I volti nuovi/Intervista a Igor Prata

Per le nostre interviste ai candidati locali alle Elezioni Regionali del prossimo 31 maggio, proseguiamo con Igor Prata, di Falciano del Massico stavolta, altro giovane che è alla sua prima candidatura regionale pur non essendo un neofita della politica.

 

casaledicarinola.net – È da anni che leggiamo i comunicati stampa del gruppo di opposizione del Comune di Falciano del Massico, gruppo di cui lei fa parte, quindi anche se di un altro Comune è praticamente nostro conterraneo ma ci dica altro di lei.

 

Igor Prata – Sono nato 29 anni fa a Winterthur in Svizzera, dove mio padre, emigrante, lavorava da operaio metalmeccanico. Mia madre, che raggiunse mio padre dopo che si conobbero in Italia in uno dei brevi periodi di ferie dalla fabbrica, tornò a Falciano nel 1991 con me e mia sorella Natascia, che all’epoca aveva 8 anni. Mio padre invece rimase in Svizzera altri 6 anni (preferì tuttavia che i suoi figli crescessero e studiassero in Italia) per aspettare l’età pensionabile che però, causa la riforma Dini, arrivò molto più tardi. La mia famiglia iniziò quindi una seconda stagione lavorativa in agricoltura qui a Falciano. Sono diplomato e non ho ancora terminato gli studi universitari mentre Natascia è laureata in Conservazione dei Beni Culturali e, sempre per lavoro, vive attualmente a Firenze.

Ho lavorato sempre, da quando avevo 16 anni, in agricoltura e nei servizi ristorativi, ma dal 2010, dopo un periodo di volontariato, ho cominciato a prestare attività in CGIL, ed in particolar modo nelle sedi di Sessa, Falciano, Mondragone e Carinola nonchè a Caserta presso la Sede Provinciale della Federazione Lavoratori dell’Agroindustria ( FLAI CGIL ).

Sono membro di molti circoli territoriali ARCI ma il mio impegno civile nell’associazionismo si consuma anche nella partecipazione alle attività di molte organizzazioni territoriali di volontariato. Per anni con il circolo Arci Peppino Impastato di Falciano del Massico abbiamo costruito su tutto il territorio iniziative culturali e sportive. Sono, inoltre, membro dell’ASD Sport Carinola.

Ho iniziato la mia attività politica a 15 anni, iscrivendomi prima alla Sinistra Giovanile e l’anno successivo ai Democratici di Sinistra. Sono attualmente responsabile provinciale Enti Locali di Sinistra Ecologia e Libertà e Consigliere Comunale di opposizione a Falciano del Massico.

Suppongo che la scelta di intervistarmi, operata dalla redazione di casaledicarinola.net, sia dovuta alla percezione diffusa di considerarmi un Carinolese aggiunto agli altri due candidati residenti a Nocelleto. Sono onorato e condivido. Mia madre è originaria di Casanova, io vivo Carinola allo stesso modo con cui vivo Falciano. Credo di essere un cittadino del territorio.

 

– Quanto la sua esperienza lavorativa ha influenzato e influenzerà la sua azione politica?

 

– Penso che, a una domanda così, ci si aspetterebbe da me (che lavoro in Cgil da anni ) la risposta più ovvia: il sindacato mi fornisce la straordinaria esperienza personale di stare a strettissimo e continuo contatto con migliaia di persone, e questo rapporto diretto mi ha reso via via più capace di ascoltare, interpretare e tradurre in soluzioni i bisogni di ognuno e delle categorie, capacità che ho trasferito nella mia attività politica. Beh, questo è certamente vero.

Ma sindacato e politica hanno un altro comune denominatore: vi si rappresentano interessi e istanze di parte. Fare sindacato e fare politica vuol dire, ad un tempo, “prendere parte” e saper “prendere le parti”. “Parte” è un termine molto bello, perchè tutti hanno diritto a prendere parte e ognuno ha diritto ad avere qualcun altro che stia dalla sua, di parte. Il contrario di “parte” è esclusione. Gli esclusi sono proprio coloro che non hanno parte, a cui viene negato il diritto di “partecipare”. La libertà è, come cantava Gaber, “partecipazione”. Chi non partecipa volontariamente si autoesclude, chi non può partecipare è un emarginato, un costretto. Ecco, con il sindacato e poi con la politica ho imparato a “partecipare” in tutte le accezioni, sia intransitive che transitive, in primis quella di fornire una parte, e anche una parte di me, a chi parte non ha.

Nel sindacato sto al fianco dei lavoratori. In politica la platea di coloro che rappresento è più ampia, e vi è la necessità di contemplare più esigenze, spesso convergenti, spesso no. Ma anche in questo caso: solo chi sa essere di parte sa rispettarle e interpretarle tutte, le parti.

Per leggere l’intera intervista scarica il .pdf

 

 

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