Gemellaggio tra l’Augustissima Arciconfraternita ed Ospedali della SS. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti di Napoli e la Confraternita di San Carlo Borromeo di Sessa Aurunca
Due giorni di celebrazioni solenni in occasione del gemellaggio tra le due confraternite e della Festività di San Carlo Borromeo
Sessa Aurunca (CE), 26 ottobre 2024 – Nei giorni 3 e 4 novembre 2024, presso la Chiesa di San Carlo Borromeo in Sessa Aurunca, si terranno due giorni di celebrazioni in occasione del gemellaggio tra l’Augustissima Arciconfraternita ed Ospedali della SS. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti di Napoli, che vanta illustri confratelli come Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e San Giuseppe Moscati, e la Confraternita e Monte San Carlo Borromeo di Sessa Aurunca.
Programma
Il gemellaggio sarà solennemente suggellato il 3 novembre 2024, alle ore 18:00, durante una Santa Messa presieduta da Sua Ecc.za R.ma Mons. Giacomo Cirulli, Vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca. La cerimonia simboleggia l’unione spirituale e fraterna tra le due confraternite, ponendo le basi per una collaborazione ancora più stretta nei valori comuni di carità, servizio ai più bisognosi e promozione culturale. Nel corso della celebrazione ci saranno anche le vestizioni di nuove consorelle.
A seguire, il 4 novembre 2024, sempre alle ore 18:00, si celebrerà la Festività di San Carlo Borromeo, Patrono della Confraternita di Sessa Aurunca. La Santa Messa sarà presieduta da Don Roberto Palazzo, Cappellano della confraternita e docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Facoltà Teologica di Napoli.
Dichiarazioni
“La Confraternita San Carlo Borromeo di Sessa Aurunca da quasi quattro secoli testimonia e promuove il carisma dell’humilitas e del soccorso ai deboli, ispirandosi al motto del suo Santo protettore, che venera insieme a due grandi testimoni di tale virtù: San Lazzaro mendicante e San Francesco d’Assisi. Da oggi il suo cammino di fede e testimonianza avrà un punto di riferimento saldo ed un modello luminoso nell’Arciconfraternita dei Pellegrini e Convalescenti, operatrice instancabile di carità nell’affrontare con spirito evangelico le nuove sfide legate alle moderne povertà della città di Napoli“, ha dichiarato l’avv. Gianluca Sasso, Priore della Confraternita di San Carlo Borromeo di Sessa Aurunca.
Il dr. Gianni Cacace, Primicerio dell’Arciconfraternita dei Pellegrini e Convalescenti di Napoli ha dichiarato: “L’Arciconfraternita dei Pellegrini, che nella sua storia ultracentenaria testimonia in modo particolare il Vangelo di Gesù Cristo nella Città di Napoli ed è sempre
attenta ai bisogni dei più deboli, degli “scartati” e degli invisibili, oggi è particolarmente contenta che una speciale sinergia prenda concretezza in un gemellaggio con una realtà altrettanto storica: la Confraternita di San Carlo Borromeo che a Sessa Aurunca è testimone di Cristo e segno concreto di Solidarietà e Carità verso i più poveri”.
Le celebrazioni sono aperte al pubblico e sarà un’importante occasione per la comunità di Sessa Aurunca di unirsi in preghiera e riflessione.
