E’ quella per la Chiesa dell’Annunziata di Carinola che era andata perduta per colpa dell’incuria. Una Chiesa poco conosciuta di cui molti ignorano addirittura l’esistenza, poco studiata anche dagli esperti. Eppure una Chiesa bellissima, importante per la storia dell’arte, suggestiva ed affascinante per l’intreccio tra fede e storia che la caratterizza.
Premettiamo che la breve ricostruzione storica che segue, è frutto di nostre personali ricerche, di acquisizioni di evidenze dalle principali fonti aragonesi e francescane nonché di logiche deduzioni storiche perché la conoscenza dei beni artistici non può prescindere da esse.
Mettiamo subito un punto fermo sulla fondazione della Chiesa che è certa. Essa fu fatta costruire dalla dinastia Angioina fra il 1315 e il 1340 per volere della regina Sancia di Maiorca e del re Roberto I d’Angiò detto il Saggio.
Sancia di Maiorca è fondamentale per la bella Chiesa dell’Annunziata di Carinola come bella è la sua storia personale. Sancia era stata formata dai francescani, era fortemente devota a S. Francesco e a S. Chiara, aveva una sola aspirazione, quella di entrare in convento nell’ordine delle Clarisse. Non le fu possibile, dovette infatti anche su pressioni del Papa, sposare nel 1304 il re Roberto I d’Angio’ e adattarsi a fare la regina di Napoli. Sancia non diede alcun erede a Roberto d’Angio’ probabilmente per un voto di castità che aveva fatto prima di sposarlo. La devozione a S. Francesco e a S. Chiara era tale per cui Sancia convinse il re Roberto a realizzare tante chiese e tanti monasteri da affidare ai Frati Minori e alla Clarisse. A Napoli, fra i tanti edifici di culto, diedero vita al famoso monastero di S. Chiara.
Sancia e Roberto d’ Angio’ erano persuasi che la fede senza le opere concrete servisse a poco, per cui a fianco delle chiese, facevano costruire strutture con finalità sociali che potevano essere un brefotrofio come avvenne per l’Annunziata di Napoli o molto spesso un ospedale. In tale contesto storico, furono quindi edificate nella prima metà del trecento in tutto il Regno di Napoli per volontà di Sancia e Roberto molte Chiese dell’Annunziata o dell’Ave Gratia Plena.
Nel mese di giugno del 1313 Roberto d’Angiò fa delle donazioni alla pia moglie Sancia tra cui anche il nostro territorio.
A Carinola Sancia resta affascinata dal Convento di S. Francesco di Casanova per cui vuole che la erigenda Chiesa dell’Annunziata sia quanto più possibile simile a quella del Convento di Casanova e questo spiega perché le due Chiese sono molto simili stilisticamente ed architettonicamente. La Chiesa dell’Annunziata di Carinola nasce dunque come una chiesa francescana, perché devoti all’ordine francescano erano i suoi committenti.
Rispetto ad altre chiese dell’Ave Gratia Plena che in quel periodo vengono erette nel Regno, quella di Carinola, assume la dimensione di una vera e propria cittadella monastica che ingloba il vicino ospizio- convento della Maddalena dov’erano destinate le giovani donne che avevano avuto dei problemi molte delle quali poi si ravvedevano e prendevano i voti. Poco distante, separate dal ruscello, la Chiesa e l’Ospedale, di cui rimangono solo le antiche mura diroccate, e l’ingresso posto alla base del campanile, dov’è ancora visibile l’affresco, che secondo Luca Menna ritrarrebbe San Bernardino da Siena che assieme a San Giacomo della Marca si ferma più volte qui a Carinola nella Chiesa dell’ Annunziata nel periodo in cui entrambi fondarono il Santuario della Madonna dei Lattani a Roccamonfina. La presenza di questi due Santi Francescani conferma la natura spirituale prettamente francescana della Chiesa attestata anche dal “cingolo francescano” dipinto al fianco dei vari soggetti degli affreschi in particolare nella Madonne con Bambino.
La presenza poi dell’Ospedale spiega anche la nascita della nostra Confraternita, che è tra le più antiche della Diocesi in quanto costituita tra la fine del 1300 inizio 1400 con la finalità di prestare, in uno spirito di cristiana carità, assistenza agli ammalati.
La Chiesa dell’Annunziata di Carinola assume rilievo nella storia dell’arte, perché era stata fatta completamente affrescare lungo tutte le pareti e nelle 4 cappelle laterali chiuse. Gli Angioini privilegiavano l’elemento pittorico rispetto a quello architettonico per cui fecero confluire a Napoli i migliori pittori dell’epoca, fra i quali Pietro Cavallini, Simone Martini e soprattutto Giotto che crearono delle botteghe e fecero scuola. E la bellezza dei frammenti e degli affreschi ancora esistenti nell’Annunziata di Carinola, dimostra che a Carinola operarono le migliori maestranze pittoriche dell’epoca.
Siamo convinti che al di là del significato delle iscrizioni e delle epigrafi che rimandano al mistero dell’Annunciazione, in due degli affreschi ancora esistenti celati nella parte concava della cappella della Annunciazione, siano probabilmente raffigurati proprio i committenti della Chiesa vale a dire Sancia di Maiorca e Roberto I d’Angiò. Dopo la morte di Roberto d’Angiò Sancia di Maiorca prende i voti e con il nome di Suor Chiara della Croce entra nel Convento della Clarisse di S. Croce a Napoli dove muore. Sarà successivamente tumulata nel famoso monastero di S. Chiara.
