Carissimi Fratelli e Sorelle,
ancora una volta ci è data l’opportunità del tempo di grazia, la Quaresima, per stare più tempo con noi stessi, per specchiarci nel cuore attraversato dai tanti venti della vita e da molteplici, contrastanti spinte interiori; ma, soprattutto, per risollevare lo sguardo e fissare intensamente, con fiducia, l’Amore-crocifisso che redime e rigenera nella Pasqua del Signore Gesù Cristo: nostra vera e unica speranza. Sì, un tempo di grazia! Se il ritorno nell’intimità del cuore è troppo spesso caratterizzato dall’evidenza di molte ombre, dal groviglio di pensieri che rubano la vita, lo sguardo attento verso l’Amore rigenerativo della Pasqua di Risurrezione risveglia e alimenta il desiderio di fare luce! È lo sguardo di Cristo, Amore offerto e sofferto, che conduce fuori dall’ombra e illumina, con la misericordia e il perdono, le tante nostre fragilità e il nostro peccato. L’Amore di Misericordia è il vero centro della Quaresima e solo in questa luce possiamo guardare, senza cadere nel pessimismo o nella superficialità, fragilità e peccati che segnano la vita in tutta la sua estensione: con Dio, gli altri, il creato.
Quaresima è tempo per guardarci dentro con maggiore attenzione e cura, accogliendo lo sguardo di Cristo che, come a Pietro, comunica amore, soprattutto dopo il rinnegamento. Dobbiamo lasciarci guardare da quegli occhi e rivedere la nostra vita a partire da quello sguardo misericordioso più che dal nostro, rattristato, spesso sfiduciato o alienato dallo stordimento personale e dalle difficoltà dei contesti di vitali. Ma per lasciarsi guardare bisogna mantenere vivo nel cuore un legame, quella presenza, che ci chiama a risollevare lo sguardo e a fissarlo su Chi, con amore e sacrificio, ci sottrae alle nostre deludenti chiusure egoistiche e autosufficienti. Per lasciarsi guardare in questo Amore è necessario amare, aprire il cuore e spostare l’attenzione dall’io al Tu! Far crescere l’attenzione all’altro per consolidare il distacco dall’io e generare frutti di vita: si produce un lento e progressivo spostamento dall’egoismo accentratore alla generosità altruista e solidale. Proprio tale amore di condivisione alimenta il cammino quaresimale, un amore che desidera e motiva la purificazione del cuore, nella certezza di poterlo riconoscere nella sua bellezza e potenzialità, quale linfa feconda che rigenera e trasforma la vita: riconciliata e nuovamente in equilibrio. È amore paziente che sa attendere, che dona questo tempo per liberare il cuore dal peccato, cioè dalle molteplici alienazioni e distanze che lo hanno condotto al disorientamento, alla confusione, e a scelte contraddittorie rispetto al desiderio di vera gioia che lo alimenta.
Sì, il peccato è alienazione, distorsione del cuore, perdita di unità interiore e di equilibrio: disorienta, confonde e rende prigionieri della frammentazione, della lacerazione che trasforma le relazioni con noi stessi, con Dio, con gli altri, con il creato. È perdita di armonia e di bellezza! Affievolisce in noi la consapevolezza che tutto è ricevuto (avuto in dono!) fino a spingerci nella ossessione del possedere e consumare per sfamare il desiderio ingordo dell’Io! Si genera uno squilibrio nella armonia della persona, una condizione anomala che modifica l’orientamento e il senso stesso della nostra vita. Sì, l’alienazione del cuore, il suo snaturamento causato dalla perdita della comunione con Dio, con noi stessi, gli altri, il creato, è il peccato che genera effetti devastanti nelle relazioni e nello stile di vita. Non siamo più creature, ma onnipotenti gestori della nostra vita e di quella degli altri: perdiamo il senso dell’umiltà e del limite! In una coscienza stordita e frammentata, in un cuore disorientato e confuso dal peccato è facile trovare giustificazioni di comodo, senza riuscire a distinguere il bene dal male. Infatti, decidiamo di vivere assecondando le nostre suggestioni e il valore, ciò che è bene, è frutto di valutazioni autonome e autoreferenziali: eleviamo a valore solo quello che desideriamo, senza alcun altro parametro di verifica. Con un cuore confuso viviamo in costante antagonismo e concorrenza; vogliamo ridurre ogni possibile memoria creaturale – filiale che pensiamo possa nascere dal contatto con Dio, con l’altro, nel creato.
