Imbarbarimento, “imbestialimento”: l’ital-politica

“Imbestialimento”: ci si perdonerà l’invenzione di sana pianta di questo neologismo, ma nella lingua italiana oltre a imbarbarimento non crediamo ci sia termine più adeguato per descrivere l’attuale situazione politica. Stiamo assistendo ad una vera e propria regressione del politico italico: da una parte chi finge di non accettare lo status quo per motivi spesso poco comprensibili (bassa convenienza elettoralistica?) pur sapendo che non si può fare a meno di questo passaggio istituzionale, leggi governo Gentiloni, dall’altra c’è chi continua a gridare come un ossesso che questo «è il quarto Governo non eletto dal popolo».

Iniziamo dalla nascita del governo Gentiloni, logica conseguenza della clamorosa vittoria del NO al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. Pur non essendo certamente state Elezioni Politiche, a causa della dabbenaggine con cui il Governo ha accompagnato al voto il Paese, non ultima l’assillante onnipresenza del Premier in TV a difesa del Sì, chiunque dotato di comprendonio pur essendosi schierato a favore del Sì, si rende conto che il vero dominus del gioco democratico, il popolo, si è nettamente espresso a favore delle Elezioni, quindi, essendo stato troppo netto il risultato, “Al voto subito!”, o meglio “Al voto il prima possibile!”

Qui però comincia l'”imbestialimento”: come si può dire “Al voto subito”, cosa che qualche forza politica ha fatto appena dopo la chiusura dei seggi, sapendo bene che non c’è una legge elettorale pronta, armonica per Camera e Senato? La situazione in cui ci troviamo, oltre ad esser colpa della sciagurata conduzione della campagna referendaria che ha di fatto trasformato la scelta tra Sì e No in un referendum pro o contro Renzi, è anche figlia di quella legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, che è stata giudicata incostituzionale e che ora le stesse forze politiche che l’hanno creata (Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia), vorrebbero riesumare: tra qualche anno ci ritroveremmo punto e a capo!

Altra castroneria istituzionale: il Governo DEVE essere eletto dal popolo… Ma quando mai! All’articolo 92 della Costituzione Italiana è scritto a chiare lettere che “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”: a dire il vero un fondo di verità in quell’assunto c’era qualche anno fa, perché il Capo del Governo veniva indicato dai Gruppi Parlamentari diretta emanazione della volontà democratica del corpo elettorale, ma tutto ciò fino all’approvazione della legge elettorale chiamata Porcellum, così detta perché il suo stesso estensore senatore Roberto Calderoli della Lega Nord la definì «Una porcata», ma adesso gli eletti vengono decisi nelle chiuse stanze delle segreterie dei partiti; a ben vedere non è che l’indicazione dell’ultimo governo Berlusconi risponda in pieno a quei principi di democrazia che tanto vengono urlati.

Un’ultima annotazione: il Governo da poco formatosi, a parte la scarsa opportunità dell’inserimento nella squadra ministeriale di Maria Elena Boschi, personaggio di rara competenza politica ma troppo riconducibile all’ex premier Matteo Renzi, e di Luca Lotti, è perfettamente legittimo e trae legittimazione da quella stessa Costituzione che finora i fautori del NO hanno voluto difendere a spada tratta nella sua intangibilità, quindi delle due l’una: o si difende la Costituzione anche quando non conviene, o si concorda nel dire che il livello della politica-politicante fatta spesso di parole e chiacchiere al vento regredisce sempre di più fino a livelli pericolosamente primordiali.

 

One thought on “Imbarbarimento, “imbestialimento”: l’ital-politica

  1. Anonymous

    secondo me appartieni a quelli signori che dicono “POPOLO IO SO’ IO E TU NON SEI UN C…ZO”
    Tè rode che a vinto il NO (bisogna saper perdere) al voto subito e tutti sti str..zi a casaaaaaaaaaa

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