Nelle grandi intese muore la politica Carinolese. Sotto le macerie della “Città Futura” giacciono inermi i Partiti Politici crollati sotto il peso di personalismi e di consolidate posizioni di potere. Perché?
Perché Carinola è e deve rimanere serva di due soli padroni: Pasquale Di Biasio e Massimo Grimaldi!
Così è stato in passato, dove i due apparenti avversari hanno costruito la loro forza elettorale sulla contrapposizione modello Guelfi e Ghibellini, facendo astutamente intendere che tra di loro vi fossero odio e dissapori personali, vero antagonismo elettorale ed indiscussa lotta politica; da esperti amanti hanno poi continuato a mantenere rapporti di facciata con i loro partner naturali, “chi a destra, chi a sinistra”, e in un fittizio contrasto hanno ininterrottamente co-gestito la sempre più povera ed esasperata comunità Carinolese. Così sarà in futuro, perché i due strateghi togliendosi la maschera, quella maschera non più funzionale ai loro interessi, hanno deciso di unirsi in pubblico e vergognoso sodalizio.
A celebrare il rito nuziale troviamo il nostro povero Sindaco che, con un’Amministrazione da elettrocardiogramma piatto, talmente spaccata da rendergli difficile perfino la celebrazione dei Consigli Comunali, cerca di salvare il salvabile notificando ai novelli sposi che al Comune non troveranno alcuna dote (chissà chi se l’è presa… ), ed esortandoli a mettere in campo la loro collaudata esperienza al fine di evitare l’imminente catastrofe.
Da ambo i lati una folta schiera di testimoni, ai quali, però, è data la sola possibilità di stare zitti o al massimo di annuire: è ovvio che i disobbedienti si sarebbero macchiati del reato di lesa maestà!
Dal “volemose bene” delle larghe intese sbocciano, quindi, “i fiori d’arancio” per i non più giovani sposini che salutando i cittadini Carinolesi con un grande buffet propinano loro il menu tipico della migliore tradizione politica locale: pensiamo a tutto noi, basta chiedere, siete tutti garantiti! Il tutto nella totale convinzione di poter pilotare il Popolo in ogni sua scelta. Unica variante: al posto dei confetti enormi pillole analgesiche.
Quali effetti sortiranno queste solenni nozze per il territorio Carinolese?
Quale conseguenza avrà lo sprigionamento di calore provocato dai baci e dagli abbracci dei “due podestà” Carinolesi oltre a quello dello scioglimento della sottilissima lastra di ghiaccio che strumentalmente li divideva?
Quale sarà il destino di Carinola nella prossima primavera?
Camminando in questa triste direzione penso che la Primavera a Carinola farà da scenario ad un gran fiorire di crisantemi annunciatori dell’ennesimo funerale amministrativo e addobbo floreale da mettere ai piedi della già pronta lapide dedicata alla politica Carinolese.
Se questo è veramente il senso di marcia intrapreso penso che anche il sottoscritto comincerà a ragionare in senso “INVERSO” e penso che mio compito, insieme alle persone con le quali condividerò idee, valori e progetti, sarà quello di richiamare gli infedeli alle loro famiglie di origine invitandoli a ricollocarsi nelle loro antiche posizioni riconsiderando scelte e alleanze, il tutto al precipuo fine di non disorientare ulteriormente i cittadini, smettendola di parlare in politichese, evitando ogni metafora e ogni fuorviante discorso.
Questo è, a parere di chi scrive, l’unico percorso praticabile per ricostruire Carinola dalle sue macerie e per riabilitare la sua classe politica che fino ad oggi è riuscita esclusivamente a scollarsi dal proprio elettorato.
Solo così potranno evitarsi programmi elettorali preconfezionati, solo così potremo scongiurare progetti condivisi al solo fine di giustificare le più disomogenee alleanze, solo così riusciremo ad evitare l’atteggiamento di quegli Amministratori abituati a fare Opposizione sul marciapiede e Maggioranza in Comune. Solamente il ritorno ad una politica ancorata al territorio e vicina alla gente che lo vive, può far sbocciare una nuova Primavera a Carinola perché solo così si può progettare in maniera adeguata il rilancio della nostra comunità.
Ps – I riferimenti a fatti e persone realmente esistenti NON SONO puramente casuali!
Luigi Maria Verrengia
2 thoughts on “Larghe intese: fiori d’arancio e crisantemi”
un vecchio proverbio recita ” fate quel che dico e non quel che faccio”, siete tutti come recita un passo del vangelo “tombe belle di fuori ma marce dentro” politici dilettanti “TUTTI”
Diciamo che con le larghe intese finisce la partita che stavi giocando con franco. Siete fatti fuori tutti e due.