Agostino afferma che «la grazia della fede, operando attraverso la carità, toglie i peccati» (Commento alla Lettera ai Galati); attraverso la fiducia-affidamento, la disponibilità e il dono di sé, possiamo fare chiarezza nel cuore e tornare all’essenziale, in noi stessi e nella trama delle nostre relazioni. Per questo la Quaresima, personale sentiero di purificazione e di autenticità, aiuta a ritrovare lo sguardo giusto, purificato dall’amore, su noi e sulla realtà. È il tempo – spazio del ritorno a casa dopo l’allontanamento e la dispersione che hanno spinto fino all’avversione, non solo verso altri ma verso sé stessi e Dio. Un cuore autoreferenziale, chiuso nell’egoismo, costruisce, lentamente ma costantemente, la distrazione nella superficialità, la sostituzione dei punti di riferimento autentici e veri, l’avversione verso tutto ciò che ci richiama alla verità di noi stessi e della vita, per scegliere altri presunti valori: è il sentiero della diversio – aversio – avversio, come ci ricorda Agostino; sentiero ripido e in discesa che porta all’alienazione del cuore, che genera strutture di peccato, causa della perdita della qualità e della bellezza della vita, fino a corromperla, a contaminarla con la putrefazione che lo ha snaturato!
Incisive le parole di Papa Francesco: «Infatti, quando non viviamo da figli di Dio, mettiamo spesso in atto comportamenti distruttivi verso il prossimo e le altre creature – ma anche verso noi stessi – ritenendo, più o meno consapevolmente, di poterne fare uso a nostro piacimento. L’intemperanza prende allora il sopravvento, conducendo a uno stile di vita che vìola i limiti che la nostra condizione umana e la natura ci chiedono di rispettare, seguendo quei desideri incontrollati che nel libro della Sapienza vengono attribuiti agli empi, ovvero a coloro che non hanno Dio come punto di riferimento delle loro azioni, né una speranza per il futuro (cfr 2,1-11). Se non siamo protesi continuamente verso la Pasqua, verso l’orizzonte della Risurrezione, è chiaro che la logica del tutto e subito, dell’avere sempre di più finisce per imporsi».
E insiste: «La causa di ogni male, lo sappiamo, è il peccato, che fin dal suo apparire in mezzo agli uomini ha interrotto la comunione con Dio, con gli altri e con il creato, al quale siamo legati anzitutto attraverso il nostro corpo. Rompendosi la comunione con Dio, si è venuto ad incrinare anche l’armonioso rapporto degli esseri umani con l’ambiente in cui sono chiamati a vivere, così che il giardino si è trasformato in un deserto (cfr Gen 3,17-18). Si tratta di quel peccato che porta l’uomo a ritenersi dio del creato, a sentirsene il padrone assoluto e a usarlo non per il fine voluto dal Creatore, ma per il proprio interesse, a scapito delle creature e degli altri. Quando viene abbandonata la legge di Dio, la legge dell’amore, finisce per affermarsi la legge del più forte sul più debole. Il peccato che abita nel cuore dell’uomo (cfr Mc 7,20-23) – e si manifesta come avidità, brama per uno smodato benessere, disinteresse per il bene degli altri e spesso anche per il proprio – porta allo sfruttamento del creato, persone e ambiente, secondo quella cupidigia insaziabile che ritiene ogni desiderio un diritto e che prima o poi finirà per distruggere anche chi ne è dominato» (Messaggio per la Quaresima 2019).
