Casale di Carinola, la morte di Dante Luberto

A pochi giorni dalla scomparsa del fratello don Riccardo, si è spento Dante LUBERTO, 95 anni vissuti da protagonista della comunità non solo casalese che lo aveva accolto per motivi familiari. Dante infatti non era originario di Casale ma era inserito nel nostro paese sicuramente più di chi scrive.

Ho avuto la fortuna di frequentarlo, poco ahimé, troppo poco, per l’amicizia che mi legava e mi lega tuttora alla sua famiglia, ma anche per la comune esperienza nel Consiglio Pastorale della parrocchia casalese in cui spesso, insieme a un altro pezzo di storia del nostro paese che era il parroco don Giuseppe Gicando Struffi, si prendevano importanti decisioni organizzative per la vita di tutta la comunità.

L’arguta intelligenza era la cifra distintiva di Dante Luberto, e a proposito di ciò indelebile in me rimane il ricordo di un viaggio in treno alla volta di Roma fatto da me giovane studente universitario e Dante Luberto impegnato in trasferta verso la capitale per motivi lavorativi nel periodo in cui ricopriva un prestigioso incarico alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione di Caserta, istituzione ospitata in un’ala del Palazzo Reale. In quell’occasione un gruppo di pendolari vicini a noi di posto si lamentavano dell’intransigenza del capoufficio che non intendeva giustificare i loro ritardi, mentre subito dopo criticavano il triste andazzo sociale di chi non faceva il proprio dovere.

Dante Luberto, che fino ad allora aveva rimuginato dentro di sé, sornione, le proprie valutazioni e ascoltato in silenzio in ossequio a quell’educazione che purtroppo oggi spesso si ignora, interrogato da uno dei protagonisti di quell’acceso dibattito che evidentemente intendeva farne un seguace delle proprie argomentazioni, col sorriso sulle labbra e quella calma propria di chi si fa forte dei suoi convincimenti, zittì gentilmente l’interlocutore facendogli notare l’evidente contraddizione delle due tesi esposte a pochi minuti di distanza: prima ci si lamentava di chi faceva “troppo” il proprio dovere e poi si criticava chi non lo faceva “abbastanza”!

Questo era il “Cancellarius” come affettuosamente lo chiamava il compianto prof. Gaetano Ruosi in quelle numerose riunioni del Consiglio Pastorale. Ecco l’uomo che ci ha lasciato e i cui funerali avranno luogo domani sabato alle ore 15.00 nella chiesa Ss. Giovanni e Paolo.

Ci stringiamo affettuosamente alla moglie Licia, alla figlia Loredana e al genero Giuseppe-Pino, al figlio e nostro caro collaboratore Riccardo, ai nipoti e ai parenti.

Condoglianze da casaledicarinola.net

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