Consorzio Idrico di Terra di Lavoro: Pasquale Di Biasio è di nuovo presidente. Accolto dal Tar il ricorso dell’ex-Sindaco di Carinola contro la convocazione dell’assemblea che l’8 maggio elesse l’avvocato pignatarese Piergiorgio Mazzuoccolo alla presidenza e Franco Cervo, Pietro Casella, Andrea De Filippo e Francesco Piccirillo nel CdA.
Ormai non abbiamo più parole per definire quella che è a tutti gli effetti una Storia Infinita. Un dato però è certo: dopo le note vicende dell’improvvisa convocazione dell’Assemblea del CITL da parte dell’ex-Presidente provinciale casertano Domenico Zinzi; dopo tutte le polemiche derivanti dall’aperta opposizione di Pasquale Di Biasio, nocelletese, ex Sindaco di Carinola e Presidente del CdA dell’Idrico scaduto da tre anni perché in carica dal 2006; dopo l’elezione alla presidenza dell’avvocato pignaterese Pier Giorgio Mazzuoccolo nell’assemblea del 30 aprile scorso; dopo questa decisione del tribunale amministrativo in seguito all’annunciato ricorso da parte del quasi defenestrato Pasquale Di Biasio;
È TUTTO SBAGLIATO. È TUTTO DA RIFARE!
Il TAR ha rimesso al proprio posto il consiglio d’amministrazione rinviando alla Provincia il compito di riconvocare l’assemblea e di eleggere il consiglio d’amministrazione. Un terremoto politico bello e buono quello di ieri dal momento che molte cose sono cambiate in termini di assetti, con le elezioni provinciali e regionali, tanto è vero che si ha netta l’impressione che il vero vincitore di quest’assurda vicenda sia stato l’ex-Presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi che ordinò l’improvvisa sostituzione di Di Biasio per una spudorata manovra elettoralistica a favore del figlio Gianpiero, candidato alle Regionali da cui è uscito trionfatore risultando, con oltre 19.000 preferenze, il più votato della Provincia, e che ormai, visto raggiunto il suo scopo, difficilmente si preoccuperà della sorte del CdA presieduto da Mazzuoccolo da lui fatto eleggere, Mazzuoccolo che molto probabilmente è stato usato a fini personali, pardon, a fini elettorali.
Sia ben chiaro, Di Biasio andava sostituito essendo in regime di prorogatio da oltre tre anni, ma come spesso succede in politica la tempistica adottata fa sorgere più di qualche semplice sospetto.