La Carboneria in Terra di Lavoro

Dopo la sconfitta della Repubblica Napoletana i patrioti di Terra di Lavoro si riorganizzarono tramite la Carboneria in raccordo con i patrioti delle vicine province di Salerno e Avellino, ove la Carboneria aveva buone basi, prima dei moti del 1820- 21, precisamente dal 1817.

Ad essa aderirono professionisti, ecclesiastici, studenti, artigiani, militari. In relazione al numero degli ecclesiastici, secondo la ricerca dello storico Rosolino Chillemi di Capua- Clero e Carboneria a Capua e Caserta nelle carte del Principe di Pianosa -, nella sola diocesi di Capua il numero degli ecclesiastici aderenti alla Carboneria annoverava ben 220 persone.

Quindi, prima dei moti insurrezionali del 1820-21, la Carboneria di Terra di Lavoro era ben attiva per tutta la provincia, in particolare nelle città di Capua, Aversa, Santa Maria e Nola.

Ricordiamo che il nome “Carboneria” derivava dal fatto che i settari dell’organizzazione avevano tratto il loro simbolismo ed i loro rituali dal mestiere dei carbonai, ovvero coloro che preparavano il carbone e lo vendevano al minuto.

L’organizzazione, di tipo gerarchico, era molto rigida: i nuclei locali, detti “baracche”, erano inseriti in agglomerati più grandi, detti “vendite”. A tal riguardo un documento della Biblioteca del Museo Campano ci fornisce le vendite in varie aree provincia di Terra di Lavoro, di cui otto a Capua: I Trionfatori ai Bastioni di Santa Caterina, I seguaci di Pitagora al Bastione S. Carlo, I felici Campani al Bastione di s. Amalia, La Formia al Bastione Aragona, La Campania Riunita al Bastione del Conte, I seguaci di Marte al Bastione Olivarez, La Casilina al Bastione dello Sperone, La Perfezione.

A Santa Maria ritroviamo sei vendite: Marte filantropo, I figli di Catone, I liberi Campani, Gli Amici della concordia, La Perfetta Unione, Orazio al Ponte.

A Caserta erano presenti cinque vendite: La Virtù e la Vigilanza, I difensori della Libertà, Gli Spartani alle Termopoli, La vera Costanza, Il Giuramento terribile, a cui bisogna aggiungere una a Caserta Vecchia “Vincere o morire”.

Ad Aversa erano dislocate quattro vendite: I veri Liberali, La Vigilanza nelle Foreste, I Figli di Taburno, I Veri figli di Marte.

A Frignano erano presenti i Figli di Ceuma, Gli amici della Patria, il Delubro di Marte.

Tutte le altre sono dislocate in centri minori: due a Grazzanise (Gli Israeliti liberati, Gli Imitatori di Attilio Regolo), due a Giano (I Veri figli della Costanza, I Veri figli di un padre), due a S. Nicola la Strada (I Veri figli della beneficenza, I figli di Stige), due a Maddaloni (Scipione Africano, Catone in Ustica), due a Marcianise (La Nuova Alleanza, Gli amici dell’Indipendenza), due a Casal di Principe (I nemici dell’ambizione, La Selva Nera).

Segue una vendita carbonara in ciascuno dei seguenti paesi: Cancello (La Perfetta Unione), Arnone (la Scuola d’onore), Pignataro (La Virtù trionfante), Pastorano (Gli abitatori di Montemarano), Camigliano (I difensori della Patria), Sparanise (La Torrefiorita), Calvi (I Figli di Temistocle), Curti (I Figli di Apollo), San Prisco (Gli eroi della libertà), Casanova ( I veri figli dell’onore), Casapulla (L’antica galassia sui Monti Tifatini), a Valle (Muzio Scevola), Cervino (I figli del Coraggio), Formicola (La Felicità riconosciuta), Schiavi (I costanti della persecuzione ), Latina (I seguaci di Catone), Succivo (Minerva e Morte ), Teverola (la Minerva), San Marcellino (La Virtù insorta), Lusciano (I valorosi Meli), Parete (I difensori della Religione), Recale (Marte Filantropo), Limatola (I compagni di Muzio Scevola), Melizzano (I Liberi Telesini), Sant’Agata dei Goti (I seguaci della Minerva), Teano (I persecutori del Vizio), Vairano (I figli dell’indipendenza e della libertà), Pietramelara (I figli di Sparta), Pietravairano (I forti inespugnabili), Riardo (I forti campioni, Solopaca (I difensori della rigenerazione).

L’ultima delle vendite carbonare non riporta alcun titolo , ma è indicato il Gran Maestro Orabona Luigi di Aversa.

La documentazione d’archivio consente di integrare tale elenco con le vendite diffuse nei territori di Nola, Gaeta e Sora, che in quegli anni facevano parte di Terra di Lavoro.
E’ il libro dei carbonari inquisiti dalla polizia nel Distretto di Gaeta che ci permette di aggiungere altre 18 vendite carbonare in tale territorio: Carinola (Foro Claudio), Casale di Carinola (Grotte Silvana),
Francolise (Iacopo Hortis) Sant’Andrea del Pizzone (I Veri figli della Gloria), Mondragone (Gaudio Faudio), Itra (Antica Mamurra), Gaeta (I figli di Lucio Atratino), Castellone (I Figli dell’Antica Formia), Pastena ( Gli antichi Volsci), Roccaguglielma (Gli eroi di Guglielmo), San Pietro in Curolis (Il distruttore dei tiranni), Fratte (La Nuova Ausonia), Coreno (I riformatori dell’Antico Casale e Gli amici della Costanza), Traetto (I Minturnesi redivivi), Santi Cosma e Damiano (La filiale obbedienza), Spigno (La Libertà, rivendicata dall’ardore di Spigno), Castelforte (Acquaviva).

Nel distretto di Nola abbiamo informazioni concernenti i nomi delle vendite carbonare delle seguenti cittadine:

Avella (I seguaci di Scipione e il Mentore), Acerra (Gli Spartani delle Termopili e i Figli di Sparta), Airola (I Sanniti Vincitori), Arpaia (I seguaci di Ponzio), Baiano (Campani rigenerati), Cicciano (Amici del Clanio), Carbonara (I Figli della verità lunga dell’ambizione), Lauro (Corona d’allori), Nola (I Seguaci di Marcello), Roccarainola (Il Gaudo Illuminato), Saviano (I seguaci della Verità), San Felice (I seguaci di Bruto Secondo), Santa Maria a Vico (I seguaci di Muzio Scevola), Visciano (I figli di Prometeo) e Palma ( I seguaci di Astrea).
Per il Sorano i documenti ci indicano non il nome delle vendite, ma forniscono l’elenco degli aderenti alla Carboneria, di cui il numero più consistente è ravvisabile nei seguenti comuni: Avito, Vicalvi, Settefrati, Arce, Fontana, Colle San Magno, Arpino, Schiavi, Santo Padre, Atina, Picinisco, Cervaro, Vallerotonda, San Vittore, Mignano, San Germano, Sant’Angelo, Terelle, Aquino, Villa Santa Lucia, Sora, Isola, Castelluccio, Brocco, Pescosolido.

Ciascuna vendita era generalmente formata da non meno di dieci – quindici carbonari, a volte venti- trenta.
Si può, quindi, comprendere come fossero vivi gli ideali risorgimentali con tanti patrioti pronti a partecipare ai grandi avvenimenti che porteranno alla richiesta della costituzione nel 1848.

 

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Angelo Martino

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