Europa: il “Green New Deal” diventa operativo

Un investimento mai visto. Mille miliardi di euro per il “Green New Deal”. Un investimento equivalente a circa 100 volte il Piano Marshall che, nel dopoguerra, risollevò l’Europa dalle macerie. Per il Green New Deal europeo l’obiettivo è quello di decarbonizzare l’economia e ridurre almeno del 40% le emissioni inquinanti entro il 2030.

Lo ha annunciato l’Unione europea indicando quattro aree di investimenti prioritari:

● Miglioramento dell’efficienza energetica di tutti gli edifici;

● Riconversione nel settore energetico;

● Innovazione dei trasporti;

● Mitigazione delle crisi industriali legate alla decarbonizzazione.

Il capitolo “Miglioramento dell’efficienza energetica” implica la ristrutturazione del patrimonio edilizio. Un capitolo che da solo richiede 200 miliardi di euro l’anno e che prevede un significativo aumento dell’occupazione. Solo per la Germania si prevede l’adeguamento di 342.000 appartamenti e la creazione di 25.000 nuovi posti di lavoro. In Italia il ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha annunciato che verrà avviata la ristrutturazione degli edifici pubblici per renderli energeticamente efficienti.

La “Riconversione nel settore energetico” implica enormi investimenti per lo sviluppo di energie alternative provenienti da fonte eolica, solare e geotermica. Il che implica la raccolta, accumulazione e distribuzione di energia in maniera più efficiente e mirata, grazie all’utilizzo di nuove batterie e all’impiego di piattaforme telematiche per la gestione della rete.

Molto importante la “Innovazione dei trasporti”, che prevede l’introduzione su vasta scala della motorizzazione ibrida ed elettrica in sostituzione dell’intero parco auto, bus, moto, camion, navi, ecc. Se si pensa che attualmente nel mondo si consumano ogni giorno 100 milioni di barili di petrolio e che il 62,5% viene utilizzato per i trasporti, si ha un’idea di quanto decisivi siano gli investimenti in questo settore.

La “Mitigazione delle crisi industriali legate alla decarbonizzazione” significa poter coprire i costi sociali ed occupazionali legati a quello che in inglese viene definito “stranded assets” (in italiano: “beni incagliati”, nel senso di perdita di valore dell’investimento). Durante la crescita del Green New Deal, infatti, le imprese che lavorano, utilizzano, commercializzano e gestiscono combustibili fossili e carbone vedranno gradualmente ridursi il loro mercato. Ma saranno tutte invitate e aiutate a riconvertirsi e diversificare gli impianti e le attività. A questo proposito, molta attenzione ha destato il Fondo per la Transizione che aiuterà i Paesi e le imprese a compensare i costi economici e sociali della riconversione energetica.

In termini economici non si è mai visto un investimento di queste dimensioni sull’economia reale. Paolo Gentiloni, commissario europeo all’economia, ha spiegato che, sebbene mille miliardi siano uno sforzo rilevante, servirà un contributo ulteriore, e quindi verranno create le condizioni per aumentare gli investimenti da parte degli Stati membri e dei privati, approfittando anche del basso costo del denaro. Le opportunità di raccogliere altri grandi investimenti sono reali e profittevoli. Da questo punto di vista il Green New Deal sarà più appetibile e meno rischioso di tanti investimenti speculativi. Gentiloni ha anche parlato di un allargamento delle regole sugli aiuti di Stato. La revisione sarà fatta entro la fine del 2021, ma nel frattempo la Commissione ha promesso maggiore flessibilità. Tutti i Paesi avranno accesso ai fondi e nessuno potrà ottenere più di due miliardi di euro l’anno. Per questo Gentiloni ha sollecitato i governi a presentare i progetti. «Occorrono i piani regionali nelle aree alle prese con i problemi della transizione e noi daremo l’aiuto necessario», ha precisato il Commissario. Gentiloni ha inoltre confermato che l’Italia potrà utilizzare per l’Ilva di Taranto parte dei fondi previsti per gli interventi di ristrutturazione ambientale. L’acciaieria italiana potrà rinnovarsi come grande polo europeo verde con produzioni a basse emissioni.

Il ministro dell’economia italiano Roberto Gualtieri ha manifestato il suo entusiasmo per il “Green New Deal”, sostenendo che è «una buona notizia» ed «una grande opportunità per un Paese manifatturiero come l’Italia che ha una forte vocazione alla sostenibilità e all’economia circolare».

 

Antonio Gaspari, direttore www.orbisphera.org

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