In Brunei è stato vietato il Natale: “Cinque anni a chi festeggia”: la decisione del sultano per “proteggere le tradizioni musulmane”. Carcere quindi per chi accende candele, indossa croci o manda auguri: ecco quanto previsto dalla nuova norma introdotta dal sultano del Brunei, Hassanal Bolkiah, che ha deciso di rendere illegali i festeggiamenti natalizi. L’obiettivo, ha spiegato il ministero degli Affari religiosi dello Stato sull’isola del Borneo, è quello di evitare «danni alla credenze della comunità musulmana».
Dopo aver reintrodotto la sharia (legge coranica che prevede anche flagellazione e lapidazione), il sultano del Brunei, ex protettorato inglese con il 65% di musulmani, a gennaio aveva annunciato che avrebbe preso provvedimenti sui festeggiamenti natalizi, e puntualmente così ha fatto, come riporta il Daily Telegraph, e il 25 dicembre i cittadini non potranno neanche mandare auguri o montare decorazioni, cantare canzoni religiose o addirittura, inviare auguri saranno fermamente puniti stando alle ha decisioni del ricchissimo sultano, perché «sono contro la fede islamica».
Una decisione che trova l’appoggio di alcuni influenti Imam locali secondo cui ogni celebrazione non collegata all’Islam avrebbe potuto “condurre all’imitazione e a danni alla fede dei musulmani”. I non musulmani però potranno festeggiare ma solo all’interno della propria comunità e dopo aver avvisato le autorità e aver spiegato cosa intendano fare.
Evidentemente in Brunei non arrivano i giornali italiani che fino a poche settimane fa hanno speso fiumi d’inchiostro per commentare la decisione di quel Preside (l’oblio del nome è l’unica cosa che merita) dell’istituto lombardo di Rozzano che ha posticipato a gennaio i festeggiamenti del tanto vituperato Natale cristiano – tra cui il Presepe – solo perché molti alunni sarebbero stati esclusi dai festeggiamenti perché musulmani. Motivazione addotta per giustificare questa sciagurata fuga dal Natale nel cuore della cristianissima Europa? “Il rispetto delle diversità”!
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