I soldati tedeschi si appostano con le mitraglie per tutte le vie di Casale. Verso le ore 8:00 un banditore gira le vie del paese dicendo che tutti gli uomini si uniscono in piazza per ascoltare il discorso di un ufficiale tedesco. Andati in piazza ci accorgiamo che siamo chiusi da tutte le strade. Si ritirano i documenti e ci danno un’ora per andare a casa a prendere qualcosa. Dicono che ci portano a lavorare per due, tre giorni. Ci avvertono che per chi non torna, saranno fatte rappresaglie sulla famiglia. Io intuisco che ci portano in Germania, ma per paura di rappresaglie contro mia moglie, i miei due figli, e mio padre, mi presento. Dopo un’ora siamo tutti in piazza. Ci fanno salire sui camion e ci portano sopra le montagne vicino al Massico. La notte la passiamo all’aperto, sempre attorniati dai tedeschi.
Ci affidiamo alla fonte più autorevole possibile, visto che suo malgrado fu uno dei protagonisti di quei fatti: chi volesse leggere per intero la testimonianza di Oreste Maina, potrebbe sfogliare le pagine virtuali del suo messo in rete da una nipote, Un blog dalla II Guerra Mondiale, che descrive alla perfezione gli avvenimenti di cui è giusto e doveroso conservare il ricordo.
Diciamo la verità, però, la vera Piazza Vescovado si trova, com’è giusto che sia, a Carinola, di fronte alla chiesa madre parrocchiale SS. Bernardo e Martino, che era appunto la Cattedrale (ormai “ex”) della Diocesi fondata da san Bernardo: Piazzetta Deportati è, quindi, un nome più, per così dire, “nostrano”, un nome che fa memoria di un episodio storico, un rastrellamento nazista avvenuto il 23 settembre 1943 che, loro malgrado, ha visto protagonisti dei casalesi e che va ad aggiungersi a tutti quegli altri episodi analoghi avvenuti il gran parte dell’Alto Casertano e nel Basso Lazio, eventi relativi al periodo bellico dell’immediato post-armistizio dell’Italia ormai ex-fascista con gli Alleati Anglo-Americani, liberatori invasori della penisola Italiana.
A ben 75 anni dai fatti, la nostra Piazzetta di Casale di Carinola ha un nome più consono alla realtà storica: Piazzetta Deportati. Per carità anche piazza Vescovado lo era e raccontava di quando Carinola era Diocesi, entità poi soppressa nel 1818 in seguito all’accorpamento con la ben più antica Sessa Aurunca, e di quando i Vescovi carinolesi venivano a Casale, zona collinare e meglio ventilata, per trascorrere i caldi ed afosi periodi estivi nel loro palazzo – Palazzo Marra – di cui la piazzetta era il cortile interno.
Questo elenco è sicuramente incompleto vista la difficoltà di reperire tutti i nomi, anzi ancora una volta rinnoviamo il nostro invito ai parenti in vita ad aiutarci nell’accurata ricostruzione di quel tragico giorno per Casale, ma anche per il resto del comune di Carinola, e come detto per quasi tutto l’Alto Casertano e per molti paesi del Basso Lazio. Dobbiamo dire che quella targa con il toponimo, da noi della redazione fortemente voluta e finalmente ottenuta dopo richieste protocollate, parziali bocciature e quindi anni di attesa, è sì di un’estrema semplicità ed essenzialità, caratteristiche che a noi piacciono oltre ogni misura, difetta però di un elemento che avrebbe illustrato al meglio l’episodio cui si riferisce: la data!
Negli anni ci siamo resi conto che non è solo “23 settembre 1943” ciò che manca, bensì l’ufficialità della cosa: in effetti quella è PIAZZETTA DEPORTATI solo sulla carta. o meglio solo sui pochi centimetri quadrati di quella targa! Insomma nonostante anni di richieste, nonostante la Delibera di approvazione n° 2/2016, nonostante si dovette attendere fino agli ultimi giorni della giunta De Risi per ottenere la pantomima di un’inaugurazione, frettolosa e riservata a pochi intimi, la storia da allora continua ad essere offesa, vituperata e vilipesa.
I nostri “splendidi” Amministratori, che mai finiscono di sorprenderci, in negativo o in positivo giudicate voi tutti, dovrebbero chiedere scusa non certo a noi promotori e firmatari della proposta ma alla memoria di chi col proprio sacrificio ha contribuito a creare questa Repubblica, questa Democrazia che loro spesso offendono non solo con gli errori propri di ogni uomo ma anche con la loro indolenza, il loro lassismo e le loro omissioni, e il modo migliore per farlo sarebbe attivarsi e risolvere ogni groviglio burocratico!
4 thoughts on “Casale di Carinola, 23 settembre 1943: Piazzetta Deportati, storia vera ma targa fittizia”
sante parole BRAVO
Chiediamo a toninelli, magari una bella riqualificazione della piazza ci scappa pure
onore ai caduti di tutte le guerre
ricordo e preghiere
Mio padre,mi raccontava,che ci fu un vero e proprio rastrellamento,e piazza monumento ,dove è la nostra abitazione,era invasa di tedeschi in cerca di uomini,egli,si salvò,e poté fuggire,scappando dall’,orto dietro casa e infilatosi nella abitazione deiVerrengia in via Crocella,si nascose …vegli anfratti della “ripa” questa sua fuga,as onore e meritata memoria riuscì,grazie ad una spiata del Signor,Alfredo Fava, che come podestà seppe della retata e mandò ad avvisare mio padre …infatti,tra tanti cognomi presenti nella vostra lista si evince subito che manca il nostro …che era abbastanza diffuso ANFORA.