Il 12 gennaio 2017 il Consiglio Comunale ha approvato il PUC/VAS. Un evento così importante, così raro, così voluto merita di essere celebrato e voglio farlo ripercorrendo la storia della sua formazione.
In un secondo momento cercherò di dire anche cos’è e perché è importante per Carinola.
Questo Piano nasce praticamente a fine 2011 con l’approvazione in Giunta di un Documento programmatico che io criticai aspramente con un consigliere comunale, destinato poi a diventare assessore e Sindaco.
La critica riguardava in modo particolare l’inquadramento del documento nel procedimento di formazione del PUC; non era né un indirizzo né un preliminare perciò non si capiva a che servisse. Da lì tracciammo la strada: doveva essere costituito un apposito ufficio che seguisse il PUC oltre all’ufficio VAS separato per legge, andavano indicati gli obiettivi ed a seguire tutto il resto.
Nel giugno 2012 il consigliere divenne assessore all’urbanistica e si comportò di conseguenza con qualche ritardo dovuto al cambio di guardia all’Ufficio tecnico a fine anno. Con procedura ad evidenza pubblica furono arruolate le due figure integrative, un tecnico ed un avvocato, completando così l’ufficio di Piano costituito dal RUP, il responsabile dell’ufficio tecnico, dal progettista , dall’avvocato e dal sottoscritto. Il nostro compito? Fare tutto quanto necessario per portare ad approvazione il PUC al minimo costo.
Nel frattempo fu procurata la cartografia regionale di base e fu elaborato l’ Atto di Indirizzo PUC/VAS, cioè le linee guida, che l’assessore portò in Giunta e fece approvare dopo il necessario coinvolgimento di tutti i Consiglieri.
Nell’ufficio di Piano si instaurarono subito ottimi rapporti. Verificammo cosa era stato fatto e cosa rimava da fare e stilammo un primo programma che prevedeva a luglio2014 l’approvazione. Come è noto era molto ottimistico .
Le sole cose disponibili erano gli studi di settore: Geologico, Acustico, e dell’uso agricolo del suolo. Ci accertammo che fossero ancora utilizzabili e via!
La prima proposta fu di portare in discussione gli indirizzi per raccogliere anche proposte dalla cittadinanza. Così fu costituito il FORUM PER IL PUC.
L’atto di indirizzo, partendo dal concetto di città come condivisione di risorse, elaborava la visione di Carinola come città multicentrica con Carinola e Casanova unite in un anello, con al centro il Convento San Francesco, destinate a sviluppare la vocazione turistica, Casale e Croce cuore commerciale della città con una area mercato che fungesse da centro teorico e Nocelleto , anima produttiva, che avrebbe acquisito anche un’area industriale/artigianale. Per realizzare il tutto si puntava molto sulla riduzione del costo dei servizi a partire dall’energia e dai rifiuti.
Fu quest’ultimo argomento ad essere il più dibattuto. Alla possibilità di un impianto di compostaggio della frazione umida dei rifiuti fu sostituito il compostaggio domestico e di comunità.
Le proposte del FORUM furono tutte passate al progettista per l’elaborazione del preliminare che, sulla base dello stato esistente delle cose e di una rigorosa analisti SWOT, la sigla che indica i punti di forza e di debolezza, le opportunità e minacce, filtrava tutte le proposte e le trasformava in obiettivi concreti. Per fare un esempio l’indirizzo “Infrastrutturazione del percorso turistico” diventava allargamento strada per San Francesco, strada per andare da Carinola all’ Episcopio e relativo parcheggio, parcheggio ai piedi della collina di San Paolo, parcheggio e strada di manovra a Santa Maria delle Grazie etc etc.
Come previsto dalla legge il preliminare di piano fu portato in discussione con i soggetti competenti in materia ambientale, le associazioni di categoria, le organizzazioni sociali, il forum per il PUC e tutti gli enti competenti.
