Durante il primo Consiglio Regionale della Campania della X legislatura sono venuto a conoscenza della vertenza che da pochi giorni vede impegnati 160 lavoratori della Hp di Pozzuoli. Una loro delegazione, infatti, ha effettuato un sit-in sotto
il palazzo del Consiglio Regionale della Campania, per far si che noi, neo-eletti consiglieri regionali, conoscessimo il dramma che le loro famiglie stanno vivendo in questo momento.
Ovviamente non potevo restare indifferente alla notizia della presenza dei dipendenti della nota multinazionale che mai mi sarei aspettato potesse trovarsi in difficoltà.
Ho avuto modo di intrattenermi con alcuni di loro che mi hanno rappresentato, purtroppo, una scena a cui noi campani siamo purtroppo abituati. Un’azienda tutto sommato solida, anche se risente come tutti della crisi che ha colpito l’economia mondiale, che si disimpegna dalla nostra Regione dopo averne succhiato la linfa vitale.
Lo stabilimento che oggi si trova a Pozzuoli nasce nel 1990 a Caserta, dove ha visto il massimo livello occupazionale nell’anno duemila con circa 450 professionisti dello sviluppo software.
Con il successivo trasferimento a POZZUOLI e l’acquisizione da parte di HP, il numero di occupati si è assestato intorno alle 300 unità, assottigliandosi continuamente, per i continui piani di esodo che HP ha bandito negli anni, portando il numero attuale di addetti a 161 unità.
La sede di Pozzuoli – lamentano i dipendenti – è considerata solo un punto sulla cartina geografica, ed il management Italiano di HP, dalla lontana Lombardia e/o dalla più vicina capitale, ha deciso di svendere, umiliando, un incredibile potenziale che volutamente è stato depotenziato negli anni, con scellerate scelte di decentramento del lavoro fino alla lontana India.
Martedì 7 luglio 2015 l’HP ha decretato la dismissione del sito stabilendo che dei 161 addetti, 31 saranno trasferiti presso la sede di Roma, e 130 addetti saranno ceduti nella maniera più becera possibile – attraverso la cessione individuale – ad una azienda partner della HP la MATICMIND che ha un’organico di circa 190 addetti sull’intero territorio nazionale con una sede a Napoli di soli 17 addetti.
La cessione individuale è in realtà uno strumento tutt’altro che adeguato a rispettare la grossa professionalità di questi tecnici con elevate competenze informatiche, maturate in circa 25 anni di attività. Hp si è infatti guardata bene dal dichiarare quale sia l’alternativa alla rinuncia al “passaggio volontario” nell’azienda partner.
Non è possibile che un’azienda di queste dimensioni, che attinge a piene mani nelle commesse pubbliche, possa impoverire il territorio della nostra Regione.
Per queste ragioni dichiaro la mia solidarietà ai lavoratori Hp e garantisco il mio impegno fattivo perché questa solidarietà sia caratterizzata da iniziative concrete a sostegno della loro vertenza.
Giovanni Zannini, Consigliere Regionale