Cappella di S. Maria delle Grazie in Casale di Carinola, altra ipotesi sulla datazione

Lo scrittore Giampietro D’Angelo, nel suo libro Carinola nella storia e nell’arte (1958), afferma che Mons. Paolo Airola Vescovo di Carinola, fece costruire nel 1702 la Chiesa di S. Maria la Cava in Casale. Il Prof. Ferdinando Maina nel suo libro Casale e la storia dell’Apparizione (1959), pur contestando inizialmente tale attribuzione della costruzione della Cappella di S. Maria delle Grazie in Casale, poiché fa notare che la Chiesa di S. Maria la Cava non è nel territorio di Casale ma in quello di Ventaroli, tanto da fargli dichiarare che “Monsignor Airola entri nella costruzione della Cappella, come il cavolo per merenda”, (F.MAINA pag. 79), tuttavia non avendo altri dati disponibili, finisce per accettare la data riportata dal D’ANGELO del 1702 come anno di costruzione della Cappella di S. Maria in Casale.

Madonna del Latte - Episcopio, Ventaroli
Madonna del latte – Episcopio, Ventaroli

Già il P. Predicatore Generale F. Serafino Montorio, nel libro Zodiaco di Maria del 1715, riporta che il Vescovo Airola fece costruire negli ultimi anni del 1600, la Cappella di S. Maria La Cava sita nel territorio di Ventaroli, relativamente all’episodio miracoloso della “Madonna del latte” riportato nello Zodiaco alle pagg. 126, 127, 128, dove fu il Vescovo stesso, artefice e sostenitore, durante tutto il periodo del suo mandato Pastorale, del medesimo Santuario di Ventaroli.

A tal proposito, c’è da tenere presente che lo scrittore Luca Menna nel suo libro Saggio istorico della città di Carinola (1848), afferma che il prodigio della “apparizione” di Casale, è avvenuto agli inizi del 1600, mentre dalla ricostruzione del Prof. Maina, l’avvenimento miracoloso sarebbe avvenuto verso la fine del 1600, per concludersi con la costruzione della Cappella di Casale nei primi anni del 1700.

Quindi la ricostruzione cronologica del Prof. Maina, si basa prevalentemente sull’affermazione del D’Angelo che attribuisce tale costruzione al Vescovo Airola nel 1702, però bisogna dire che il D’Angelo, non fornisce ulteriori notizie storiche e prove documentali idonee a confermare tale datazione del Santuario di Casale. Avendo fatto notare precedentemente l’inesatta indicazione, da parte del suddetto scrittore, del santuario della Madonna della Cava di località Selleccola, risulta verosimile un probabile “equivoco” del Santuario di Ventaroli con quello di Casale.

Chiesa della "Madonna della Cava" in località Selleccola
Chiesa della “Madonna della Cava” in località Selleccola

Lo storico Padre Serafino Montorio, avvalendosi della relazione del Vescovo di Carinola Mons. Antonio della Marra, nel 1715 affermava che fu il popolo di Casale a costruire interamente la Cappella, ricavando dal durissimo sasso uno spazio di “40 palmi di lunghezza e 20 di larghezza”, (Zodiaco pag. 125 ), per ospitare la costruzione.

Alcune ipotesi, fanno riferimento ad una probabile Chiesetta preesistente nel luogo, antecedente l’apparizione della Madonna. Ma tali ipotesi sono contestate dagli scritti cronistorici del Montorio del 1715, che presentava la costruzione della Cappella, là dove fu ricavato l’apposito spazio artificiale sopra descritto, che prima non esisteva. Su questo il Montorio è chiaro e inequivocabile, lo spazio fu ricavato solo allorquando fu decisa l’edificazione della Chiesa come conseguenza dell’apparizione (Zodiaco di Maria pag. 125). Con lui sono concordi unanimemente (anche se in epoche diverse) gli altri Autori che trattano il medesimo argomento, quali il MENNA, il MAINA, il FIORE.