Questo tempo di grazia quaresimale è dunque tempo straordinariamente positivo e propositivo; è sentiero ripido in salita, certamente faticoso, carico di impegno e di scelte anche dolorose in molte situazioni, ma è sicuramente il sentiero che conduce a respirare aria di vetta, libera, pura, non polvere e miasmi di voragine. Sollecita ad aprire possibilità e spazi, il più delle volte imprevedibili e inattesi, senza chiudersi nella prigionia di sé stessi e dei propri ossessivi pensieri. È Ascesi! Salita per superare, oltrepassare; per divenire nuovi, rigenerare, riqualificare. «Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove» (2 Cor 5,17). Il sentiero ascetico della Quaresima è aprirsi ai cieli nuovi e alla terra nuova (cfr Ap 21,1), nella novità di un volto ritrovato: un volto umano, illuminato dal cuore purificato e reso degno di essere alla presenza di Dio, dell’uomo e del creato. Un sentiero di purificazione dalle pressioni interiori, prodotte da noi stessi e dalle ansie e preoccupazioni, da ciò che proviene dalla complessità della vita, che faticosamente ma progressivamente conduce verso la Pasqua. È il sentiero della consapevolezza di sé del pentimento, della conversione e del perdono, che aiuta ad accogliere tutta la ricchezza della grazia del mistero pasquale, mistero sacrificale e rigenerante dell’Amore.
Per affrontare opportunamente questo cammino, facciamo nostre le indicazioni offerte da Papa Francesco: «Digiunare, cioè imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature: dalla tentazione di “divorare” tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore, che può colmare il vuoto del nostro cuore. Pregare per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia. Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene. E così ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore, quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità» (Ivi).
Cari Fratelli e Sorelle, la “quaresima” del Figlio di Dio umanato, tra prove, tentazioni e sfide, spinge ad entrare nel deserto delle contraddizioni per farlo germogliare, essere fecondo e trasformarlo in giardino di comunione e della condivisione con Dio, con gli altri, nel mondo (cfr Mc 1,12-13; Is 51,3). La trasformazione della realtà, in tutto il suo diagramma, necessariamente passa attraverso la purificazione del cuore: assume la bellezza che nasce da uno sguardo attento e rispettoso nelle relazioni, fino a divenire custodia e cura. È lo sguardo trasparente d’amore della mamma che tutto orienta, nella sua vita, verso la custodia e la cura dei figli. Bisogna aver caro per aver cura e scegliere ciò che conduce alla vera pienezza, alla qualità della vita, togliendo o limitando tutto ciò che può divenire ostacolo: scelta da fare con il parametro di un amore che non è egoistico e accentratore, ma è teso al bene autentico di sé, con l’altro e per l’altro. Questo modello lo abbiamo già conosciuto e sicuramente sperimentato nella vita: è il modello dell’amore crocifisso del Cristo, morto e risorto per tutti noi, senza esclusioni, condizioni, pregiudizi. Tutti dobbiamo percorrere questo sentiero dell’ascesi quaresimale! Ognuno deve dire a sé stesso: devo purificare il mio cuore da ciò che lo disorienta e condiziona. Conosco le mie fragilità, sono cosciente di ciò che devo cambiare in me stesso per lasciare spazi di contatto vero a Dio, agli altri, al creato, in uno stile di condivisione che ha il volto della speranza e della vita.
