Genocidio armeno. Il 24 aprile del 1915 iniziò la distruzione sistematica o pulizia etnica che dir si voglia della comunità armena una delle componenti maggiori dell’Impero Ottomano che dopo secoli di glorioso predominio su larga parte del Medio Oriente e del Nord Africa fu in pratica egemonizzato dal movimento politico dei Giovani Turchi che, portando nuove idee di amministrazione dello Stato che si contrapponevano al vecchio apparato, cominciarono a considerare la comunità armena ad una vera e propria minaccia per la nazione turca.
Non è un caso se abbiamo iniziato questo articolo con le lapidarie parole di Genocidio armeno, e non lo è in considerazione del fatto che la Turchia ha ripetutamente negato il termine genocidio, anzi addirittura l’articolo 301 del codice penale turco consente di avviare procedimenti penali nei confronti di chi si rivolge in questi termini a quella orrenda pagina di storia dell’ormai decadente Impero Ottomano del sultano Abdul Hamid II per «oltraggio all’identità turca», e segnatamente nei confronti di giornalisti, scrittori ed editori che negli articoli e nei libri trattino in questi termini il genocidio degli armeni del 1915.
La comunità armena costituiva quasi il 60% della popolazione, contava più di 2 milioni di cittadini e popolava la penisola anatolica fin dal VII secolo a. C. quindi probabilmente prima dei turchi stessi: ebbene con la scusa che non erano totalmente fedeli all’Impero Ottomano, che in quegli anni si apprestava ad entrare in guerra con l’impero Russo, e che addirittura avrebbero potuto, secondo il nazionalismo demagogico dei Giovani Turchi, appoggiarlo e divenirne fiancheggiatori, non dimentichiamo che l’Armenia era una regione della parte Nord orientale dell’Anatolia e quindi al confine dell’Impero Ottomano con la Russia, attraverso deportazioni e brutali eliminazioni fisiche perpetrate tra il 1915 e il 1916, ma vi furono delle odiose propaggini anche nelle 1917-1918, si trucidarono sistematicamente e scientificamente circa 1,5 milioni di persone. Tale genocidio viene commemorato dagli armeni il 24 aprile, giorno in cui si diede inizio a questa orribile pulizia etnica assassinando e arrestando la parte migliore e più potente dell’intera comunità armena, quella che oggi chiameremmo intellighenzia, che era in pratica la classe dirigente della Turchia di allora.
Ricorda per caso qualche episodio di pulizia etnica ben più noto? Circa 25 anni dopo lo sterminio degli Ebrei in nome del nazionalismo Germanico animato dalla follia di Adolf Hitler e del Nazismo, si ispirò nemmeno tanto velatamente visto che lo stesso Führer più volte fece esplicito riferimento a questo episodio che, comunque, già pochi anni dopo la fine della Grande Guerra si tentò di occultare e si fece di tutto per far cadere nel dimenticatoio della storia, anzi ci fu addirittura un tentativo di revisionismo storico che cercò di accreditare un supposto genocidi turco da parte del popolo armeno oppressore.
Se è vero, com’è assolutamente vero, che la grandezza di uno Stato moderno passa attraverso il riconoscimento dei propri errori del passato, siamo spiacenti ma la Turchia, si badi bene quella Turchia rappresentata dall’attuale classe dirigente e non il nobile popolo turco nella sua interezza, non meriterà mai di sedere nel consesso internazionale delle grandi Nazioni, ci viene per esempio alla memoria la richiesta turca di entrare in Europa.
Insomma parafrasando Antonio Gramsci diciamo con lui che spesso dire la verità è veramente rivoluzionario.