Troppe leggi + Burocrazia = Corruzione

È di ieri la notizia dell’ultima evoluzione di Mafia Capitale, l’inchiesta che dalla fine dello scorso anno occupa i  titoli di tutti i telegiornali e che ha fatto scorrere fiumi d’inchiostro, facendoci fare ancora una volta i conti con la triste situazione sociale in cui viviamo: sei arresti da parte della Guardia di Finanza per appalti truccati, tra le gare nel mirino anche quella relativa al restauro dell’aula Giulio Cesare del Campidoglio (foto), dove si riunisce il Consiglio comunale.

Istintivamente la nostra mente è andata allo scorso 15 dicembre all’indomani della presentazione ufficiale della candidatura dell’Italia per i Giochi Olimpici del 2024. Ebbene in quell’occasione parlammo della classifica di Transparency International sulla corruzione da cui emergeva un dato sconsolante per l’Italia è il paese più corrotto d’Europa. Certo, si dirà, la classifica risentiva anche di questo scandalo, allora agli esordi: e invece no, i dati erano aggiornati alla fine di novembre, quando ancora di “Mafia Capitale” erano a conoscenza solo gli inquirenti, quindi, se possibile la percezione che il nostro Paese dà di sé all’estero è oltremodo peggiorata.

L’accostamento non era campato in aria visto che un’Olimpiade significa progettazioni, gare d’appalto, imprese, realizzazioni, e quindi… TANGENTI!

E non finisce qui, secondo il Corruption Perception Index 2014 di Transparency International il nostro Paese è al 69esimo posto nel mondo, stabile rispetto all’anno scorso, ma in ogni caso il dato è allarmante: l’Italia è il fanalino di coda dei paesi del G7 e, come ultima in Europa, insieme a Grecia e Bulgaria (che però rispetto al 2013 migliorano la loro posizione in classifica).  Se poi le rilevazioni fossero state effettuate dopo la maxi operazione “Mafia Capitale”…

L’Italia è sorpassata da Sud Africa e dal Kuwait (in 67esima posizione), e seguita da Montenegro e dall’isola africana di Sao Tomé (76esima). Nel G20 si colloca in una posizione inferiore a tutte le nazioni europee, sorpassata com’era prevedibile da Usa e Canada, ma anche da Arabia Saudita e Turchia. Agli estremi opposti della classifica troviamo da una parte Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia (gli Stati più virtuosi), e dall’altra Sudan, Corea del Nord e Somalia (le nazioni più corrotte al mondo).

Basti pensare che in Danimarca, che come abbiamo visto è il Paese che capeggia questa classifica ed è quindi il meno corrotto o il più onesto al mondo, il capo dell’Authority Anti-Corruzione è un perfetto sconosciuto, solo per curiosità diciamo che il suo nome è Knut Gotfredsen, mentre il suo omologo italiano Raffaele Cantone è probabilmente il magistrato più famoso del Paese.

Perché diciamo questo? Forse perché intendiamo continuare a piangerci addosso ed evitare di reagire dando per scontato che ormai è inutile, tanto saremo sempre costretti a vivacchiare in tal modo, stretti tra gli asfissianti viluppi della corruttela? Assolutamente no! Anzi abbiamo voglia di reagire, anzi abbiamo il dovere di reagire, abbiamo voglia di respirare, non vogliamo per niente rassegnarci a quella tremenda statistica che dice che per ogni 100 euro spesi dalla Pubblica Amministrazione se ne devono per forza di cosa considerare 140 proprio per la dilagante corruzione ad ogni livello della macchina pubblica italiana: da questa minuscola, infinitesimale tribuna, ci permettiamo di ricordare al presidente del Consiglio che è vero, come diceva lui al momento della presentazione della candidatura italiana lui, che «Ci aspetta un anno di grande lavoro» e tutti faremo il tifo che questo riesca nel migliore dei modi, però, affinché si evitino gli scandali passati, affinché possiamo dire che finalmente Tangentopoli è finita, tocca al potere politico sfoltire quella burocrazia in cui il malaffare sguazza, in cui prosperano gli imbroglioni; deve rendersi conto che uno Stato per funzionare ha bisogno di poche leggi, ha bisogno di essere snello, duttile.

Il contrario non lo favorisce, anzi. Non è un caso se Tacito diceva «Corruptissima re publica plurimae leges» (moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto).

Non lo si vuol fare? D’accordo, ma poi non lamentiamoci se l’Italia nella classifica Doing Business 2014 che misura l’appeal, la capacità di richiamo che ogni Paese ha verso gli investitori stranieri, l’Italia occupa solo il 65esimo posto dopo essere da anni ben più indietro. Sfoltiamo le leggi, snelliamo la burocrazia, rivediamo l’assegnazione degli appalti. Già gli appalti, cominciamo da loro anche da quelli più piccoli: gli appalti sono assegnati secondo la cervellotica procedura del “massimo ribasso”: d’accordo un ente deve risparmiare, però questa dicitura (se non andiamo errati la formula carinolese equivalente è “in economia”) sembra essere un invito ad usare materiali scadenti, a trascurare ogni benché minimo criterio di sicurezza.

È con questo spirito che ci apprestiamo a proporci per l’organizzazione delle Olimpiadi 2024?

Due anni fa (ormai quasi tre) il presidente del Consiglio Mario Monti negò l’appoggio del Governo a tale candidatura: noi siamo con Matteo Renzi, preferiamo guardare avanti, ma Renzi deve rendersi conto che la boscaglia burocratica in cui prosperano i malfattori, che simili a vermi che sguazzano in quel torbido da cui traggono alimento, è incompatibile con un Paese moderno, bisogna sfoltirla, anzi occorre farne tabula rasa se vogliamo, e di certo lo vogliamo, che aberrazioni come “Mafia Capitale” non abbiano più a ripetersi!

 

—–   

Novelio Santoro

 

Lascia un commento