Con una nota del Gruppo Caltagirone Editore, editore del quotidiano Il Mattino di Napoli si è annunciato che Alessandro Barbano, leccese, 56 anni, prima firma del giornale responsabile da quasi sei anni, è stato rimosso dalla direzione del quotidiano di via Chiatamone e sarà sostituito da Federico Monga, torinese, 46 anni, attuale vicedirettore.
Secondo indiscrezioni Barbano si è opposto a un ulteriore ridimensionamento del personale e a tagli nel giornale, che entro l’anno si trasferirà dall’attuale sede di via Chiatamone al Centro direzionale, ma la verità è che è stata respinta da Barbano la richiesta dell’editore di un atteggiamento politicamente più “morbido” nei confronti di Lega e Movimento 5 Stelle protagonisti del neonato Governo. Una posizione chiara e ferma, una posizione figlia della coerenza, qualità che evidentemente non è stata gradita. E Caltagirone lo ha licenziato.
È quindi epurato o esautorato il termine che più giustamente avremmo dovuto usare?
La risposta a questa domanda sta nell’editoriale di commiato che Barbano ha scritto ieri mattina, un editoriale dal titolo “Il coraggio dei moderati”, animati da quello spirito di sintesi che «non è mai stata comoda terzietà, quanto piuttosto approdo convinto di una dialettica aperta e senza pregiudizi, capace anche di prendere e difendere posizioni forti e in controtendenza».
Continuando nella lettura di quello che sembra quasi il testamento politico (testamento, che brutta parola!) di chi crede nel giornalismo della coerenza a tutti i costi:
Durante questo periodo la crisi del Paese è andata sempre più coincidendo con la crisi del suo racconto. E cioè con l’imporsi di una retorica che ha svuotato di senso le parole su cui si fonda il patto civile tra rappresentati e rappresentanti, tra cittadini e istituzioni. Con l’effetto di indebolire la delega del sapere e del potere, annullare la valenza simbolica dell’autorità, azzerare le forme della democrazia, instaurando nel discorso pubblico un analfabetismo che ci fa vedere l’Italia peggiore di quanto sia nella realtà. Così sfuma ogni differenza tra le élite e la casta, tra il compromesso e l’inciucio, tra le prerogative quirinalizie e i veti eterodiretti. Allo stesso modo è possibile dichiarare l’impeachment del capo dello Stato e il giorno dopo recarsi al Colle per un colloquio privato, senza che ciò abbia alcuna conseguenza apparente sulla qualità delle relazioni istituzionali. Ciò vuol dire che più le parole sono forti, meno valgono.
Le parole più forti però ci sembrano quelle conclusive, quella rivolte al successore Federico Monga: «È bravissimo e perbene, ha tutte le qualità per vincere la sfida che da oggi ha davanti a sé. Gli auguro di avere coraggio». Ecco è in queste ultime cinque parole che sta la cifra di un giornalista onesto e coerente e di una brava persona.
Per un caso della sorte una delle ultime uscite pubbliche, forse proprio l’ultima, nella veste ufficiale di Direttore de Il Mattino Alessandro Barbano l’ha fatta a Carinola, giovedì sera, durante l’assegnazione del Premio Giornalistico Matilde Serao: è a chi ha dedicato un po’ del suo prezioso tempo al nostro Comune che va il nostro saluto, sicuri di rivederlo a breve con altri e più importanti incarichi .