Carissimi, celebrando ogni anno la Liturgia dell’Avvento, la Chiesa «attualizza questa attesa del Messia. Mettendosi in comunione con la lunga preparazione della prima venuta del Salvatore, i fedeli ravvivano l’ardente desiderio della sua seconda venuta» (CCC 524). Quanto più forte è il desiderio dell’incontro con Colui che si aspetta, tanto più intensa e viva diviene l’attesa. Tutto, nella persona e nella vita, è orientato a vivere il futuro incontro. Come è vivace, briosa, entusiasta la vita di chi, in famiglia, attende una nuova venuta o una visita desiderata! Tutto è centrato in questa prospettiva: si prepara la casa, la si rende accogliente e gradevole, si impegna ogni energia, si fanno anche sacrifici, perché sia degna di Chi si ritiene come il più importante per tutti nella Casa. È questo spirito che deve alimentare il periodo dell’Avvento: l’entusiasmo di una Venuta che rigenera il cuore e la vita! La gioia dell’incontro è proporzionale all’intensità e al desiderio dell’attesa! «Fratelli, celebrate come si conviene, con grande fervore di spirito l’Avvento del Signore, con viva gioia per il dono che vi viene fatto e con profonda riconoscenza per l’amore che vi viene dimostrato. Non meditate però solo sulla prima venuta del Signore, quando egli entrò nel mondo per cercare e salvare ciò che era perduto, ma anche sulla seconda, quando ritornerà per unirci a sé per sempre. Fate oggetto di contemplazione la doppia visita del Cristo, riflettendo su quanto ci ha donato nella prima e su quanto ci ha promesso per la seconda» (Bernardo, Discorso sull’Avvento).
Questa considerazione sollecita la massima disponibilità del cuore a vivere non solo la memoria della prima venuta del Verbo di Dio umanato, ma a porre questo nostro tempo, il quotidiano, nella prospettiva della venuta finale, della gloria e della pienezza definitive. L’Avvento, per il cuore del cristiano e per la Comunità ecclesiale, è porsi nello stile dell’attesa per vivere alla presenza di Colui che sta arrivando! Vivere alla presenza della misericordia e dell’amore di Dio che in Gesù, il Cristo, si manifesta in tutta la sua potenza capace di trasformare l’orrore in amore, di dare alla vita un senso anche tra le infinite difficoltà e tragedie che la attraversano: fa spuntare il fiore dal deserto e rigenera le tante speranze nella rivelazione del Volto, il volto di Gesù Cristo, nostra unica e vera speranza. Carissimi, se desideriamo con vera intensità questa presenza e vogliamo che la luce del suo sole riscaldi e illumini la stanza buia del nostro cuore segnato da amarezze, afflizioni e fragilità, è necessario, nell’alimentare il desiderio della sua venuta, che l’attesa si trasformi in operosa preparazione, in pulizia del cuore da limiti, peccati e fragilità. Se desideriamo preparare la casa per accogliere l’ospite più importante della nostra vita è necessario renderla splendente in ogni sua condizione e in ogni suo spazio. Tutto ha bisogno di essere preparato per questa attesa presenza! L’Avvento sia un tempo di dialogo, profondo e attento ad ogni piccolo particolare, di disposizione del cuore per cogliere ogni piccolo segno che fa intuire la Sua venuta. Come si illumina il volto della madre in attesa del figlio che porta in grembo quando avverte la sua più piccola presenza: stabilisce con la sua creatura un dialogo di amore e di vita, di desiderio e di attesa per riconoscersi, un giorno, nel volto della sua creatura che nasce. Per questo, Fratelli e Sorelle, alimentiamo nel cuore il desiderio della venuta del Signore Gesù e alimentiamo, nell’amore, la sua attesa con più intensa preghiera e più attenta valutazione dei nostri stili di vita, dei comportamenti tra persone con relazioni sincere e di qualità! «Chi mi concederà che tu venga nel mio cuore e lo inebri fino a farmi dimenticare dei miei mali, ad abbracciarmi a te, unico mio bene? Che cosa sei per me? Che cosa sono io per te, perché tu voglia essere amato da me, e ti sdegni se non lo faccio? Per la tua misericordia, mio Signore e mio Dio, dimmi, dimmi che cosa sei per me. Dillo allo spirito: “Io sono la tua salvezza” (Sal 34,3). Dillo così che io lo intenda. L’orecchio del mio cuore è qui davanti a te: aprilo e ripeti al mio spirito: “Io sono la tua salvezza” (Sal 18,13). Verrò correndo dietro questa voce e ti raggiungerò. Non nascondermi il tuo volto! Morirò pur di vederlo, per non morire!» (AGOSTINO, Confessioni, I,5).
Sia questo un tempo operoso e generoso, in cui tutti siamo impegnati a preparare le stanze del cuore con ogni dedizione e disponibilità. Concentriamo lo sguardo in alto e in avanti per rintracciare i segni di una venuta che rende il nostro quotidiano capace di eternità: con opere che hanno valore per sempre e costruiscono la trama della vera felicità! Abbiamo una via maestra che ci conduce nella giusta direzione per approdare non solo alla meta, ma per vivere con gioia il viaggio, anche tra le fatiche e le cadute del cammino: la presenza della Sua Parola nel nostro cuore. È come sentire una voce che dal fondo dell’anima fa compagnia nella vita e traccia i sentieri del cammino tra le vicende che hanno il volto della prova. Liberiamo il cuore dalle mille voci che lo stordiscono e creiamo lo spazio del silenzio per riconoscere la voce della sua Parola che parla al nostro cuore. «Poiché sono beati coloro che custodiscono la parola di Dio, tu custodiscila in modo che scenda nel profondo della tua anima e si trasfonda nei tuoi affetti e nei tuoi costumi. Nutriti di questo bene e ne trarrà delizia e forza la tua anima. Non dimenticare di cibarti del tuo pane, perché il tuo cuore non diventi arido e la tua anima sia ben nutrita del cibo sostanzioso. Se conserverai così la parola di Dio, non c’è dubbio che tu pure sarai conservato da essa. Verrà a te il Figlio con il Padre, verrà il grande Profeta che rinnoverà Gerusalemme e farà nuove tutte le cose» (Bernardo, Discorso sull’Avvento). Custodiamo nel cuore il calore e la forza della Sua Parola e alimentiamo in noi il desiderio dell’incontro: la nostra vita sarà attraversata e rigenerata dalla linfa della Sua grazia. Il Signore Gesù abiterà il nostro cuore nella misura in cui veramente lo desideriamo e, per Lui, disponiamo la vita alla Sua presenza.
Buon cammino di Avvento, Carissimi, nella fiduciosa attesa della Sua venuta!
Sessa Aurunca, 1° Dicembre 2018
+ Orazio Francesco Piazza
Vostro Padre nella fede, nella speranza e nella carità