazioni sono certe: in base alla legge nazionale non si può votare prima del 15 aprile e non oltre il 15 giugno.
E l’election day che cinque anni fa ci fu per scegliere Sindaci e Presidente e governo Regionale? È solo un’eventualità, non la regola, e le date possibili sarebbero comprese tra il 3 maggio e il 15 giugno.