Carinola e l’imbarbarimento della politica: querele e spregiudicato uso del denaro pubblico

Finalmente archiviato il procedimento di querela portato avanti dal sindaco Antonio Russo contro l’ex-sindaco dello stesso Comune Gennaro Giovanni Mannillo e… Novelio Santoro, uno dei redattori del sito casaledicarinola.net ritenuto colpevole di aver pubblicato parole critiche di Gennaro Mannillo nei confronti dell’attuale sindaco Antonio Russo. Dico finalmente perché qualcuno, frettolosamente purtroppo, ne aveva già sancito prematuramente la fine.

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di S. Maria C. V., dott.ssa Ivana Salvatore, ha archiviato il tutto perché «non risultando nella specie travalicati i confini che delimitano l’esercizio dell’esimente del diritto di critica su fatti di pubblico interesse, nel rispetto del requisito della continenza […] il limite della verità del fatto appare, dunque, rispettato, così come pacifici risultano l’interesse pubblico alla divulgazione della notizia e la continenza delle espressioni adoperate, da valutarsi nel rispetto dei richiamati principi di diritto anche alla luce della coerenza tra le espressioni (sebbene aspre) adoperate e il contenuto della critica espressa».

In pratica non solo è stato sventolato un enorme cartellino rosso in faccia al Sindaco dal punto di vista politico intimandogli di non far perder tempo alla macchina giudiziaria italiana con argomentazioni speciose e inutilmente contorte, ma lo ha fatto anche dal punto di vista personale ed etico visto che, continuando a citare il decreto d’archiviazione, «neppure si ritiene che l’articolo oggetto di querela sia idoneo a superare i limiti della legittima, sia pur sferzante, critica politica, non potendosi affermare che le espressioni in esso contenute – per il contesto in cui si collocano – si risolvano effettivamente in una gratuita aggressione verbale delle persone offese, lesiva della loro dignità».

Facciamo un po’ di ordine cronologico. Il tutto ebbe inizio da quest’articolo «Situazione debitoria del comune di Carinola: Russo o Mannillo, chi avrà ragione?» dell’aprile 2017, in realtà un comunicato stampa di Gennaro Mannillo in cui si difendeva la propria azione politica criticando quella dell’Amministrazione attuale: il più classico gioco delle parti insomma, un gioco proprio di una democrazia (e vivaddio il nostro sistema ancora lo è, nonostante i beceri tentativi di mettere a tacere voci non allineate!). Normale dialettica politica, quindi, cui anche Antonio Russo ha fatto se non erro ricorso dichiarando pochi giorni prima che «L’aumento della tariffa TARI, per ora si tratta di una previsione, che siamo stati costretti a fare a causa di alcuni debiti ereditati da precedenti Amministrazioni […]», citando esplicitamente la giunta di Pasquale Di Biasio, per una sentenza sfavorevole relativa al consorzio Eco4, e un’altra contro la giunta di Gennaro Mannillo relativa alla Bonifica della Selleccola di Casanova di Carinola, pertanto nel mio piccolo non ravvisai alcun problema nel pubblicarle. E probabilmente questo è stato il mio errore.

In questi mesi mi sono fatto la convinzione che solo sentimenti come la CATTIVERIA e l’APPROSSIMAZIONE, qualità quest’ultima che, se proprio vogliamo dirla tutta, fa a pugni con quella competenza amministrativa che in primis dovrebbe informare l’operato di un buon Sindaco e della sua amministrazione, possano esser stati determinanti nella decisione di portare avanti con ostinazione e pervicacia questa querela. Non è certo un caso se parlo di cattiveria e approssimazione:

CATTIVERIA, perché quando si era in campagna elettorale, e quindi pochi mesi prima dei fatti in oggetto, il candidato a Sindaco per la lista SìAmo Carinola, si rivolse al nostro sito, e segnatamente al sottoscritto, per far pubblicare alcuni suoi comunicati: quindi allora, quando conviene si preferisce armarsi di un atteggiamento condiscendente al massimo, mentre invece in seguito… homo homini lupus!

