Interessante, bello e a tratti coinvolgente l’Omaggio letterario dedicato a Matilde Serao nella sala dell’Auditorium di Piazza Castello, serata introdotta dai saluti istituzionali della sindaca Giuseppina Di Biasio, dell’assessora Maria Sorvillo e della presidentessa Pro Loco Giuliana Marrese. Probabilmente chi scrive non sarà il massimo dell’obiettività, lo ammetto, avendo avuto l’onore e il piacere di partecipare e di dialogare, insieme alla presidente onoraria dell’associazione Silvana Sciaudone, con l’autrice del libro Chantal Vuillermoz, libro dedicato alle vacanze valdostane di Matilde Serao nel 1892 “Alla montagna debbo ritornare” e ispirato alla raccolta degli articoli pubblicati nel 1908 “Lettere di una viaggiatrice”, ma certe sensazioni sono oggettive e difficilmente possono essere messe in dubbio.
INTERESSANTE perché, ed è quasi superfluo dirlo, è sempre interessante quando si mette la cultura al centro di una discussione, e in questo senso meritoria è l’azione incessante dell’Associazione Culturale Matilde Serao di Carinola che per conservare nel modo migliore la memoria della più illustre concittadina del nostro Comune, fa sempre della cultura, e lo fa come ragione sociale della sua esistenza, il centro di ogni suo interesse. Tutto è cultura nel nome di donna Matilde, anche la musica che ha accompagnato l’introduzione letta da Caterina Di Iorio o le varie letture fatte da Emilia Messina e Maria Pia Rossi tratte da testi di Matilde Serao.
BELLO perché è bello sapere che grazie a Matilde Serao un po’ di Carinola ha fatto il giro d’Italia già dallo scorso secolo, non a caso la professoressa Vuillermoz ricordava che già nel 1892 sui giornali valdostani si faceva il nome della Serao come villeggiante in Val d’Aosta. Turismo italiano quindi per donna Matilde, turismo d’antan, turismo d’altri tempi, tempi in cui il mordi e fuggi vacanziero di oggi non esisteva ancora, ma perché no anche turismo del mondo visto che la Serao sarebbe stata protagonista qualche mese dopo di un viaggio in Palestina che, come ha giustamente sottolineato la professoressa Vuillermoz «Per quei tempi era qualcosa di impensabile per una donna sola», ma di questo si parlerà, magari, in un prossimo appuntamento, analizzato in un eventuale libro che si inserirà in quella “miniera Serao” come la definisce il presidente Antonio Corribolo nella prefazione al libro della professoressa valdostana.
È stato BELLO vedere la vera e propria emozione di chi, proveniente da Saint-Vincent, una delle località più belle d’Italia, dice di sentirsi emozionata di trovarsi a Carinola dove Matilde Serao ha avuto le sue origini ed è vissuta per qualche anno della sua infanzia: bello e, lasciatecelo dire, gratificante per Carinola. BELLA la pubblicazione della professoressa Chantal Vuillermoz, un libro che probabilmente potrebbe essere una guida turistica ante litteram e in cui la ricchezza e la precisione delle fonti storiche, per sua stessa ammissione difficilmente reperibili, accompagnate dallo splendore dei paesaggi ancora incontaminati fatti dalla Serao, potrebbero renderlo assimilabile ad un’enciclopedia contrariamente a quanto possano far pensare le proporzioni abbastanza contenute della pubblicazione.
E infine la parte che ci piace ricordare maggiormente: il presidente Antonio Corribolo ha detto che «L’associazione Serao ha piantato un seme…», riferendosi al sempre maggiore interesse verso la scrittrice di origini carinolesi manifestato dalle giovani generazioni locali. Ebbene tra le varie letture proposte abbiamo lasciato per ultima quella della professoressa Katia Zamprotta che ha letto un brano composto dagli alunni delle Scuole Medie dello scorso anno e che si riferisce al periodo più buio della vita di Matilde Serao quando cioè l’amante francese del marito Edoardo Scarfoglio, la cantante Gabriele Bessard, si uccise sul pianerottolo di casa sua dopo aver depositato sul portone d’ingresso la figlia neonata visto che era stata abbandonata da chi per vigliacca convenienza aveva interrotto la loro relazione ed era tornato da donna Matilde. Una descrizione emozionante e veramente COINVOLGENTE di Matilde Serao che torna a Ventaroli e va a pregare nella Basilica dell’Episcopio, dando vita alla trama di un vero e proprio romanzo storico visto che si tratta di un episodio solo verosimile perché inventato dalla fervida fantasia dei ragazzi, che però si innesta alla perfezione nella tragica realtà che si è trovata ad affrontare Matilde Serao e che ha posto definitivamente fine al matrimonio con Edoardo Scarfoglio con cui aveva fondato il quotidiano Il Mattino di Napoli.
I semi stanno germogliando quindi non possiamo che dire bravi all’associazione culturale Serao e alla professoressa Chantal Vuillermoz per il suo libro, e fare gli auguri a tutti per una semina sempre più produttiva nel nome di donna Matilde.