Oggi, 21 febbraio, papa Francesco inaugura il vertice sugli abusi sessuali con i capifila della gerarchia cattolica mondiale. Casualmente, perché pare che la coincidenza non sia voluta, la Chiesa festeggia la memoria liturgica di san Pier Damiani, grande riformatore del secolo XI, poi proclamato dottore della Chiesa, autore di un libro dal titolo emblematico: “Liber Gomorrhianus”.
La Chiesa dell’XI e XII secolo era afflitta da mali come il concubinato del clero, ma anche l’omosessualità era sempre più diffusa tra il clero stesso, e lo era in misura tale che san Pier Damiani nel 1049 consegnò al neoeletto papa Leone IX (il Patrono di Sessa Aurunca), noto come zelante riformatore e in seguito proclamato santo, quel suo Liber Gomorrhianus, redatto in forma epistolare, che in sostanza era un appello a salvare la Chiesa dalla «sozzura sodomitica che si insinua come un cancro nell’ordine ecclesiastico, anzi, come una bestia assetata di sangue infuria nell’ovile di Cristo» (Sodoma e Gomorra, nel libro della Genesi, sono le due città che Dio distrusse col fuoco a causa dei loro peccati).
In verità a distanza di secoli anche qualcuno che ha a che fare con Casale di Carinola, il canonico Stanislao Trabucco cui è dedicato l’altare della nostra chiesa madre e un cui busto si trova all’inizio della navata centrale, scrisse parecchio sulla «Necessità della riforma cattolica del Clero», ma a differenza di san Pier Damiani non trovò terreno fertile nelle gerarchie ecclesiastiche dell’epoca (siamo negli anni intorno al 1870 e papa Pio IX si arroccava in quello che rimaneva dello Stato della Chiesa e addirittura proclamava il dogma dell’infallibilità papale) e le sue profetiche parole, «In generale i preti hanno chiuso il cuore alla compassione, perché non sentono il dolce affetto dello amor paterno che soggetta l’uomo ai più grandi sacrifizii, e privi dell’affetto di una tenera e fedele consorte non possono essere a parte della dolcezza, della gioia che l’angelo della famiglia versa ne’ cuori di coloro che la compongono», gli costarono l’inimicizia delle autorità ecclesiastiche, tanto che divenne Vescovo coadiutore della Chiesa cattolica nazionale italiana, e addirittura la scomunica.
La situazione odierna è paragonabile a quella della Chiesa nell’XI e XII secolo, diverse sembrano solo essere le sensibilità necessarie per affrontare simili argomenti.