La ricorrenza del 25 aprile, Festa della Liberazione e fine ufficiale della Resistenza 1943-’45, serba memoria della liberazione ad opera dei Partigiani delle città di Genova, Milano e Torino dall’occupazione nazifascista, episodio che pose fine all’occupazione tedesca in Italia. Questa ricorrenza ci dà lo spunto per ricordare un episodio, o meglio una serie di eventi, che caratterizzarono parte dell’Italia Centrale, del Nord, ma anche del Sud: la nascita delle Repubbliche partigiane.
Dopo la sconfitta tedesca a Cassino e la liberazione di Roma da parte delle truppe alleate, il 4 giugno 1944, crebbe l’entusiasmo e la speranza di un’imminente resa nazifascista contribuì ad alimentare l’illusione popolare. In un’Italia ormai allo sbando il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia lanciò un appello per dare alle zone liberate vere e proprie forme di governo amministrativo. La determinazione delle milizie partigiane e il coraggio della popolazione civile, resero quindi possibile la creazione di un’amministrazione autonoma nel bel mezzo dei territori ancora parzialmente controllati dalle truppe di occupazione tedesche, proprio nelle retrovie della Linea Gotica, la linea difensiva della Wehrmacht che attestava il fronte nell’Italia settentrionale attraversando la penisola da Massa Carrara a Pesaro.
A macchia di leopardo nacquero esperienze diverse: tali progetti, che prevedevano la costituzione di strutture amministrative e programmi economici e sociali concreti, ampliavano le precedenti esperienze spontanee della Repubblica di Maschito, nel Vulture in Basilicata, della Repubblica del Corniolo, sull’Appennino forlivese, e delle altre cosiddette “piccole repubbliche” che, create nella primavera 1944, avevano subito in luglio e agosto i duri rastrellamenti tedeschi. La Repubblica di Montefiorino, tra le province di Modena e Reggio Emilia, è uno di questi esperimenti dovuti alla “voglia di democrazia” che serpeggiava strisciante per l’Italia dopo vent’anni di Fascismo: queste erano amministrazioni «in cui siano adeguatamente rappresentate le diverse organizzazioni locali». La risposta tedesca fu spietata: il 18 marzo 1944 nazisti e repubblichini (fascisti della Repubblica dio Salò) compiono nel modenese la strage di Monchio, Susano e Costrignano durante la quale vengono trucidati 136 civili. A pochi chilometri di distanza a Cervarolo nel reggiano vengono uccise 24 persone.
Zeppa di specchiati episodi antifascisti e di efferate vendette naziste è la Resistenza Italiana, anzi cogliamo l’occasione per ricordare che all’alba dell’esistenza del Movimento Partigiano anche la nostra Casale di Carinola fu sottoposta, il 23 settembre 1943, ad un rastrellamento nazista effettuato nella Piazzetta del paese in risposta all’armistizio del governo Badoglio con le forze alleate anglo-americane che stavano risalendo la Penisola. A tal proposito ricordiamo all’Amministrazione Comunale la nostra proposta di cambio della toponomastica della Piazzetta di Casale che adesso, ahinoi, è ancora chiamata “Piazzetta Vescovado”, un nome che forse due secoli fa poteva avere un certo senso, mentre oggi invece meriterebbe di essere chiamata “Piazzetta deportati casalesi” per ricordare quell’episodio. Sappiamo che si sta già compiendo qualche passo amministrativo in tal senso, ma, per il prossimo anno, e quindi in occasione del 70° anniversario di quell’esecrabile avvenimento, è lecito sperare nel completamento dell’iter burocratico per quel 23 settembre?
—–
Novelio Santoro, 24.4.2012
2 thoughts on “25 aprile: le Repubbliche partigiane”
Sempre interessanti i tuoi articoli, densi di cultura!!
MI piacerebbe che questo pezzo fosse letto -e meditato- soprattutto dai giovani. Imparerebbero che migliaia di giovani sacrificarono la loro vita PERCHÉ i loro figli fossero liberi. Abbiamo il dovere di difendere ogni giorno, in ogni nostro atto, questa libertà, perché una vita non ha dignità e bellezza senza la luce della libertà. Bellissima la proposta di chiamare la nostra piazzetta con un nome che ricordi quei generosi uomini – Nicola Aurilio