Note di approfondimento:
L’ AUGUSTISSIMA ARCICONFRATERNITA ED OSPEDALI DELLA SS. TRINITÀ DEI PELLEGRINI E CONVALESCENTI
L’Augustissima Arciconfraternita ed Ospedali della SS. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti, che oggi conta più di 700 aderenti, nasce a Napoli nel 1578, facendo propria l’ispirazione della confraternita romana, fondata da Filippo Neri, dalla quale mutua il nome e la principale finalità: offrire accoglienza e ristoro ai pellegrini. Fedele allo spirito delle origini, questa istituzione ha saputo adeguare, di tempo in tempo, le forme del suo impegno al mutare delle domande di solidarietà che giungono dai più poveri. L’attenzione posta alle misere condizioni e alla precaria salute dei pellegrini, si estende ben presto ai malati indigenti e l’antica “casa ospitale” si trasforma, all’inizio dell’Ottocento, in un moderno ospedale sanitario, aperto a tutti e gratuitamente ai poveri. Nel 1970 l’ospedale è assorbito dal sistema sanitario pubblico e l’Arciconfraternita, riconosciuta Ente di Culto con Decreto del Presidente della Repubblica del 25 febbraio 1970, si pone nella ricerca di nuovi terreni nei quali praticare la solidarietà cristiana e promuovere la crescita culturale e spirituale dei cittadini. Oggi l’adesione dei confratelli ai principi ispiratori dell’Arciconfraternita si concretizza nell’animazione e nella gestione di attività ed iniziative di natura sociale, culturale e religiosa. La tradizionale attenzione alla salute dei poveri trova concreta espressione nel Poliambulatorio “Bernardo Giovino”, in piazza Santa Maria la Nova n.8, centro di eccellenza non convenzionato, nel quale si praticano tariffe popolari e si offrono prestazioni sanitarie gratuite ai poveri. Per rispondere alla domanda di futuro che viene dai più piccoli è sorto nel popolare rione della “Pignasecca” dove l’Arciconfraternita ha sede, il Centro Socio-Educativo per minori “Fabrizio Pignatelli”, frequentato quotidianamente da bambini e ragazzi in età scolare che provengono da contesti familiari e ambientali problematici. Accanto a queste forme organizzate di servizio ai poveri si pone il sostegno economico diretto, praticato con discrezione, a vantaggio di quanti sopportano più degli altri il peso dell’attuale crisi economica. Terreno non secondario di impegno è la promozione di iniziative ed incontri culturali, dedicati a temi di grande rilevanza etica e sociale, rivolte ad un pubblico ampio e variegato, che vedono la partecipazione di autorevoli rappresentanti del mondo accademico, delle istituzioni, delle professioni e della politica. Concerti di musica sacra si tengono tutto l’anno e in particolare in occasione delle festività religiose del Natale e della Pasqua, sempre gratuiti ed aperti al pubblico. Infine, per aprire ad un pubblico vasto la fruizione del notevole patrimonio storico e artistico custodito dall’Arciconfraternita, il Complesso Museale dei Pellegrini e l’Archivio Storico, di riconosciuto interesse storico, sono aperti ai visitatori e agli studiosi tutto l’anno. Il Complesso Museale dei Pellegrini è aperto su prenotazione dal lunedì al sabato e comprende due chiese: la cinquecentesca Santa Maria Mater Domini e la settecentesca Chiesa della Santissima Trinità, opera di Giovanni Antonio Medrano e Carlo Vanvitelli. Dappertutto sono pregevolissime opere d’arte: pittoriche: dal XV al XIX secolo, di Bernardino Campi, Carlo Maratta, Andrea Vaccaro, Francesco Fracanzano, Onofrio Palumbo e Didier Barra, Giacomo Farelli, Francesco De Mura, Giuseppe Bonito, Giacinto Diano; scultoree: in bronzo l’espressiva statua di Fabrizio Pignatelli inginocchiato, di Michelangelo Naccherino; in marmo una Madonna col Bambino di Francesco Laurana; in stucco lo scenografico gruppo della Trinità di Angelo Viva; in legno di pioppo il gruppo di statue policrome della Passione del XVI e XVII secolo. Cenni storici Fabrizio Pignatelli, illustre membro della Compagnia dei Cavalieri Giovanniti e Baglivo di Sant’Eufemia, tornato a Napoli per motivi di salute, decide di consacrare la sua vita alla realizzazione