Cooperativa Le Terre di Don Peppe Diana: la bellezza oltre il “sistema”

Quando un bene, un’azienda, un terreno passano dalle mani di un mafioso a quelle di una comunità la bellezza ricomincia a fare il proprio corso.

È ciò che è successo nel settembre 2010 a Castel Volturno, in terra casertana, con la cooperativa sociale Le Terre di Don Peppe Diana che in base alla legge 109 del 1996 è sorta su un terreno confiscato al boss napoletano Michele Zaza dove era presente una scuderia per cavalli di razza.

In una terra bella e complessa come la Campania dove luci ed ombre si confondono, dove sfruttamento e violenza schiacciano e umiliano l’essere umano e l’ambiente, dove gentilezza ed impegno vengono troppo spesso scambiati per debolezza, dove la disoccupazione e il lavoro nero rendono la vita ancora più nera, in una terra del genere questa cooperativa sociale, ormai al suo ottavo anno di vita, rappresenta non solo un esperimento di bellezza, ma una risposta di dignità da e per il territorio.

Il Caseificio, inaugurato nel maggio 2012, produce Mozzarella di Bufala Campana DOP, ricotta e scamorza con latte proveniente da allevamenti situati in aree limitrofe, e solo con latte naturale e certificato nel rispetto dell’artigianalità del processo di lavorazione. Oggi i soci della cooperativa, Roberto Fiorillo, Massimo Rocco, Claudio Verrengia e Mario Minieri, insieme ai dipendenti, oltre ad occuparsi con grande dedizione e passione alla gestione del caseificio bufalino, sono impegnati nella conduzione di terreni agricoli confiscati disseminati sui territori dei cinque comuni del casertano coinvolti quali: Castel Volturno, Cancello ed Arnone, Pignataro Maggiore, Carinola e Grazzanise.

Ma questo rappresenta solo un lato della medaglia, in quanto ciò che viene realizzato in questo luogo è un tipo di “bene” capace di germogliare la terra per far fiorire il cielo. Qui, dietro ogni prodotto esiste una storia di dignità e responsabilità di persone in grado di trasformare lo sdegno in impegno. Ciò che era in passato simbolo del potere mafioso e criminale nel territorio, oggi, pur fra mille difficoltà e sfide, è simbolo di una comunità che non ci sta a piegare sempre la testa di fronte a se stessi prima ancora che al potente di turno. Un bastone tra le ruote di un “sistema” che non riconosce né l’ambiente né l’essere umano, ma che schiaccia tutto e tutti (compresi i criminali stessi) sull’altare del denaro e del potere divenuti principio e fine di ogni cosa.

La cooperativa sociale “Le Terre di don Peppe Diana”, costituita presso la sede della Lega delle Cooperative di Napoli ed entrata in rete con le altre cooperative Libera Terra tramite la partecipazione alla società consortile “Libera Terra Mediterraneo”, non rappresenta altro che un lungo e difficile percorso di trasformazione che forse un giorno porterà questa affascinante e difficile terra ad essere veramente identificata come la “Terre di don Peppe Diana”, il sacerdote simbolo della rivolta popolare ai clan camorristici: un percorso iniziato il giorno del suo assassinio, il 19 marzo del 1994”, e che ancora oggi continua a gettare semi di bellezza e dignità, oltre ogni “sistema”.

 

Matteo Pasi, Presidente Associazione Pereira (in seguito al viaggio di conoscenza dell’Associazione Pereira a Casale di Carinola e Castel Volturno – CE)

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