In una sua intervista rilasciata nei giorni scorsi al quotidiano cattolico Avvenire, sul fenomeno della prostituzione minorile sul lungomare di Mondragone, il vescovo di Sessa Aurunca Orazio Francesco Piazza rilancia affermando con forza che: «A Mondragone la Chiesa c’è, ora servono le istituzioni».
Richiama tutti alle proprie responsabilità per affrontare quello che senza mezzi termini definisce «Un dramma» per far fronte al quale è necessario «l’impegno da parte non solo della Chiesa ma di tutte le istituzioni e della società civile, per creare quel controllo sociale che permette di evitare questi danni!».
L’intervento del presule segue di pochi giorni una nota della Curia diocesana di Sessa Aurunca:
In merito a quanto si sta manifestando, con risvolti non rispettosi e lesivi della dignità del sacerdote parroco Don Osvaldo Morelli, sulle situazioni sociali denunciate a Mondragone da organi di stampa e da televisioni è necessario precisare quanto segue:
da diversi anni, don Osvaldo è Direttore della Caritas diocesana e vive un impegno quotidiano verso le fragilità e i bisogni che il Territorio presenta; è totalmente dedito al servizio dei poveri e spende il suo tempo per sovvenire le molteplici povertà materiali e morali.
Non può essere ritenuto in alcun modo persona omertosa sulle vicende rilevate in questi giorni, anche perché sono questioni su cui il sacerdote non ha possibilità di esprimere giudizi espliciti e diretti, in quanto non in possesso di dati effettivi.
Chiunque invece abbia espresso giudizi espliciti e circostanziati in merito, a livello giornalistico o personale, è da ritenersi fonte da cui trarre conferme o approfondimenti.
Si desidera ricordare che in questo Territorio, carico di difficoltà e fragilità sociali, la Chiesa Sessana, e in particolare la Caritas attraverso il suo Direttore don Osvaldo, è in vera situazione di “frontiera”, con azioni che possono esser da tutti riscontrate e verificate: la mensa per i poveri, l’accoglienza nel Consultorio come centro di ascolto e di servizio ai più emarginati, il dopo scuola per la integrazione dei ragazzi italiani e stranieri che vivono il disagio scolastico e tutte le attività mirate a ridurre condizioni di disagio e violenza.
Queste azioni della Caritas, anche e soprattutto nella persona di don Osvaldo, sono in realtà una quotidiana denuncia delle povertà e dei bisogni a cui si cerca di dare risposta senza le luci delle ribalte mediatiche.
Inchieste, giornalistiche o più, che possano far luce sui tanti problemi sociali di questo Territorio sono per noi sicuramente gradite, purché non travisino la evidenza positiva di un impegno che è sotto gli occhi di tutti e non ledano la dignità personale di un sacerdote la cui opera è meritoria.
One thought on “Il vescovo di Sessa Aurunca e la Curia Diocesana su Mondragone”
E’ irritante che la Chiesa proponga uno scarico di responsabilità verso certi fenomeni sociali tristemente reali. Mondragone è zona di frontiera e su questo si può essere tutti d’accordo. Ed è sulla frontiera che vanno impegnati sforzi e risorse.
Perchè è sulla frontiera dell’accoglienza e dell’integrazione che la Chiesa gioca oggi la sua credibilità.
La Chiesa può fare senza dubbio di più e meglio a Mondragone, proprio come lo Stato.