di un’opera di carità e a tal fine, nell’anno 1564, “diede principio presso le Mura nuove della città ad una chiesa sotto il titolo della Natività di Nostra Signora Maria sempre Vergine per ivi appresso fondar un Ospedale per Albergo de Pellegrini”, da edificarsi su un terreno di sua proprietà denominato Pignasecca, situato fuori le mura della città, alle spalle della porta Reale dello Spirito Santo. Papa Gregorio XIII, il 13 dicembre 1574, emana una bolla pontificia, detta “Graziosa”, nella quale approva la costruzione della Chiesa e di una “casa ospitale” per i pellegrini, sotto il titolo di S. Maria Materdomini, e concede a don Fabrizio, e ai suoi eredi, ampi privilegi. Fabrizio Pignatelli muore il 7 settembre 1577, prima di poter dare inizio all’edificazione della casa ospitale, e nomina suo erede universale chi condurrà a termine l’opera. Il 15 agosto 1579 l’Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini, costituita da sei artigiani, tra i quali spicca la figura di un sarto, Bernardo Giovino, apre le porte all’ospitalità, accogliendo due pellegrini francesi presso il monastero di Sant’Arcangelo a Bajano. La nuova istituzione dà buona prova di sé, rapidamente cresce il numero dei confratelli e degli ospiti e viene perciò identificata dagli esecutori testamentari e da Camillo Pignatelli quale erede di don Fabrizio, Papa Gregorio XIII approva con la bolla detta “Rigorosa”: è il 7 marzo 1582. Questa duplice origine porta con sé conseguenze rilevanti: nell’Arciconfraternita dei Pellegrini, superando ogni barriera sociale – con continuità dalle origini ai nostri giorni – si ritrovano rappresentanti di tutte le componenti sociali della città, accomunati dall’aspirazione di offrire conforto ed accoglienza ai più poveri.
Sito web ufficiale: www.arciconfraternitapellegrini.net
CONFRATERNITA E MONTE SAN CARLO BORROMEO
Secondo quanto riferito dagli storici locali Lucio Sacco (1640) e Tommaso De Masi (1763), la Confraternita di San Carlo Borromeo fu fondata nel 1615 da un gruppo di laici che, dopo aver restaurato l’antica Chiesa di San Francesco, l’intitolò a san Carlo.
L’attuale sede della Confraternita in origine era una piccola Chiesa dedicata alla Beata Vergine della Neve (ancor oggi nella sacrestia se ne può ammirare una splendida icona), ma, secondo una leggenda tramandata dai predetti storici locali, dopo la morte di San Francesco, la Chiesa fu dedicata al Santo per avervi trovato dimora nel suo soggiorno a Sessa, dove, secondo quanto riferito da Tommaso da Celano, operò il miracolo, affrescato da Giotto nella basilica inferiore di Assisi, di resuscitare un bambino morto sotto il crollo di una casa. Le origini della Confraternita però sono più antiche. Nel 1591 infatti, secondo quanto riportato da fonti documentarie, alla predetta chiesa di San Francesco veniva attribuito l’epiteto “dei battenti”, avendovi ancora sede all’epoca una confraternita così denominata e risalente probabilmente al XIII secolo. Sempre secondo quanto riferito dagli storici locali, dopo la sua nascita, la Confraternita di San Carlo, parimenti alle altre Confraternite di Sessa, fu aggregata con l’omonimo sodalizio romano ospitato dalla Chiesa di san Carlo al Corso, soprattutto per godere i benefici delle indulgenze concesse periodicamente dalla Chiesa. La Confraternita di San Carlo Borromeo era tra le più numerose fra quelle esistenti in Sessa, contando 125 confratelli ed era caratterizzata da norme statutarie che potremmo senz’altro definire corporativistiche per la più totale preclusione alle caste borghesi e nobili e l’ammissione esclusiva riservata ai ceti più poveri: artigiani, manovali, operai ed anche sacerdoti, purché non di estrazione nobiliare. In queste regole è chiaramente rinvenibile l’invito all’umiltà, che non solo fu il motto ispiratore di San Carlo, ma anche di San Francesco e di S. Lazzaro, il cui culto sembra rinviare alla preesistente Confraternita dei battenti. Ed è proprio l’amore e la cura dei poveri il carisma ispiratore della Confraternita, come dimostra anche la venerazione del Mistero della