Giovedì prossimo 14 marzo a Capua, nella Chiesa longobarda di S. Salvatore a Corte, in via Principi Longobardi proprio nel cuore del centro storico di Capua, “Serata in onore di Matilde Serao” con al centro dell’attenzione la vita e le opere della nostra grande carinolese. Nell’occasione saranno presentati i libri Ventaroli la Patria dei ricordi di Matilde Serao e Telegrafi di Stato editi per i tipi di Caramanica Editore.
Molti altri saranno gli ingredienti della gustosa serata, che sarà nobilitata dalle presenze del prof. Pompeo Pelagalli, della dr.ssa Annamaria Troili, entrambi del Touring Club Italia, e della prof. Nadia Verdile. Per l’Associazione Matilde Serao di Carinola, oltre ad alcuni iscritti e simpatizzanti, ci saranno Lidia Luberto e Silvana Sciaudone che dialogheranno con l’autore Antonio Corribolo, presidente dell’Associazione omonima, su un argomento ricchissimo e paradossalmente poco conosciuto proprio qui, a Carinola, terra d’origine di donna Matilde e patria dell’adorato papà Francesco Saverio.
Tenendo fede all’evangelico «Nemo propheta in patria», da applicare purtroppo a quella che può a buon diritto esser considerata la madre di tutte le giornaliste, introduciamo uno dei temi di fondo di Ventaroli la Patria dei ricordi di Matilde Serao (l’altro, Telegrafi di Stato, godibile e scorrevole anch’esso, Antonio Corribolo lo dedica alla prima esperienza lavorativa di donna Matilde come telegrafista nell’Amministrazione Postale), ed egli lo indica con il suo eloquio elegante e fluido ma diretto, forse un po’ seraiano se vogliamo:
Matilde Serao era legata o no a Ventaroli? C’era nei decorsi anni e forse c’è ancora, una scuola di pensiero locale propensa alla seconda ipotesi e cioè che Matilde Serao non fosse affatto legata a Ventaroli che quindi in pratica l’avesse sempre snobbata ritornandovi pochissime volte [mentre invece, ndr] era molto legata alla gente della sua stirpe come ella definiva gli abitanti di Ventaroli
… non a caso oltre a trascorrervi parte della sua infanzia, gli anni che vanno dal 1860 al 1865, vi ritornò ogni volta che gli impegni professionali e lavorativi glielo consentirono.
Anche su un altro punto si accendono i fari dell’attenzione di Antoniio:
Sulla tomba di Matilde Serao c’è una piccola, semplice targa di marmo con la sua data di nascita: 14 marzo del 1856
… è questa dunque l’importante scoperta, fondamentale quasi per gli studiosi del settore, che è stata fatta recandosi personalmente al cimitero di Poggioreale, Napoli, dove si trova la tomba di famiglia: la scoperta dell’uovo di Colombo magari, ma cui nessuno mai aveva pensato, e infatti per quasi un secolo si è consolidata l’idea che fosse il 7 marzo la data della sua venuta al mondo, scoperta questa che costringerà studiosi e biografi, ma anche libri ed enciclopedie, ad aggiornare la data più importante della vita di donna Matilde: Wikipedia lo ha fatto nei giorni scorsi, con alcuni mesi di ritardo purtroppo, ma meglio tardi che mai!
A tal proposito suggestivo ed intrigante risulta essere l’accostamento di tre date, sulla locandina di presentazione della serata, che portano in maniera indelebile il timbro di Matilde Serao: 14 marzo 1956 nascita a Patrasso in Grecia, 14 marzo 1892 fondazione de Il Mattino di Napoli, e infine, con un pizzico di normale e sano campanilismo, 14 marzo 2003 la I edizione del Premio Gionalistico Matilde Serao, assegnato in quell’occasione a Carmen Lasorella e Natalia Aspesi, alla presenza dell’allora direttore de Il Mattino Mario Orfeo.
Donna Matilde morì a Napoli nel 1927, colpita da un infarto mentre era intenta a scrivere che, a suo dire «era il mio destino», proprio come affermava Eduardo De Filippo che a chi glielo chiedeva rispondeva che se non avesse fatto l’attore forse non sarebbe mai nato.