Madonna in trono tra i santi Sebastiano e Rocco
Madonna in trono tra i santi Sebastiano e Rocco

Ad indicare ulteriormente che il santuario di Casale è notevolmente anteriore al periodo riportato dal D’ANGELO, sono i documenti e i reperti architettonici, artistici, pittorici, stilistici e le numerose perizie effettuate nel corso degli anni. Da ricerche eseguite successivamente, emergono nuovi dati acquisiti e riportati dal Prof. Leonardo Fiore P. Passionista, nel suo libro per il decennale dell’incoronazione (Storia del Santuario di S. Maria delle Grazie di Casale,  1970) nel quale fa riferimento alla data (“rinvenuta sotto uno dei dipinti presenti nella Cappella”) presumibilmente il dipinto Madonna in Trono tra i Santi Sebastiano e Rocco, dove “compare la data del 1524” (L. FIORE pag. 15). La cornice del suddetto affresco della Madonna in Trono, è rappresentata da elementi decorativi laterali con il carattere stilistico cosiddetto “Grottesco”, come era diffuso fare nel periodo rinascimentale, dopo la riscoperta dei dipinti di epoca Romana e Pompeiana. Questa collocazione artistica e storica, è stata attribuita dal prof. Umberto Chianese, storico dell’ arte, che fa risalire questo dipinto ai “primi decenni del 1500” (relazione del 1993).

Cappella Santa Maria - Santi Monaci
Cappella Santa Maria – Santi Monaci

I numerosi affreschi, stilisticamente precedenti, come i S.S. Monaci e la Vergine Incoronata posti verso l’altare centrale a destra, i SS. Monaci che rappresentano “S. Leonardo di Noblac (?) e S. Lorenzo (?) risalenti ai secoli XIV-XV” (Archeoclub di Carinola, 2014), risultano ancora più antichi della Madonna in Trono tra i Santi . ” La Vergine Incoronata, dipinto che ha le stesse fattezze di Santa Lucia che si ammira nella Chiesa dell’Annunziata di Carinola. La Madonna in Trono tra i santi Sebastiano e Rocco, rassomigliante a quello che si trova a Carinola nella medesima Chiesa” (L. FIORE pag. 22), con le affinità stilistiche e della decorazione prima descritte; i SS.  Monaci, hanno molti tratti esecutivi identici tra loro, tanto da far pensare ad un unico artista pittore realizzatore.

Santi Monaci, chiesa Annunziata di Carinola
Santi Monaci, chiesa Annunziata di Carinola

Secondo lo scrittore L. Fiore, i restauri del 1550 voluti da D. Luigi Carafa Principe di Stigliano, dovettero interessare contemporaneamente sia la Chiesa dell’Annunziata di Carinola che il Santuario di S. Maria di Casale.

Già nel 1970, il Fiore nei suoi scritti afferma che, al Prof. Maina, essendo mancati altri spunti o notizie di riferimento, come la data del dipinto 1524 rinvenuta nella Cappella e che, “dopo il ritrovamento di questo affresco,bisogna dedurre che la prodigiosa apparizione sia avvenuta almeno qualche secolo prima tra la seconda metà del 1400 o giù di li, mentre il Prof Maina fa risalire la cosa al 1600 o 1700”, (L. FIORE pag. 21). Il Prof. Riccardo Pacini, Sovrintendente Belle Arti per l’architettura prima di Napoli e poi di Roma, nel 1970 “… richiesto un suo parere su l’arco di tufo che abbellisce il Santuario, non ha esitato a pronunziarsi che si tratta di un arco della seconda metà del 1400”, (L. FIORE pag. 15).

La superficie abbastanza estesa per la lunghezza della parete destra della Chiesa, a partire dall’altare centrale, che contiene in ordine i dipinti, la Vergine Incoronata, i due Santi Monaci, S. Sebastiano, S, Domenico (?) e la Madonna in Trono tra i Santi, quest’ultimo situato ben oltre l’arco di tufo a tutto sesto, fa escludere l’ipotesi di un antico nucleo ristretto di Fabbricato preesistente, realizzato ancor prima dell’edificazione della Chiesa.

Ricerca storico-bibliografica a cura di Arturo Izzo

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