Deposizione di Gesù dalla Croce, che, nello spirito Francescano, indica il soccorso ai più deboli ed indifesi. È significativo, inoltre, che nel quadro raffigurante il Banchetto del Ricco Epulone, nel cartiglio, a commento della parabola, venga riportata la seguente nota “inter tanta vulnera non meminit dolores plagarum, sed famis“. Dopo il concordato con il Regno delle Due Sicilie del 1742, le regole della Confraternita furono approvate dal Re Carlo III con Regio Assenso del 30 maggio 1758 ed erano norme, come abbiamo visto, molto rigide particolarmente riguardo all’ammissione dei nuovi confratelli. I neo-confratelli, infatti, erano tenuti a pagare in anticipo gli abiti congregali e nell’ipotesi in cui un confratello fosse passato, successivamente alla sua ammissione, a far parte di un ceto borghese o nobile, nei suoi confronti erano limitati certi diritti. La Confraternita di San Carlo non aveva alcun tipo di rendita; perciò, faceva affidamento sulla generosità e sulla disponibilità dei confratelli che a turno, cercavano di alleviare le incombenze, raccogliendo offerte nei giorni di festa unitamente al priore e agli assistenti cui era fatto obbligo di questuare nelle campagne limitrofe. L’Assemblea dei confratelli rivestiva un ruolo fondamentale del pio sodalizio: deliberava su tutte le questioni di importanza rilevante, eleggeva l’Amministrazione il Lunedì in Albis ogni due anni. Già in questo Statuto veniva stabilito che i confratelli dovessero riunirsi in preghiera tutte le domeniche e nelle festività principali, ed in particolare quelle di S. Carlo Borromeo e San Lazzaro. Era fatto obbligo, inoltre, ai confratelli di partecipare alle processioni del Giovedì Santo, San Carlo e San Lazzaro.
Successivamente alla Confraternita, nel 1763, fu eretto il Monte di San Carlo, una sorta di fondazione annessa alla Confraternita che aveva particolari finalità. Le norme fondamentali che disciplinavano la vita del Monte di San Carlo aveva scopi particolari: che i confratelli del Monte fossero accompagnati alla sepoltura da venticinque confratelli e otto sacerdoti, che fossero sorteggiati obbligatoriamente dei maritaggi o sussidi alle figlie dei confratelli poveri e che fossero celebrate Sante Messe in suffragio dei confratelli defunti. Le regole del Monte di San Carlo furono munite di regio assenso da Ferdinando IV di Borbone il 28 giugno 1763. Attualmente la Confraternita, composta da circa 100 confratelli e consorelle continua a svolgere la sua attività caritativa in favore dei più deboli. Si riunisce una volta al mese per la celebrazione della S. Messa e per gli incontri di formazione e di catechesi. Celebra il 04 novembre la Festività di S. Carlo Borromeo ed il lunedì dopo la Pentecoste, quella di S. Lazzaro mendicante, a cui erano un tempo particolarmente devote le popolazioni del Frusinate e della Ciociaria, che compivano un lungo pellegrinaggio a piedi per partecipare alle celebrazioni della Festa. Inoltre, la Confraternita partecipa ancora oggi agli antichi riti della Settimana Santa che si tengono a Sessa. In particolare, la mattina del mercoledì santo, dopo aver celebrato il precetto pasquale, tiene la processione penitenziale nella quale i confratelli in ambito confraternale ed incappucciati si recano in Cattedrale per adorare il SS. Sacramento, cantando, con antica intonazione il Cantico di Zaccaria ed il Te Deum. Il Sabato Santo, per antica tradizione, la confraternita porta in processione la statua del Mistero della Deposizione di Gesù dalla Croce, con un caratteristico incedere lento e cullato chiamato in dialetto “cunnulella”. La processione viene svolta insieme alla Confraternita del Ss. Rifugio. La confraternita partecipa inoltre a tutte le celebrazioni presiedute dal Vescovo ed in particolare, in abito confraternale, alla Processione del Corpus Domini e ed a quella della Madonna del Popolo e San Leone IX, Patroni della Diocesi, che si tiene il Lunedì in Albis.
Sito web ufficiale: http://www.sancarloborromeo.org/home.html
Ufficio Stampa Confraternita di San Carlo Borromeo di Sessa Aurunca