In questa fase l’argomento più discusso furono i vincoli. Tracciando il quadro conoscitivo balzava agli occhi che i ruscelli di Carinola, con una fascia di rispetto di 150 metri per lato ponevano seri problemi urbanistici con cui fare i conti e tali problemi non potevano essere risolti perché tali vincoli erano parte integrante del piano provinciale approvato dalla regione e, purtroppo, Carinola non era intervenuta quando poteva per mitigarli. Questo problema avrebbe caratterizzato tutte le fasi successive.
Infatti il Piano definitivo, elaborato sulla base dei vincoli ed obiettivi penalizzava un tantino la zona alta di Casale, problema che si sommava al problema principale: Il limite di 250 alloggi posto al comune di Carinola dalla Provincia aveva reso necessario rendere non edificabili dei terreni che prima, col vecchio PRG, lo erano.
Così il Piano adottato nel giugno del 2014 vide presentare molte osservazioni di ripristino di edificabilità di lotti modificati.
Tali osservazioni furono accettate dalla Giunta ma contrastavano con le norme sul consumo di suolo per abitante e dovettero essere successivamente rifiutate.
Ciò indebolì molto la volontà dell’amministrazione di procedere, anche perché, nel frattempo, la giunta era cambiata e con essa l’assessore all’urbanistica.
L’ufficio di piano non fu più riunito e si accumularono notevoli ritardi nella richiesta dei pareri obbligatori e quando sembrò che un parere (quello sulla Valutazione di Incidenza sull’area Grancelsa, sito di interesse comunitario) non fosse stato proprio preso in considerazione ci fu un disperato tentativo di arenare tutto il Piano culminato in uno strano Consiglio Comunale in cui si presentò il Piano incompleto di pareri obbligatori dell’ ASL e delle sovrintendenze ma si evidenziò solo che mancava il parere VI.
I lettori di casaledicarinola.net ricorderanno che a fine 2015 la questione fu dibattuta sul blog. La titolarità del parere che era del Comune al momento della adozione era stata attribuita alla Regione con la finanziaria 2014 nel mese di agosto 2014, non so se la Regione ne avesse dato comunicazione al Comune perché eravamo stati messi fuori gioco, sta di fatto che a seguito di ciò fu presentata una richiesta di parere errata, quindi irricevibile, alla Regione e si tentò di far passare che il piano fosse irricevibile. Fu anche dato mandato ad un avvocato per verificare se ci fossero stati errori nel procedimento.
A fine 2015 cambiò il RUP del PUC ed il progettista, incaricato di risolvere la questione, che ringrazio per la stima che mi ha riservato, mi chiese di collaborare. Io preparai l’istanza corretta, lui modificò la Valutazione di Incidenza in base alle richieste della Regione e d il problema fu risolto. Allo stesso modo furono acquisiti i pareri della ASL e delle soprintendenze. Tutti pareri positivi.
Col cambio di amministrazione seguito alle elezioni 2016 l’ufficio si è riunito di nuovo ed ha portato a compimento il compito assegnato. I costi? Non siamo mai riusciti a sapere i costi degli studi di settore e del progettista ma noi abbiamo speso EUR 9000,00 per i componenti aggiuntivi dell’ufficio e EUR 6000.00 per lo studio archeologico affidato all’ Università di Salerno.
Nel frattempo l’avvocato incaricato delle verifiche, che è costato altri EUR 6000.00, ha confermato le nostre tesi: la prima istanza alla Regione era sbagliata e non poteva essere accolta.
Con i pareri obbligatori positivi l’ufficio VAS ha potuto emettere il Parere motivato VAS, le osservazioni e le prescrizioni degli enti sono state analizzate e sottoposte al consiglio per il recepimento e grazie a dei consiglieri nuovi che non avevano partecipato al piano ma che hanno saputo valutare l’importanza e la bontà dello stesso, oggi possiamo dire con orgoglio: MISSIONE COMPIUTA.
Sisto Bertolino, ingegnere componente dell’ufficio di piano