In Campania il Reddito di cittadinanza (inizialmente concepito dalla legge 26 del 2019 come una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, in pratica un sostegno economico a integrazione dei redditi familiari e, soprattutto, finalizzato al reinserimento lavorativo e sociale) è stato accordato a 183.365 famiglie (record nazionale) e coinvolge ben 551.991 persone. Importo medio? 599,79 euro al mese.
Ma quanti sono coloro che hanno perso il diritto a ricevere il reddito di cittadinanza, dopo i naturali e doverosi controlli governativi giunti, spesso, in ritardo?
Ad oggi – su tutto il territorio italiano – risulta che 56 mila nuclei, di cui 50 mila beneficiari di Reddito di Cittadinanza e 6 mila di Pensione di Cittadinanza (la naturale evoluzione del RdC laddove un nucleo sia composto esclusivamente da uno o più componenti di 67 anni o più, a oggi 1,6 milioni le domande presentate di Rdc/Pdc all’Inps, di cui 1,1 milioni accolte e 457 mila respinte o cancellate). In Campania le famiglie che rientrano nella casistica — sempre di fonte Inps—sono 8.894. Alle quali bisogna aggiungere le domande respinte o cancellate, pari a 62.832 (dati del Corriere di Mezzogiorno).
Ovviamente però bisogna i conti con i soliti furbetti. Complessivamente sono stati 255 i componenti dei nuclei familiari oggetto di controllo, che sono poi risultati aver illegittimamente richiesto e percepito il sussidio per un danno alle casse dello Stato stimabile in oltre 200.000 euro, calcolando solamente le somme già materialmente percepite.
Di varia natura è purtroppo la casistica delle furberie emerse durante l’attività di verifica. Chiosiamo con le parole del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, parole datate 30 ottobre con cui non possiamo che sposare pienamente: «Ho sempre distinto tra la povera gente vera, a cui abbiamo il dovere di dare una mano, dai figli di buona donna e anche dai delinquenti. Nella nostra realtà, in troppe occasioni il reddito di cittadinanza è servito a pagare la manovalanza della camorra, a far scansare il lavoro stagionale, ad avere un incentivo a fare il doppio lavoro e prendersi il contributo».