25 aprile 1945: l’alba della democrazia!

Gli eventi che hanno portato alla Festa della Liberazione del 25 aprile sono così ricchi e così forieri di cambiamenti che tuttora influiscono sul nostro status di uomini liberi, da aver meritato l’impiego di fiumi e fiumi d’inchiostro che i più eminenti storici hanno speso per sviscerare al meglio quelli che, senza ombra di dubbi, possiamo definire i tempi della gestazione della nostra democrazia, che sarebbe oltremodo difficile sintetizzarli al meglio senza omettere particolari decisivi. Cionondimeno ci si proverà affidandosi ad uno schematismo necessario ma comunque, crediamo, abbastanza efficace.

Dopo i bombardamenti su Napoli e Roma del 19 e 20 luglio 1943 e lo sbarco in Sicilia da parte degli Alleati anglo-americani, si accelera la crisi politica e militare del regime fascista e crolla l’autorità di Mussolini, che il 25 luglio viene messo in minoranza dal Gran Consiglio del Fascismo ed è immediatamente arrestato per ordine del Re. La guida del governo viene assunta dal maresciallo Pietro Badoglio che, con il consenso della Monarchia, apre trattative di armistizio con gli alleati.

Reparti britannici varcano lo stretto di Messina e sbarcano a Reggio Calabria, il 10 settembre. Intanto iI 3 settembre a Cassibile, il governo Badoglio firmava l’armistizio con gli Alleati, che ottengono la resa incondizionata dell’Italia; l’annuncio viene dato l’8 settembre e provoca un’ondata di caos in tutto il paese: l’esercito si sbanda e migliaia di soldati cercano affannosamente di fare ritorno a casa. I tedeschi occupano prontamente i punti nevralgici della penisola e si assicurano il controllo delle industrie e delle comunicazioni.

I rappresentanti di tutte le correnti anti-fasciste danno vita, il 9 settembre, al Comitato di liberazione nazionale (CLN). Badoglio ed il Re il 9-10 settembre abbandonano Roma e si rifugiano a Brindisi, sotto la protezione degli Alleati: contemporaneamente questi sbarcano nei pressi di Salerno e iniziano una lenta avanzata nella penisola in direzione di Roma.

II 10 ottobre entrano in Napoli, già liberata da una coraggiosa insurrezione popolare, e nel corso dell’Inverno, di fronte alla tenace resistenza tedesca, si attestano lungo una linea fortificata, “Linea Gustav”, che corre immediatamente a sud di Cassino. Mussolini, prigioniero sul Gran Sasso, viene liberato, il 12 settembre, da paracadutisti tedeschi e proclama la sua intenzione di continuare la guerra al fianco di costoro e costituisce il Partito Fascista Repubblicano. Episodi di resistenza ai Nazisti da parte di truppe italiane si segnalano a Roma e in tante altre parti d’Italia e soprattutto a Corfù e Cefalonia, dove le guarnigioni italiane sono sterminate.

Il 23 settembre Mussolini annuncia la costituzione della Repubblica Sociale Italiana di Salo, che collabora coi Nazisti, fornendo anche materiale umano per la partecipazione alla guerra (e allo sviluppo dell’industria bellica, esempio furono i rastrellamenti di cui vittima tutto il carinolese il 23 settembre) contro il legittimo governo italiano e contro gli Alleati.

Il governo Badoglio, il 13 ottobre, dichiara guerra alla Germania e ottiene dagli alleati il titolo di co-belligerante. In ottobre-novembre si costituiscono, nei territori occupati dai tedeschi, le prime formazioni partigiane, che raccolgono principalmente comunisti, socialisti, gruppi di Giustizia e Libertà ed ex ufficiali fedeli alla monarchia.

II 22 gennaio del 1944 truppe alleate sbarcano ad Anzio, nei pressi di Roma e tentano di dirigersi sulla capitale. In febbraio la Sicilia, la Sardegna e le zone liberate dell’Italia meridionale, vengono restituite alla giurisdizione del governo italiano, affiancato da una Commissione di controllo alleata, cui spetta anche il coordinamento delle azioni militari.