APPROSSIMAZIONE, perché sarebbe bastato un controllo leggermente più approfondito per verificare che il sito www.casaledicarinola.net non è intestato a Novelio Santoro bensì ad un altro mio collega, ma evidentemente preoccuparsi di queste minuzie non fa parte della ristretta mentalità di chi ha presentato la querela. In ogni caso, però, io per primo preferisco glissare su ciò, perché non voglio partecipare al molto comune gioco dello scaricabarile e non ho mai avuto alcun problema ad ammettere che quel Comunicato Stampa è stato materialmente da me pubblicato dopo uno scambio di messaggi tramite la chat WhatsApp, e per educazione e cultura mai mi sognerei di coinvolgere qualcun altro.

Dunque, ricevuta l’autorizzazione, mi misi all’opera per dare spazio virtuale a quel comunicato così come altre volte avevo fatto per il Sindaco stesso (!) o per altri politici locali: ci misi 20 minuti, un tempo brevissimo, perché avevo già tutto scritto da altri.

Tutto? Veramente no… I miei due unici contributi all’articolo incriminato furono il titolo «Situazione debitoria del comune di Carinola: Russo o Mannillo, chi avrà ragione?», che si concludeva con un bel punto interrogativo, il massimo dell’equidistanza mi pare visto che così si agevolava sia l’una sia l’altra possibile risposta, e la chiosa finale «Parole piccate e altrettanto dirette, che potrebbero invitare qualcuno ad una circostanziata risposta», risposta che sarebbe stata ben volentieri pubblicata dal nostro sito, che non è sicuramente il sito dell’opposizione, come qualcuno vorrebbe far credere, ma che ha fatto dell’equidistanza e del libero pensiero nel nome di Carinola la sua ragione sociale e la sua cifra costitutiva fin dal marzo 2010, quando cioè siamo comparsi in rete.

In pratica sarebbe come se, fatte le debite proporzioni ovviamente, Renzi criticasse il governo penta-leghista di Conte, Salvini o Di Maio rilasciando un’intervista a la Repubblica o al Corriere della Sera e questi ultimi sentendosi offesi querelassero i due organi di stampa che in definitiva altro non hanno fatto se non informare gli italiani. Stiamo proprio fuori dalla grazia di Dio! A tutto ciò ha messo la parola FINE il giudice di S. Maria C. V. con una sentenza che definiremmo… normale, propria di un Paese normale, cosa che a qualcuno evidentemente sembra un’astrusità!

Veniamo alle spese

Sorvoliamo su quelle personali che poco interessebbero i lettori, ma veniamo a quelle “pubbliche” perché ovviamente si cercherà di far pagare al contribuente, e quindi a ognuno di noi, in pratica se questa manovra riuscirà le spese verrebbero a gravare con le tasse anche su chi ha avuto ragione dal giudice. Già con la Delibera 54 del 13-4-2017 si prevedeva un impegno di oltre 5.200 € da destinare a spese di rappresentanza legale e in cui stabiliva che «la liquidazione avverrà ad esito del giudizio», formulazione un po’ ambigua visto che ovviamente non si specifica minimamente se tale debba essere positivo o negativo.

In ogni caso, come ci suggerisce Gennaro Mannillo che ovviamente amministrativamente è molto più esperto del sottoscritto, quella delibera è una palese scopiazzatura di parte del Contratto dei Lavoratori e non si applica agli Amministratori, quindi è palesemente illegittima e di conseguenza dare luogo a quel pagamento con denaro pubblico e non personale, esporrebbe al rischio di non piacevoli conseguenze.

Insomma alla fine di questo lungo, forse troppo lungo, excursus che probabilmente avrà messo a dura prova la pazienza di chi legge, diciamo che sarebbe pure ora che qualcuno la smettesse di pensare alle istituzioni come una cosa propria e non come un bene comune: chi scrive per forma mentis lo ha sempre fatto, ma gli altri?

 

Novelio Santoro

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