Dire che la donna va rispettata ogni minuto di ogni ora dei giorni che vi sono in un anno potrebbe quasi risultare scontato, ma in realtà non lo è visto che è la somma dei più insignificanti gesti che origina il corretto vivere civile, più che la ricorrenza dell’8 marzo, indicata come Festa della Donna ma in realtà una delle date ufficialmente consacrate a fiorai e cioccolatai di mezzo mondo, ci preme ricordare il 10 marzo 1946 quando settant’anni fa vi è stato il primo voto femminile.
Le italiane vanno per la prima volta alle urne (se hanno compiuto 21 anni), decisione questa che risale in forma non completa al 30 gennaio 1945, l’Italia era quindi ancora in guerra, quando il governo Bonomi varò una legge per il voto anche femminile, ma fu poi meglio definita con il decreto legge De Gasperi-Togliatti: a tal proposito è opportuno ricordare che la compagna di Palmiro Togliatti fu Nilde Iotti, staffetta partigiana e donna impegnata in prima persona anche nella lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne, ed in questo senso, quindi, una delle ultime suffragette, il movimento femminile che dall’inizio del secolo si batté per l’estensione del suffragio universale a tutte le donne.
Era la distinzione tra elettorato attivo (la possibilità cioè di eleggere e quindi votare) ed elettorato passivo (la possibilità di essere elette) ad esser stata in un primo tempo piuttosto fumosa, e solo con il decreto n. 74 datato 10 marzo 1946 le donne possono anche essere elette (se hanno più di 25 anni): con l’approvazione della Costituzione Italiana (art. 56 e 58) il suffragio universale fu aperto a tutti i cittadini maggiorenni per le votazioni alla Camera dei Deputati e a tutti i cittadini con età superiore ai 25 anni per il Senato.
Varie erano state le eccezioni al voto esclusivamente maschile, ma solo estemporanee e mai definitivamente e universalmente statuite per legge: primo Stato ad introdurre il diritto alle donne di votare fu la Nuova Zelanda nel 1893. Precedentemente si possono registrare almeno due occasioni ufficiali in cui poterono accedere al voto: la cosiddetta Epoca della libertà svedese, tra il 1718 ed il 1772 (in forma molto ristretta) e nella Repubblica di Corsica tra il 1755 e il 1769. La Gran Bretagna introdusse il suffragio universale nel 1918 (solo per le donne over 30) e nel 1928 venne tolto il limite. Negli Stati Uniti, con limitazioni di censo e alfabetizzazione, invece si iniziò nel 1920.
Novelio Santoro