La chiesa madre di Casale di Carinola è inserita in pieno centro storico, quasi a meglio definire i due nuclei distinti che costituivano il centro abitato, i Vignai (o Vignali), nella zona alta, e S. Janni, nella zona bassa, fin dalla sua erezione è stata il centro aggregativo di questi due originari nuclei abitativi formati entrambi da vari casali.
1599: è necessariamente a prima di questa data che bisogna risalire per individuare la probabile origine della struttura che in realtà è stata quasi sicuramente eretta su un’altra, più antica e di dimensioni più ridotte posta su un antico cimitero: a testimoniarlo c’è un affresco della Deposizione presente sul muro della navata laterale destra e altre fonti storiche («È costituita da tre navate. Sulla navata laterale di destra si aprono delle cappelle gentilizie. Come risulta dal libro Mortuorum della parrocchia, la cripta sottostante fu adibita a cimitero, la parte adiacente all’altare principale era riservata al clero, mentre il resto era per il popolo»1), ma soprattutto da altre evidenze derivanti dal ritrovamento di alcuni affreschi sulla navata di sinistra datati con estrema certezza alla prima metà del XV secolo. Più precisi, ahinoi, non possiamo essere perché con la soppressione della Diocesi di Carinola nel 1818, andò persa molta della documentazione che ci interesserebbe tanto che, infatti, non possiamo nemmeno esser certi del nome del primo parroco di Casale, nominato con ogni probabilità da mons. Giovanni Vitellio che resse la Diocesi di Carinola dal 1594 al 1609. Certo è che, prima che la popolazione di Casale sentisse l’esigenza di costruire una più capiente e accogliente Casa del Signore, la tradizione indica come prima chiesa parrocchiale la cappella di S. Paolo, in seguito sostituita da alcune cappelle gentilizie erette nel centro del paese, tra cui il primo nucleo della odierna chiesa madre, fabbricato cui si accennava, che per la loro posizione comodamente raggiungibile venivano chiaramente preferite.
L’impostazione architettonica interna è a tre navate, quella centrale termina con l’area presbiteriale, mentre le due laterali terminano con gli altari dedicati ai santi Giovanni Battista e Paolo Apostolo contitolari della chiesa e della Parrocchia. Sulla destra, a metà navata, si apre un altro ambiente realizzato successivamente e popolarmente denominato Cappellone dove è presente il Tabernacolo con il Ss. Sacramento.
Sull’altare centrale è presente un dipinto ad affresco che raffigura “Cristo con la Croce tra i santi Giovanni e Paolo” (databile presumibilmente al 1734), mentre sulle pareti laterali due dipinti ovali raffiguranti “San Giuseppe” e “L’Addolorata” chiudono il ciclo pittorico della zona absidale.
Nella navata destra in prossimità dell’altare dedicato a San Paolo Apostolo è presente un affresco datato 1599 e raffigurante “La Deposizione”, mentre in quella sinistra, nell’intradosso di una monofora, due brani di affresco raffiguranti “Lo sposalizio della Vergine” (anche se qualche dubbio permane almeno sul titolo dell’opera) e “L’Assunzione di Maria”, quasi certamente resti di un ciclo pittorico più ampio, databili alla seconda metà del XV sec. Nella stessa navata, ultimamente, in seguito ai lavori di ristrutturazione dell’interno della chiesa per l’adeguamento dell’area presbiteriale, è stato rinvenuto un ulteriore affresco raffigurante “Il Battesimo di Gesù al Giordano” databile ai primi decenni del 1700.
Di particolare rilevanza artistica le due sculture lignee settecentesche raffiguranti “San Paolo Apostolo” e “S. Maria delle Grazie”, ma l’opera d’arte, però, più immediatamente evidente e che costituisce il vero e proprio biglietto da visita di ogni casa, e la Casa di Dio non fa certo eccezione, è costituita dalle porte in legno, opera di un artigiano locale, Giuseppe D’Angelo, realizzate dietro suggerimenti del compianto don Giuseppe Struffi e con disegni ispirati alla Passione di Cristo del professor Luigi Pietroluongo, risalenti al 1956 dopo i restauri post bellici.
Nonostante le scarse certezze che abbiamo, è comunque piuttosto semplice individuare nella primitiva struttura, rimasta a grandi linee immutata nel corso dei secoli, gli eleganti tratti architettonici dello stile rinascimentale imperante che, però, lasciano già intravedere le impronte del barocco che tra poco, ricordiamo che siamo all’alba del ‘600, lo soppianterà definitivamente nell’architettura religiosa.
* 1 Prof. Gaetano Ruosi (1940 – 2009), articolo “Arte sacra di Casale di Carinola”
** si ringrazia il sig. Mario Andolfi per la consulenza storico-artistica
2 thoughts on “La chiesa madre di Casale di Carinola: storia, devozione e arte”
bongiorno,
é possibile di trovare in questa chiesa gli atti di matrimonio , nati et morti?
vi ringrazio mille per una risposta
S Patalano Giuseppe
bongiorno,
é possibile di trovare in questa chiesa gli atti di matrimonio , nati et morti? di Carinola Falciano
vi ringrazio mille per una risposta
S Patalano Giuseppe