Ieri don Luciano Marotta ha discusso la tesi in Sacra Liturgia presso il Pontificium Athenaeum S. Anselmi de Urbe di Roma, lavoro dal titolo “L’eloquenza del visibile nella liturgia. Lettura iconografica del ciclo pittorico della basilica S. Maria in Foro Claudio”.
Una tesi che ha contemplato lo studio sulla nostra basilica mettendo in risalto gli affreschi nel contesto liturgico.
Questo luogo è stato eretto essenzialmente perché in esso si compia la liturgia, fossero celebrati sacri riti e fossero resi presenti i misteri salvifici di Gesù Cristo. E ciò è reso possibile grazie anche al contributo dell’arte in modo particolare dell’iconografia presente in questo spazio liturgico
L’arte liturgica è parte integrante dello spazio in cui si celebra la liturgia e non può essere semplicemente una decorazione, ma ne è elemento costitutivo: secondo il dottorando «[…] l’uomo che entra in questa Basilica provenendo dal mondo, dal lavoro, dalle fatiche, dal travaglio della storia, si ricompone, si unifica, si uniforma con essa, anche aiutato da quella struttura e da quel linguaggio iconografico che è coralmente orientato a Cristo, anzi testimonia la sua presenza».
Don Luciano ci ha tenuto a sottolineare che nel presentare questa basilica e la sua arte iconografica, ha voluto rendere memoria al ruolo liturgico che ha svolto nei secoli in questa nostra comunità.