«Per la prima volta i lavoratori di Amazon sono in sciopero per chiedere che vengano garantiti le adeguate tutele contrattuali a tutti lavoratori della filiera, a cominciare dai driver, che subiscono un vero e proprio sfruttamento lavorativi, con orari massacranti e condizioni di lavoro che vanno oltre ogni legalità. Se questo è il futuro, deve esserlo rispettando i diritti. Chiediamo la continuità contrattuale, il diritto alla parità di trattamento della filiera, la clausola sociale e la fine di questo turn-over esasperante nello stabilimento di Arzano».
A dirlo in una nota sono le segreterie di Cgil, Filt-Cgil e Nidil Cgil Napoli e Campania, che oggi hanno partecipato al presidio davanti ai cancelli dello stabilimento Amazon di Arzano, in provincia di Napoli. Qui lavorano almeno 500 persone, tra diretti ed indiretti, con contratti che durano al massimo tre mesi. Una situazione ai limiti dello sfruttamento che le organizzazioni sindacali hanno denunciato con il presidio di oggi.
«Servono tavoli di contrattazione dove parlare dei ritmi di lavoro, di turni e di diritti. – sostengono Cgil, Filt e Nidil nella nota – Chiediamo solidarietà per i driver che lavorano per oltre 10 ore giornaliere e che se cambiano azienda rischiano di non venire riconfermati. Chiediamo che questi lavoratori, indispensabili durante il lockdown e ancora oggi, siano considerati persone e non merce.
«In un momento così difficile – conclude il sindacato – tali proposte attirano, sembrano positive e facilmente perseguibili. Non è possibile però, accettare che la logica del profitto prevalga sui diritti dei lavoratori, spesso precari, sfruttati al massimo, con diversi livelli di retribuzione e garanzie nella filiera, vessati qualora si iscrivono al sindacato. É ora che i lavoratori facciano sentire la propria voce».
Ufficio Stampa CGIL Campania