Nelle città dell’Italia settentrionale tra l’1 e il 9 marzo scoppia lo sciopero generale, a lungo preparato dalle organizzazioni clandestine della resistenza, che blocca la produzione delle principali industrie. II governo sovietico, seguito poco dopo da tutti i governi alleati, riconosce il 13 marzo il governo Badoglio. Palmiro Togliatti afferma a Salerno l’opportunità di rinviare alla fine della guerra la questione istituzionale (monarchia o repubblica), per formare un governo di unità nazionale che verrà effettivamente costituito il 21 aprile sotto la presidenza di Badoglio.

Il 23 marzo, 33 soldati tedeschi sono uccisi a Roma in un’azione di guerriglia partigiana in via Rasella. Hitler in persona ordina una feroce ritorsione nel corso della quale 335 ostaggi sono massacrati nelle cave delle Fosse Ardeatine. Con la conquista della fortezza di Cassino (maggio) si conclude una forte offensiva lanciata dagli alleati a partire dal 15 marzo. Con la distruzione della famosa abbazia benedettina, i tedeschi sono costretti a ritirarsi più a nord, sulla cosiddetta “Linea Gotica” che corre lungo l’Appennino tosco-emiliano, aprendo cosi alle forze alleate la via verso Roma, occupata il 4 giugno. Il giorno seguente il re Vittorio Emanuele III trasferisce i poteri al principe Umberto di Savoia; il maresciallo Badoglio si dimette e viene sostituito da Ivanoe Bonomi.

II 22 agosto proseguendo la loro avanzata verso nord, gli alleati occupano Firenze dopo aspri combattimenti cui partecipano le formazioni partigiane. Il fronte si attesta quindi lungo l’Appennino tosco-emiliano e rimane sostanzialmente stabile per tutto l’inverno 1944-45. Alla fine dell’anno il comandante delle forze alleate in Italia, Alexander, inviterà i partigiani a smobilitare in attesa dell’ormai prossima sconfitta dei nazi-fascisti: emanato con la chiara volontà di evitare che il movimento di resistenza, che si allarga a sempre più vaste masse popolari, assuma un carattere dichiaratamente politico, il proclama resterà però largamente disatteso. In dicembre il governo Bonomi riconoscerà il Comitato di Liberazione Nazionale Alta-Italia (CLNAI) come proprio rappresentante nelle zone occupate dai Nazisti; dal canto suo il CLNAI accetterà di essere subordinato al comando supremo dell’esercito.

E veniamo infine al fatidico 1945: in aprile gli anglo-americani sfondano la Linea Gotica e avanzano verso il Po, occupando, il 21, Bologna. L’insurrezione contro i nazisti assume un’estensione popolare in seguito all’appello del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia che lancia l’ordine di insurrezione generale il 25 aprile del 1945, mentre le truppe alleate dilagano nella pianura padana e le formazioni partigiane scendono dalle montagne e liberano le principali città dell’Italia settentrionale. Le truppe alleate completano l’occupazione e il 28, Mussolini, dopo essere stato catturato dai partigiani a Dongo, mentre cercava di fuggire in Svizzera a bordo di un camion tedesco, viene ucciso a Giulino di Mezzegra.

I corpi di Mussolini, di Claretta Petacci e di altri esponenti della Repubblica Sociale Italiana, portati a Milano la sera stessa, vennero esposti in piazzale Loreto, luogo dal forte significato di rivalsa contro il Nazi-fascismo poiché il 10 agosto 1944 erano stati lì fucilati e lasciati esposti al pubblico quindici partigiani Sappisti (appartenenti cioè alle SAP, Squadre di azione patriottica, uno dei tanti gruppi di combattimento partigiano della Resistenza italiana).

Il 29 aprile le forze tedesche in Italia si arrendono incondizionatamente. Era l’alba della democrazia: dopo la notte del fascismo il sole della libertà cominciò a rischiarare l’Italia.

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24.4.2013

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