La storia dell’Infiorata di Casanova di Carinola è semplice e bella, come le persone che l’hanno ideata. Semplice perché è nata in silenzio e in umiltà; bella perché tutte le cose semplici sono belle. Facendo una riflessione più profonda sulla nostra Infiorata, potrei dire che essa è un cammino di fede, tanto per rimanere nella spiritualità a cui essa appartiene. Un vero cammino di fede ha bisogno di tempo per arrivare alla piena maturazione e consapevolezza: sbagliando, dubitando, speculando, a volte anche rinnegando, fino ad arrivare all’affermazione della propria fede.
Ecco, l’Infiorata ha percorso queste tappe.
Nacque circa 32 anni fa, nel 1983, quando gli amici di via Grangelsa (Antonio, Adolfo, Lucia, Antonietta e Gianni, Gaetano e Pia, Giovanni, Raffaella, Maria, Antonetta, Sandra, Maria Luigia) decisero che per onorare la Madonna, che passava per due giorni consecutivi per la loro strada, fosse bello fare qualcosa di diverso dalla solita aspersione di mirto e fiori, gettati a casaccio sulla strada. Non fecero molto quell’anno: raccolsero solo tanti fiori dai giardini dei compaesani e ne fecero tanti mazzetti che appesero ai muri delle case, giusto per addobbare la strada.
L’anno dopo capirono che si poteva fare meglio. Via Grangelsa non veniva addobbata con luminarie, però quell’anno Sandra ottenne dai maestri di festa di far piazzare almeno i pali lungo la strada; loro avrebbero fatto il resto. Intorno ai pali furono avvolti tanti rami d’edera che si allungavano sul palo stesso e sul filo metallico di sostegno a formare degli archi.
L’anno successivo si decise che forse si poteva fare qualche disegno per terra e riempirlo con i fiori. Ma come farlo? Si pensò alla posa del caffè per delineare visibilmente i disegni. Ci si mise d’accordo con i baristi del paese i quali, qualche mese prima di maggio, cominciarono a mettere da parte gli scarti del caffè. E nacquero i primi disegni fatti a mano libera, con gli scarti del caffè: imperfetti, tremolanti, incerti, ma si cominciava a vedere un primo abbozzo di tappeto floreale.
Poi, all’improvviso, si ebbe l’idea vincente. E se invece di fare tutto a mano libera si ricorresse a degli stampi? Le linee sarebbero state più definite e decise e si poteva camminare lungo gli ottocento metri di strada con più velocità.
E così si iniziò a preparare gli stampi, lunghi circa due metri, disegnandovi sopra il motivo che si voleva fare per poi ritagliarlo in maniera che sulla strada vi rimanesse la traccia, fatta sempre di caffè. L’idea fu ottima. Il tappeto floreale prendeva forma con velocità ed era più facile intervenire. Ogni tanti metri si realizzava un disegno, usando non solo fiori, ma tutto ciò che la natura poteva offrire in quel periodo dell’anno. I risultati cominciarono a vedersi: il tappeto floreale cominciava ad assumere un aspetto più gradevole alla vista e di anno in anno si migliorava.
I nostri amici, desiderosi di imparare sempre più, andavano ad Itri nel giorno del Corpus Domini, dove si realizza un’Infiorata davvero molto bella e dove potevano carpire qualche segreto per meglio realizzare la propria. Qualcuno si spinse anche a Spello, in Umbria, dove si realizza un’altra bellissima Infiorata, sempre per il Corpus Domini. Queste esperienze furono molto positive e si riuscì a migliorare notevolmente.
Nel 1998 ricevettero un invito a recarsi negli Stati Uniti, ad Ocean City, nel New Jersey, per partecipare ad un importante festival, dove rappresentarono una parte della cultura italiana ed ebbero molto successo, tanto che furono richiamati ancora un paio di volte.
L’Infiorata è dunque cresciuta grazie a queste persone che per essa lavorano tutto l’anno, progettando disegni, preparando stampi, raccogliendo a maggio tutto il materiale che le nostre montagne possono offrire e tante rose dai giardini di generosi compaesani. Oggi tanti giovani offrono il loro aiuto per la realizzazione dell’Infiorata durante la notte del sabato della festa e molti di loro preparano i propri bellissimi disegni da realizzare; questa è senz’altro una vittoria di chi ha fatto in modo che l’Infiorata diventasse una bellissima tradizione.
Nel corso degli anni, l’Infiorata ha perso persone speciali: Pia, Adolfo e ultimamente Antonio, ma non per questo bisogna arrendersi. Anzi, è proprio per loro che bisogna continuare a far crescere e conservare ciò che loro hanno fatto nascere con tanta passione e dedizione.
cdl
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One thought on “Alle origini dell’Infiorata di Casanova”
è una cosa bella ,artistica e da apprezzare.
Bisogna sicuramente continuarla se non altro per onorare i suoi ideatori.
Donato Iannotta