Poche settimane fa è divenuto ufficiale l’aumento degli stipendi per l’indennità di funzione dei Sindaci, metropolitani e sindaci dei comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario. Era stato previsto dall’articolo 175 del DDL di Bilancio 2022 è sarà incrementato in percentuale del trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni (attualmente pari a 13.800 euro lordi). L’incremento sarà adottato in misura graduale per il 2022 e 2023:
Anche le indennità di funzione dei vicesindaci, assessori e presidenti dei consigli comunali saranno adeguate alle indennità di funzione dei corrispondenti sindaci con l’applicazione delle percentuali vigenti.
100% per i sindaci dei Comuni metropolitani (quindi pari a 13.800 euro lordi mensili);
80% per i sindaci dei Comuni capoluogo di regione e per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti (pari a 11.040 euro lordi mensili);
70% per i sindaci dei Comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 100.000 abitanti (pari a 9.660 euro lordi mensili);
45% per i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti (pari a 6.210 euro lordi mensili);
35% per i sindaci dei Comuni con popolazione da 30.001 a 50.000 abitanti (pari a 4.830 euro lordi mensili);
30% per i sindaci dei Comuni con popolazione da 10.001 a 30.000 abitanti (pari a 4.140 euro lordi mensili);
29% per i sindaci dei Comuni con popolazione da 5.001 a 10.000 abitanti (pari a 4.002 euro lordi mensili), è il caso di Carinola;
22% per i sindaci dei Comuni con popolazione da 3.001 a 5.000 abitanti (pari a 3.036 euro lordi mensili);
16% per i sindaci dei Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti (pari a 2.208 euro lordi mensili).
L’incremento sarà inizialmente del 45% del totale previsto per il 2022 e poi, per il 2023 – del 68% -, mentre andrà a pieno regime a decorrere dal 2024.
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La notizia ci offre la possibilità di ribadire ciò che da anni pensiamo relativamente alla retribuzione di chi occupa incarichi pubblici, cui si viene chiamati con voto popolare. È giusto, oltremodo giusto, prevedere un compenso per chi occupa il proprio tempo per la propria comunità, anche perché per «occupare tempo per la propria comunità» noi alludiamo a un tempo pieno a tutti gli effetti, per non rischiare di far male sia l’Amministratore sia la propria professione. Va da sé che non essendovi altra entrata l’impegno politico è giusto che venga retribuito.
Il problema come spesso succede in Italia, si chiama OPPORTUNITÀ cui si aggiunge, in questo caso, la TEMPISTICA. È vero che quasi in ogni occasione pubblica ci si profonde in ringraziamenti per gli amministratori locali per come stanno affrontando l’emergenza sanitaria, ma è opportuno metter mano al portafoglio degli italiani per aumentar loro lo stipendio, mentre ad altre categorie, pensiamo per esempio agli operatori sanitari, è negato lo stesso tangibile riconoscimento? Oppure le imprese private o le partite IVA che stanno soffrendo più di altri in questo periodo pandemico? O ancora, problema di estrema attualità, non sarebbe stato meglio destinare quei soldi al “caro-bollette” che fa sentire i suoi morsi su quasi tutte le famiglie italiane?
Appunto, era OPPORTUNO? Era il TEMPO INDICATO?