La trasformazione della realtà passa attraverso la purificazione del mio cuore che si riscopre figlio, creatura amata, a cui già tanto è stato donato; dono che deve essere valorizzato, liberato dalle scorie che lo avvelenano. Con il bagaglio della penitenza e della sobrietà (saper rinunciare scegliendo – signoria del corpo, della mente, del cuore!); del raccoglimento e della preghiera (dialogo fiducioso, ma responsabile, con Dio e con gli altri, nel creato (dal silenzio curato in noi nasce un buon dialogo con Dio e gli altri!); della benevolenza e della carità, che spingono alla pazienza amorevole nel dare tempo alla gradualità tra le vicende della vita (dalla avversione, aggressiva e lacerante, alla disponibilità dell’ascolto!), personalmente devo percorrere questo sentiero e purificare il cuore, ritrovare la purezza dello sguardo su Dio, su me stesso, sugli altri e sul mondo. Se desidero riqualificare la vita, devo iniziare dal mio cuore, in questo tempo offerto alla mia volontà e alla mia vita, in ogni sua condizione, anche la più complicata e difficile. È come quando ognuno si impegna a rendere pulito e accogliente il proprio giardino, la casa: la strada, il quartiere, la città brilleranno della cura e della bellezza di ogni casa!
Questo avviene se interveniamo nelle piccole cose, nei gesti abituali, quasi insignificanti; se spezziamo i piccoli fili che imprigionano: se li spezziamo subito, ad uno ad uno, soffrendo sicuramente qualche sofferenza o limitazione, ma queste saranno accettabili e nel contempo daranno libertà interiore; ma se non interveniamo, sperando di evitare la sofferenza della potatura, ogni piccolo filo di lana che ci lega si intreccerà con mille altri, annodandosi e compattandosi, al punto da divenire una corda da cui sarà difficile liberarsi, se non al prezzo di un dolore infinitamente più grande, avendo ancora voglia e forza per spezzarla. La Quaresima è un sentiero ascetico che si percorre con piccoli passi, ma decisi, continui e motivati!
Fratelli e Sorelle, la Quaresima è anche un cammino condiviso! Un cammino da fare con l’entusiasmo di chi è attratto dalla bellezza dell’Amore che rigenera la vita e tutto rinnova, non certo a poco prezzo. Vi chiedo, in modo accorato ma deciso, di camminare insieme, incoraggiandoci con la fraternità in Cristo e sostenendoci in un sentiero che, anche nella sofferenza del procedere, offre già inaspettati frutti di vita. Mentre si converte il cuore di ognuno di noi, migliorano le relazioni di tutti e la qualità della vita: si passa lentamente, gradualmente, dalla alienazione del peccato che corrompe il cuore e i contesti vitali, alla rigenerazione e alla riqualificazione delle relazioni (Dio – altri – creato) in cui siamo chiamati a vivere ed operare, per il bene comune. Con fiducia e con lo sguardo fisso su Gesù Cristo, nostra unica speranza, chiedo di purificare il cuore, anche come Comunità ecclesiale, misurandoci seriamente con il Suo amore e di incoraggiare gli altri, chiunque incontriamo nella quotidianità, a faro lo stesso, augurando a tutti determinazione e volontà per seguire questo cammino che porta alla gioia piena della Pasqua della Vita.
Desidero in particolare rivolgermi a te, caro Giovane, ovunque tu viva: il tuo cuore può essere travolto dai venti della vita, oscurato da paure e preoccupazioni! Ti prego di accettare la sfida del silenzio dai frastuoni delle mille sollecitazioni e di sfidarti in una faticosa verifica fatta con l’entusiasmo giovanile di chi sa rischiare; tuffati con coraggio nella ricerca della tua intimità, ascoltando le profonde aspirazioni del tuo cuore, cercando di vivere l’avventura del sentiero interiore. Saremo insieme in questo cammino di speranza condivisa! Sì, camminiamo insieme, certi che ci sosterrà quell’amore materno di Maria, dolce madre nostra, che in tanti modi abbiamo già sperimentato; amore di Mamma che ci segue e ci precede in ogni vicenda della vita.
Mercoledì delle Ceneri, 2019
Vostro Padre nella unità della Fede
+ Orazio Francesco PIAZZA