Ogni anno si recita il De Profundis per la festa del lavoro casalese per eccellenza. Ogni anno vediamo che manca qualcosa rispetto ai primi anni, edizioni in cui in cui lo spirito della Festa della Vendemmia (quello metaforico, non quello del vino degustato) era molto più sentito di adesso. Ogni anno aumentano mugugni e lamentele da parte di semplici spettatori e anche ne giungono dall’interno del Comitato stesso; ma ogni anno però, dopo aver fatto i conti con la realtà, ci si accorge che questa Festa racchiude in se stessa semi che in potenza potrebbero assicurarle un radioso futuro negli anni a venire.
Sarà forse che noi casalesi siamo fondamentalmente degli incontentabili e non solo non facciamo niente di niente per collaborare, ma stiamo sempre lì col fucile puntato in attesa degli esecrabili e imperdonabili errori altrui?
Come al solito la verità sta nel mezzo: è pur vero che ormai dopo 16 edizioni qualcuno potrebbe essere scocciato dalle solite facce, ma nel contempo ci si deve render conto che se quelle facce non ci mettono la… faccia, difficilmente qualcosa si fa! È pur vero che si potrebbe pensare ad uno spettacolo sostanzialmente ripetitivo, ma è innegabile che nonostante gli anni passino, nelle giovani generazioni rimane inalterata la voglia di sognare, di giocare, di divertirsi, di applaudire: ecco, se i bambini applaudono all’indirizzo della Festa della Vendemmia, e quando un bambino fa qualcosa vuol dire che è vera non essendo capaci di fingere, vuol dire che qualcosa di buono questa Festa la sta facendo, e non si tratta soltanto dei giochini gonfiabili di ieri. Si critichi quanto si vuole, ci si stracci addirittura le vesti, ma questa Festa DEVE continuare ad esistere! Non a vivacchiare, né a sopravvivere, ma deve obbligatoriamente portare avanti una Festa dedicata a uno degli elementi fondanti su cui è nata Casale: la coltivazione della vite, della vigna, del vino! per esempio questa festa non può essere monca della parte più legata alla coltivazione della vigna, i Vignai appunto, uno dei due nuclei più antichi di Casale: non si può prescindere da quella parte storica del nostro paese…
Ma torniamo a ieri: ci si aspettava poca gente, dopo il non certo esaltante prologo del sabato, tutti si aspettavano una sorta di editio minor, ma così non è stato. la gente c’era, eccome se c’era, non come qualche anno fa ma c’era! E quelli che non c’erano avrebbero voluto esserci, stando almeno a giudicare dal tono di un commento giunto sulla nostra pagina Facebook…
Ma raga fate delle cose bellissime devo venire a visitare il vostro paese!
… e postato sotto una foto di uno degli artisti di strada che ieri girava tra la gente a Casale.
Di fronte a tali manifestazioni d’affetto che vengono da fuori, è giusto affossare qualcosa nata “dal popolo, per il popolo”? In fin dei conti l’ingrediente principale che manca a questa Festa, che poi sarebbe un vero ritorno al passato, è la partecipazione del popolo!
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PS – Abbiamo ricevuto da Antonio Cerbarano il cortese invito a visitare questo link per vedere alcuni suoi video su questa Festa, invito che raccogliamo e che volentieri vi riproponiamo:
foto e video festa della vendemmia
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9 thoughts on “10, 100, 1000 Festa della Vendemmia!”
grazie grazie e ancora grazie per tutti quelli che s’impegnano per questa festa comitato e non chi non lavora taccia…. per sempre!!! e se stesse a la casa
Alla faccia delle cassandre e alla salute nostra.
come morì Cassandra?
grazie grazie grazie e basta
Questta festa non deve morire!!! È la cosa più bella di casale e deve vivere sempre!! Quest’anno ci ha lasciato tutti un po’ a desiderare, davvero non c’era quasi nulla, o meglio, le cose più importanti (caldarroste, apertura delle cantine e mostre, niente palco e nessuno che cantava, niente balli, e tanto altro..) . Se andremo avanti così come sarà questa festa? É normale che la gente parli… Vi invito a ricordare la VERA festa di 4-5 edizioni fa!
quale festa e quale paese non aveva le cantine aperte.. e niente balli dove sei stato?
ROSICA è stata un successo, iscriviti al passero
Grazie grande festa grande partecipazione, è stata un successo.
LE CHIACCHIERE STANNO A ZERO
Fossi nei panni del Comitato non userei toni così trionfalistici.
La Festa non dev’essere persa, l’uva oltre che una tradizione è stato un elemento fondante del nostro paese, ma non illudiamoci che TUTTO vada bene così.
Nel post non vedo solo e soltanto positività: sono l’unico a pensare che non tutto sia rose e fiori?