Giorni fa fotografando la fontana che a breve, ripulita e restaurata, tornerà in piazza Monumento, ci è tornata alla mente un’usanza casalese che per noi aveva i contorni sfumati ed era reale poco più di un sogno. Pensavamo: ma in questo preciso posto non vi era ambientata un tempo una Sagra, una vera e propria distribuzione gratuita di panini e prosciutto che adesso ovviamente non si fa più?
Abbiamo fatto qualche domanda, ci siamo rivolti a qualcuno dotato di più memoria storica di noi e ci siamo imbattuti in chi quelle sagre le organizzava per un fine diverso e ben più conosciuto da noi casalesi: la Festa d’Agosto di cui la Sagra del Panino al prosciutto era solo un corollario! Logicamente a distanza di quarant’anni i ricordi potrebbero essere non totalmente fedeli e la nostra ricostruzione potrebbe risultare non completa: ovviamente ogni contributo mnemonico sarebbe bene accetto.
La Festa d’Agosto nei primi dieci anni di vita consisteva in una serie di celebrazioni liturgiche che mantenevano il ricordo dell’Incoronazione della Madonna delle Grazie avvenuta il 7 agosto 1960 Quindi prevedendo solo un calendario religioso erano delle edizioni minimaliste, forse la VERA RICORRENZA LITURGICA per quella che è pur sempre una commemorazione sacra. Tutto ciò fino al 1971 quando un sostanzioso gruppo di compaesani (Salvatore Bianchini, Amerigo Corea, Emilio Corea, Antimo Marrese, Antonio “Totonnu” Musella, Salvatore D’Amore, Luigi Anfora, e chissà quanti altri con cui ci scusiamo per averne omesso il nome ma di cui ci piacerebbe sapere) decise di organizzare anche una festa laica.
Questo gruppo agì spinto dall’impulso del dottor Armando Trabucco che mosso dall’amore verso il proprio paese e animato dalla voglia di festeggiare la sua elezione a Consigliere Provinciale di Caserta (1970), volle impegnarsi in prima persona nell’organizzazione della parte laica della Festa d’Agosto. Varie squadre si divisero il territorio casalese chiedendo dei mini-contributi, nell’ordine delle 200-300 lire, almeno una volta a settimana promuovendo così una sorta di rateizzazione dell’offerta, ma una donazione reale e non virtuale visto che si versava al momento e non si segnava per una riscossione futura: i circa 2850 casalesi dell’epoca partecipavano entusiasticamente e i risultati erano realmente concreti visto che furono scritturati cantanti di grido come Iva Zanicchi, all’epoca promessa della musica leggera italiana in fase ascendente e, nel 1974, Lara Saint Paul, nome d’arte di Silvana Areggasc Savorelli cantante italo-eritrea all’epoca molto quotata, che però per varie ragioni non arrivò in orario a Casale e il suo concerto saltò senza preavviso alcuno con logica delusione degli spettatori.
Ma torniamo alla Sagra del Panino al Prosciutto. Dunque… per questa Sagra, che purtroppo ebbe una breve durata (1971-1977), la data canonica era il pomeriggio del 6 agosto quando cioè alla cappella veniva celebrato il vespro per la solennità del giorno successivo. Dai “masti di festa” posizionati sopra quei gradini, una volta recintati e chiusi con un cancelletto, venivano distribuiti al popolo centinaia di panini quasi come si fa con le buste di lupini a San Paolo. La preparazione era piuttosto complessa: grazie a Luigi Anfora, casalese DOC per anni residente a Latina, la Commissione acquistava una ventina di prosciutti che venivano poi affettati con la collaborazione di tutti i macellai casalesi; i panini venivano poi imbottiti e preparati dalla gente di Casale che così contribuiva anche fattivamente alla riuscita della Sagra. Insomma un bell’esempio di collaborazione popolare che per certi versi ricorda quella che caratterizza la Festa della Vendemmia, anche se bisogna dire che per quest’ultima nei primi anni tale slancio popolare era molto più accentuato.
Come detto dopo pochi anni si pose fine a questa Sagra, la Festa d’Agosto subì un nuovo ridimensionamento fino al principio degli anni ’80 quando l’avvocato Luigi Verrengia, altro compianto casalese DOC, non diede il “la” per l’istituzione di nuove Commissioni.
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