Le parole che il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato alla fine del primo giro di consultazioni con i vari partiti, consultazioni che…
Non hanno assegnato a nessuna forza politica la maggioranza dei seggi in Parlamento […] Nessun partito e nessuno schieramento politico dispone, quindi, DA SOLO dei numeri necessari per formare un Governo e sostenerlo. È indispensabile quindi, secondo le regole della nostra democrazia, che vi siano delle intese tra più parti politiche che possano formare una coalizione
… non fanno altro che fotografare la situazione che le Elezioni Politiche dello scorso 4 marzo ci ha consegnato, situazione evidentissima da tempo anche se qualcuno si ostinava a credere il contrario: nessuno ha vinto, nessuno è stato designato a capeggiare l’Italia, non esiste una maggioranza relativa, espressione che anche semanticamente è un ossimoro, ma esistono tre minoranze, più o meno consistenti. Tempi lunghi quindi si profilano all’orizzonte, forse lunghissimi come quelli che servirono per far nascere uno dei governi Craxi, che venne alla luce dopo un travaglio di 60 giorni, o addirittura il governo Pella del 1953, partorito dopo 65 giorni di trattative e un altro Governo bocciato alle Camere.
Le cose più eclatanti però a nostro avviso sono le parole non dette, evidenti quindi solo tra le righe di una dichiarazione che riassume l’andamento delle consultazioni, strumento effettivamente NON PREVISTO dalla Costituzione Italiana ma di cui ogni Presidente della Repubblica si avvale fino ad averla fatta diventare negli anni una consolidata PRASSI.
Il Presidente pare proprio bacchettare l’atteggiamento di chi in questo mese si è presentato come vincitore, da solo o in coalizione, pretendendo quasi l’incarico per la formazione del Governo. Assurdo quindi, anche se comprensibile, ma per certi versi “i-gnorante” dell’ABC democratico, l’atteggiamento di Luigi Di Maio nel “prenotare” l’incarico, assurdo e altezzoso l’atteggiamento di chi, Salvini-Berlusconi-Meloni, rivendica per la sua parte politica una vittoria che, dati alla mano, non c’è stata. Parimenti pretenziosa, però, ci pare la sicumera con cui il Partito Democratico continua a voler assegnare ad altri il ruolo di “vincente” ruolo che fa clamorosamente a cazzotti con la Legge Elettorale che sciaguratamente hanno voluto concepire e far approvare a ogni costo.
Arrogante chi, come Di Maio, pretende di voler decidere la formazione delle squadre altrui dicendo Berlusconi-No e Renzi-Sì; infantile chi, come Berlusconi, dice “Mai i 5 Stelle al Governo visto che sarebbero il trionfo del pauperismo, del dilettantismo e dell’invidia sociale”; addirittura bambinesco chi, come il PD, si colloca all’opposizione ancor prima di sapere se c’è qualcosa cui opporsi. In questa babilonia stanno quasi riuscendo a far emergere Matteo Salvini come leader responsabile e farlo sembrare addirittura uno statista quando dice “Rinunciamo a ogni carica purché si attuino i nostri programmi!”, il che è tutto dire.
Se questo è lo stato attuale del nostro panorama politico è purtroppo facile abbandonarsi allo sconforto e colorare di tinte fosche il proprio sguardo.