La nascita di un governo fondato su una solida maggioranza è una buona notizia. Soprattutto se si pensa ai problemi economici e istituzionali che avrebbero potuto crearsi in una situazione di elevata incertezza, determinata dall’esercizio provvisorio di bilancio e dal rischio dell’aumento dell’Iva.
È troppo presto per dire che il nuovo governo farà bene, ma osservando la situazione come cittadini che guardano al bene comune, al di là di interessi o posizioni di parte, riteniamo di poter esprimere un cauto ottimismo. Il governo sembra solido sui numeri. È composto da tre partiti che, alle elezioni politiche del 2018, hanno raccolto il 58,9% dei consensi (32,7% Mov5Stelle; 22,8% Pd; 3,4% Leu). Un dato positivo che è stato subito colto dal mondo dell’economia e degli investitori.
Fin dal primo momento in cui si è cominciato a parlare del nuovo governo, lo spread è sceso di oltre 100 punti e la Borsa ha fatto segnare incrementi che non si vedevano da anni. In termini reali, il calo dello spread ha fatto risparmiare all’Italia e agli italiani circa 800 milioni di Euro grazie alla riduzione degli interessi sul debito pubblico. Una cifra, quest’ultima, che si riferisce al solo mese di agosto. E se dovesse proseguire l’attuale trend, il risparmio sarà di 5 miliardi entro la fine dell’anno e di 15 miliardi nell’anno 2020. Le buone sensazioni vengono confermate anche dal programma condiviso, che, pur essendo poco dettagliato, mostra una linea di condotta orientata in funzione espansiva. Le intenzioni sembrano chiare: contrasto alla povertà; riduzione della tassazione su lavoratori ed imprese; incentivazione della green economy; investimenti per far crescere imprese e occupazione; realizzazione di alcune grandi opere; incremento della spesa in sanità, scuola, università e ricerca; collaborazione piena e convinta con l’Unione europea.
È evidente che tali politiche potranno essere realizzate solo se sarà possibile sforare il deficit con una maggiore flessibilità, passando dall’attuale percentuale del 2,4% ad almeno il 2,9%. In tale prospettiva, è importante tener conto di alcune positive indicazioni che giungono dall’Unione europea. Christine Lagarde, già direttrice del Fondo Monetario Internazionale nonché nuovo presidente della Banca Centrale Europea, ha annunciato un sostegno alle politiche espansive dell’Europa e ha salutato con favore la nomina di Roberto Gualtieri a ministro del Tesoro italiano: “La sua investitura – ha dichiarato – è un bene per l’Italia e per l’Europa”. Il neo ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, eurodeputato da dieci anni, possiede una elevata competenza in merito alle problematiche comunitarie essendo stato presidente della Commissione per i problemi economici del Parlamento europeo. Il suo punto di vista può essere riassunto in un concetto da lui più volte sottolineato: “L’Europa deve far vedere che, oltre all’austerità, lavora anche per la crescita”. Nel corso della sua permanenza a Bruxelles, Gualtieri ha dato prova di flessibilità e apertura. Si è distinto per aver chiesto un cambio di indirizzo delle regole europee con manovre che rendano più espansive le politiche economiche, favorendo investimenti destinati alla sostenibilità ambientale e dedicando una maggiore attenzione alla questione sociale e alla lotta contro l’evasione fiscale.
La carica di ministro per gli Affari Europei del nuovo governo italiano è stata conferita a Vincenzo Amendola, 46 anni e un curriculum interamente incentrato su una lunga e consolidata esperienza dei principali dossier di politica estera.
L’Italia, in Europa, è rappresentata dal presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Ed è in corso la nomina dell’ex premier Paolo Gentiloni alla carica di Commissario europeo nella squadra guidata da Ursula von der Leyen. Insomma, la situazione internazionale è difficile, complicata e piena di insidie, ma un’Unione europea rinnovata potrebbe dare una risposta nuova, espansiva e propositiva alla crisi. E in questo contesto, il nuovo governo italiano ha la possibilità di riaffermare il prestigio dell’Italia quale Paese fondatore dell’Ue.
Antonio Gaspari, Direttore Orbisphera, www.orbisphera.org