Stiamo arrivando ai limiti del ridicolo! È possibile mai che nel Paese di Dante si dia più importanza alla lingua di Shakespeare? Eppure è così, non stiamo inventando nulla: dopo il malvezzo vecchio di anni di chi pensando di essere più apprezzato (o più cool) abbandona la nostra bellissima lingua per esercitarsi in pericolosi salti mortali che aumentano solo il provincialismo di chi si illude di far meglio, fa specie, anzi fa inorridire, il recentissimo caso del bando di concorso per l’ammissione all’Accademia Navale (Marina Militare Italiana) che recitava «Be cool and join the navy» (più o meno «Sii fico, arruolati!»), inglese perfetto quindi, ma che fa accapponare la pelle se si pensa che è scritto su un manifesto dell’esercito, cioè di una delle massime espressioni dell’italianità e che per definizione dovrebbe difendere l’integrità del nostro Paese.
Peggio sarebbe difficile fare, però ci ha provato il comune di Roma che pochi giorni fa ha emesso un bando di selezione in cui il Sindaco di Roma Capitale ha avviato una procedura per la selezione di una rosa di candidati cui viene richiesta, “un’ottima conoscenza della lingua inglese e una conoscenza dell’italiano”… capito? Come a dire che dell’Italiano si può pure fare a meno essendone sufficiente solo un’infarinatura, ma guai a non essere sciolti e fluenti con la parlata anglofona. È il colmo!
Non vogliamo certo che si arrivi alle grottesche esagerazioni del regime Fascista che imponeva addirittura il cambio del Cognome per quelli che potevano sembrare non perfettamente italiani (su ordine del Minculpop, il Ministero della cultura popolare, Renato Rascel fu costretto a cambiare il nome in Renato Rascele e Wanda Osiris in Wanda Osiri), o al parossismo proprio della difesa del francese da parte dei nostri cugini d’Oltralpe i quali pur di non adottare un termine tennistico mondializzato dall’uso tennis come tie-break si spingono ad usare un ridicolo jeu decisif oppure in luogo dell’altrettanto mondial-informatico mouse, un francesissimo souris.
Istituzionalizzare però la difesa della nostra lingua sarebbe una cosa giustissima: senza arrivare alle cretinerie della Lega che vorrebbe addirittura l’insegnamento dei dialetti nelle scuole (naturalmente quelli del ceppo Padano).
Ci uniformiamo pertanto all’accorato grido di dolore del prof. Francesco Sabatini (foto), presidente emerito dell’Accademia della Crusca, che si rivolge direttamente al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini affinché si adoperi per un deciso rafforzamento della Lingua Italiana, ma non a parole, bensì attraverso una decisa sterzata nella programmazione scolastica che è la sede deputata alla formazione di una corretta cultura grammaticale (è brutto dirlo ma gran parte di questi burocrati che si rifugiano nell’inglese sono essenzialmente degli ignoranti delle più basilari norme grammaticali italiane).
Tutto ciò nella speranza che un giorno questa sorta di relativismo dominante non induca a cambiare i nomi delle città della nostra bella Italia negli anglofoni Rome, Milan, Turin, Venice o Naples!
Povera lingua ITALIANA, ti stiamo mortificando!
Novelio Santoro
3 thoughts on “Povera lingua ITALIANA, ti stiamo mortificando! ”
La lingua italiana è ricca di sfumature,vasta,antica,espansiva. Mi accorgo spesso di come venga usata con difficoltà,anche dagli studenti e persino da personalità “in vista”. Non dobbiamo dimenticarla.
QUANDO E’ TROPPO E’ TROPPO!!!!!
CON LA LINGUA ITALIANA STIAMO MORTIFICANDO E SVENDENDO ANCHE LA NOSTRA DIGNITA E L’ORGOGLIO DI ESSERE I-T-A-L-I-A-N-I. COME SIAMO CADUTI IN BASSO!!!
DONATO IANNOTTA’
E’ proprio vero: la lingua italiana negli ultimi decenni si è impoverita, imbastardita e purtroppo la scuola, che dovrebbe difenderla, fa ben poco per risollevarla!! Anche la TV ha un’influenza in gran parte negativa…