Viva impressione e profondo sgomento ha suscitato la morte del sovrintendente Giuseppe Matano dell’istituto penitenziario GB Novelli di Carinola, 50 anni, ammalatosi di Coronavirus e morto in pochi giorni al Covid Hospital di Maddaloni. Dopo i funerali di ieri celebrati presso la struttura penitenziaria e officiati da don Luigi Manica, cappellano del carcere di Carinola, è la moglie Barbara Greco ad affidare a Facebook le sue parole intrise di contrizione, rabbia e, soprattutto, delusione.
«Non ho studiato, ho la terza media… ma nella mia semplicità sono andata a vedere le normative che sono state emanate per regolamentare la protezione dal contagio del personale dell’Amministrazione Penitenziaria. Leggo, leggo e leggo… e trovo solo normative, protocolli, regolamenti a tutela e salvaguardia dei detenuti. Leggo un Documento redatto dalla Conferenza delle Regioni il 6 agosto 2020 intitolato “Gestione Covid – 19 all’interno degli istituti penitenziari: linee di indirizzo”; non trovo nulla sui dipendenti della Polizia Penitenziaria. Ogni paragrafo fa riferimento ai detenuti, alle condizioni di sovraffollamento, alla fatiscenza dei locali, alle scadenti condizioni che rendono difficoltosa una adeguata disponibilità di spazi per la gestione degli isolamenti. Leggo la parte dedicata allo “scopo” del documento: parla di fornire linee di indirizzo a beneficio della popolazione detenuta. Leggo le linee di indirizzo nello specifico: non parla che di detenuti.
In tutto il documento non leggo un passaggio dedicato a chi invece i detenuti li deve gestire 24 ore al giorno, in condizioni di pericolosità, di degrado, condizioni che solo chi lavora nel carcere può conoscere. Non leggo una riga che regolamenti le tutele da fornire a chi lavora nel carcere, a chi garantisce che i delinquenti (perché di questo stiamo parlando) non organizzino rivolte, non si ammazzino, da soli o tra loro, non commettano reati, non costituiscano pericolo per la comunità che, tranquilla, vive al di fuori delle mura del carcere stesso. Il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute il 7 aprile ha pubblicato un bollettino. Anche qui solo parole per i detenuti. Leggo altri articoli… si parla solo di detenuti. E del personale della Polizia Penitenziaria chi ne parla???
Chi mi spiega come mai nel carcere di Carinola, dove mio marito lavorava, il 6 febbraio 2021 sono risultati positivi contemporaneamente 17 tra agenti e ispettori di Polizia Penitenziaria (di cui uno deceduto 2 giorni dopo, seguito oggi da mio marito), un infermiere ed un operatore sanitario, mentre le centinaia di detenuti sono risultati (a seguito di tamponi effettuati a tappeto) tutti negativi?
Come mai l’Amministrazione Penitenziaria si è precipitata a sottoporre a tampone molecolare l’intera popolazione di detenuti del carcere dopo la scoperta di questo cluster tra agenti?»
Una lettera che si chiude con queste dure e lapidarie parole:
Non avrò pace finchè lo Stato non risponderà alle mie domande e, se come immagino, le risposte non saranno soddisfacenti, non mi fermerò e chiederò giustizia per l’omicidio (perché questo sarebbe) di mio marito
#giustiziaperPino