Nella nostra ricostruzione storica della Chiesa, dobbiamo ora fare un passo in avanti di un secolo. Dopo gli Angioini arrivano gli Aragonesi e con essi Carinola, nella seconda metà del 1400 conosce il suo massimo splendore e la sua massima importanza compresa la nostra Chiesa dell’Annunziata teatro di un evento straordinario. A Carinola Alfonso I il Magnanimo fa costruire il palazzo per la sua amata figlia Eleonora d’Aragona che il 3 maggio del 1444 sposa Marino Marzano. A Carinola il re Alfonso passa quindi molto del suo tempo per l’affetto che nutriva per la figlia. Ad Alfonso il Magnanimo nella guida del Regno subentra il figlio Ferrante d’Aragona. Ferrante è legato da un rapporto di odio amore per la sorellastra Eleonora, deve tenere a bada il cognato Marino Marzano che congiura contro di lui, deve rapportarsi con il suo segretario tesoriere Antonello Petrucci per cui pure Ferrante è spesso a Carinola nel Castello di cui purtroppo oggi rimangono solo i resti. E a Carinola Ferrante d’Aragona si trova appunto verso la metà del mese di novembre del 1475. Nel corso di una battuta di caccia contrae un’infezione che gli procura una febbre violenta che nel giro di pochi giorni lo debilita progressivamente. A nulla valgono le erbe medicamentose del suo medico personale. La situazione si aggrava giorno dopo giorno. Il re Ferrante d’ Aragona, l’uomo più potente del Regno e forse d’ Italia versa in fin di vita qui a Carinola nel suo castello. Vengono allertati tutti i dignitari di Corte e l’erede al trono Alfonso I che si precipitano qui a Carinola. La situazione è talmente grave che si decide di chiamare San Giacomo della Marca che in carrozzella da Napoli viene portato a Carinola dove alcuni anni prima era già stato con San Bernardino. Il re Ferrante è morente nel Castello di Carinola e i dignitari di Corte implorano San Giacomo della Marca di ottenerne la guarigione.
San Giacomo della Marca «come arriva in città i passi subito porta al tempio vicino ed innalza le sue preghiere in favore del re».
E’ proprio questo ultimo passaggio che, in base alle nostre ricerche, ci consente oggi di chiarire il miracolo storico compiuto qui a Carinola da San Giacomo della Marca. Egli dunque si porta tempestivo nel “tempio vicino” al Palazzo del re e poiché il palazzo del Re dove si trovava tutta la Corte non può che essere il Castello di Carinola, ne consegue che il tempio vicino non può che essere la nostra Chiesa della Annunziata dove San Giacomo della Marca con San Bernardino aveva del resto più volte sostato e pregato.
E’ dunque nella Chiesa dell’ Annunziata come attestato da Giovanni Battista Petrucci, che San Giacomo della Marca verso la fine del mese di novembre del 1475 inizia a pregare per salvare il re Ferrante.
La situazione di Ferrante volge inesorabilmente al peggio, il re è quasi morto, i dignitari di Corte ritornano da San Giacomo della Marca immerso nelle sue preghiere e con le lacrime al volto lo supplicano di strappare Ferrante d’Aragona alla morte. San Giacomo della Marca sorride ed esorta ad avere fede, consegna ai dignitari di Corte il suo rosario di “pietruzze” invitandoli ad appoggiarlo sul corpo del re Ferrante. Detto fatto e a questo punto Ferrante d’Aragona si alza improvvisamente e chiede di mangiare. Il miracolo è compiuto e tutte le campane di Carinola suonano a festa in segno di giubilo per l’ottenuta salvezza del re Ferrante d’ Aragona. Subito dopo San Giacomo ha un colloquio nel Castello di Carinola con il re Ferrante nel corso del quale, conoscendo il suo animo bellicoso, lo esorta alla pace.
Dopo alcuni giorni, verso la metà del mese di dicembre del 1475 rimesso e rinfrancato Ferrante lascia Carinola per tornare a Napoli. Il periodo degli eventi descritti – novembre metà dicembre – lascia ipotizzare che San Giacomo della Marca abbia ottenuto il miracolo nella nostra Chiesa dell’Annunziata proprio nel periodo in cui alcuni secoli dopo verrà istituita la S. Novena alla Immacolata.
A distanza di un anno dal suo miracolo, il 28 novembre del 1476 S. Giacomo della Marca morirà a Napoli.
Ferrante avendo già dimenticato l’esortazione alla pace di San Giacomo affila invece le sue armi e si appresta a massacrare i suoi baroni coinvolti nella famosa “congiura dei baroni” tra i quali Antonello Petrucci e i suoi figli, tranne Giovanni Battista Petrucci che è un religioso devoto di San Giacomo e grazie al quale abbiamo potuto ricostruire il miracolo di cui abbiamo parlato.
La Chiesa dell’Annunziata pur perdendo nel corso dei secoli Università e l’Ospedale, conserverà una potestà laica fino ai giorni nostri ed il Rettore con ben 6 sacerdoti che si alternano nelle messe quotidiane fino alla prima metà del secolo scorso. Uno degli ultimi Rettori è stato un bravo sacerdote di Falciano del Massico don Michele Santoro, morto nel 1935 all’età di soli 25 anni lasciando un ricordo indelebile nella memoria dei nostri nonni.
Questa per il momento la ricostruzione storica di questa straordinaria Chiesa dove da secoli i Carinolesi onorano la loro Regina Celeste, l’Immacolata Concezione, con una Novena impregnata di misticismo, la Messa dell’aurora dell’8 dicembre seguita dalla processione della bellissima statua dell’Immacolata, sicuramente fatta costruire nei secoli scorsi dai migliori artigiani di Napoli, adornata dell’“oro della Madonna” vale a dire dei preziosi ex voto offerti alla Madonna nel corso dei secoli per le tante grazie ricevute che da quest’ anno sarà possibile rivedere.
Antonio Corribolo, Vice Priore Confraternita dell’Immacolata