È lapalissiano oltre ogni misura che l’Ordinanza (n. 39 del 9 luglio 2019) con cui si dispone l’utilizzo di un pozzo privato sito in località Corte di Bufala, per alleviare, e non certo per risolvere, la devastante crisi idrica che sta avviluppando Casanova di Carinola negli ultimi mesi e che sta spazzando via quel poco di credibilità che ancora aveva quest’Amministrazione. Ma qualcuno si chiederà: ANCORA NE AVEVA?
Una pezza usata per tamponare una situazione lisa e consunta come vecchio abito, una pezza di seconda mano visto che già due anni fa la si usò per un rammendo simile, una pezza nata già moribonda visto che nella stessa Ordinanza si prescrive «che l’acqua deve essere utilizzata al solo scopo igienico sanitario e che ne è vietato l’uso potabile», assoluto divieto ribadito col successivo avviso pubblico.
È ovvio che la soluzione definitiva è ancora di là da venire; lo è ancora di più che non la si poteva trovare in soli tre giorni, come richiesto dall’auto-costituito Comitato pro acqua di Casanova ricevuto nei giorni scorsi in prefettura a Caserta, quasi come se si chiedesse a questo Comune, vergognosamente immobile per anni, di attuare un miracolo stile Resurrezione di Gesù Cristo.
Atto strettamente indispensabile, dunque, atto necessitato dalla situazione, ma atto obiettivamente insufficiente e che nemmeno può servire a gettare fumo negli occhi della nobile popolazione casanovese, sarebbe un’offesa all’intelligenza generale, popolazione casanovese che ormai ha sicuramente i nervi scoperti a causa di questo stressante stato di cose.
Alla prossima dunque, perché è chiaro che un colpo ci sarà ma chi lo batterà Casanova, il Sindaco o il Prefetto?