Dopo aver viaggiato in lungo e largo attraverso numerose tappe del Sud Italia, la riproduzione del Cristo Velato, eseguita dallo scultore Pietro Santamaria, già da un mese sta sostando nella vicina Teano.
L’opera originale, plasmata dallo scultore Giuseppe Sammartino nel 1753 su incarico del Principe di San Severo Raimondo Di Sangro, considerata uno dei maggiori capolavori scultorei mondiali, è custodita nella Cappella San Severo di Napoli ed ha suscitato enorme interesse e curiosità nei milioni di visitatori che hanno avuto il privilegio di osservarla direttamente. Analogo interesse ed ammirazione ha prodotto la visione di questa riproduzione, per la sua incredibile fedeltà all’originale.
Si tratta di una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente, realizzato dallo stesso blocco della statua e aderente perfettamente alle sue forme. La maestria dello scultore napoletano sta nell’esser riuscito a trasmettere la sofferenza di Cristo attraverso la composizione del velo, dal quale s’intravedono i segni del martirio sul viso e sul corpo. Ai piedi della scultura, l’artista ha scolpito anche gli strumenti del supplizio: la corona di spine, una tenaglia e dei chiodi. La magistrale resa del velo ha, nel corso dei secoli, dato adito a una leggenda secondo cui il principe committente, famoso scienziato e alchimista, avrebbe marmorizzato alchemicamente un vero e proprio velo adagiato sulla statua. In realtà, un’attenta analisi e documenti dell’epoca, tra cui una ricevuta di pagamento, hanno confermato che l’opera sia stata realizzata interamente in marmo.
Il Comune di Teano, in collaborazione con la Proloco Teano e Borghi, con il Museo Archeologico di Teano ed altre associazioni culturali, ha ottenuto la disponibilità dell’artista ad esporre il Cristo Velato. Il Museo Archeologico, dichiaratosi disponibile ad ospitare la scultura, sta già accogliendo i numerosi visitatori che non vogliono lasciarsi sfuggire questa ghiotta occasione di vedere un’opera stupefacente, per l’impressionante fedeltà all’originale.
A/M