Giornata della Memoria 2016: non dimentichiamo. MAI!

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz rivelando al mondo l’immane tragedia della Shoah, dramma dell’umana follia che i nazisti cercavano di nascondere. In occasione della diciassettesima GIORNATA DELLA MEMORIA (per ricordare la Shoah, lo stermino degli ebrei da parte dei nazisti, si fa memoria del 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz rivelando al mondo quest’immane tragedia che i folli nazisti cercavano di nascondere), menzioniamo un episodio riguardante Alfred Hitchcock, che fu incaricato dagli Alleati di montare un documentario che illustrasse il tentativo dello stomachevole “genocidio di massa” perpetrato dallo squilibrio mentale di Hitler.

Il regista britannico lavorò sul materiale girato nei lager di Auschwitz e Dachau da truppe inglesi e sovietiche e dal collaboratore e amico Sidney Bernstein. Quelle immagini (di cui Hitchcock curò montaggio e direttive generali per conto della autorità militari britanniche) scioccarono il maestro dell’orrore che fu costretto ad allontanarsi dal progetto per una settimana. L’orrore mostrato man mano che si svelava agli occhi degli stessi soldati alleati che entravano, sconvolti, nei lager nazisti: un vero e proprio documentario-verità, in presa diretta.

Per quel filmato sulla liberazione dei campi di sterminio Alfred Hitchcock vestì i panni dell’inviato di guerra per conto delle autorità militari britanniche. Scene fortissime, di orrore e dolore, ma anche piene di empatia e umanità. Interviste a sopravvissuti, militari, testimoni, a metà tra documentario e straordinario cinema dal timbro neorealista.

Quel filmato, però, un cortometraggio di circa 50 minuti di bianco e nero e intitolato «Memory of the camps», non fu mai distribuito perché quando era pronto, lo fu in lieve ritardo pochi mesi dopo mentre invece sarebbe dovuto uscire subito dopo la liberazione dell’Europa dal nazismo, non era più considerato utile dagli Alleati, che considerarono controproducente continuare a presentare quell’orrore davanti agli occhi dei tedeschi mentre gli sforzi erano tutti concentrati a favore del processo di ricostruzione postbellico e probabilmente già si cominciava a pensare ad un futuro assetto europeo e a favorire la riappacificazione.

Risultato: il documentario venne dimenticato per più di 60 anni e solo da poco, anche se ci fu una parziale pubblicazione negli anni Ottanta, è stato riscoperto grazie all’Imperial War Museum di Londra e restaurato secondo le moderne tecnologi.

Anche altri registi (John Ford, John Houston e Frank Capra)  furono impegnati a mostrare le immagini della Seconda Guerra Mondiale: grandi del cinema che raccontarono il conflitto col realismo del cronista di strada. Documentari in prima linea, dallo sbarco in Sicilia a quello in Normandia, passando per Cassino, Roma città aperta, la liberazione di Parigi e la capitolazione tedesca, ma, siamo certi, mai della stessa crudezza di quel documentario.

* in foto: Berlino, Memoriale della Shoah

 

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