Lettera aperta inviata ai media casaledicarinola.net e carinola.net e indirizzata all’illustrissimo signor Sindaco di Carinola da parte del disabile Nicola Aurilio.
Domenica 18 dicembre speravo di trascorrere un bel pomeriggio di convivio e cultura a Palazzo Novelli (salvato dall’incuria di tanti, troppi, amministratori, da quel rarissimo esempio di sindaco illuminato e fattivo che fu il mai compianto abbastanza Antonio Matano, e restituito al popolo carinolese), dove si presentava un libro scritto da Antonio Cerbarano, giovane e valido autore della frazione Casale.
La mia attesa è andata delusa perché, con profondo rammarico, ho constatato che l’ascensore per salire al palazzo era ancora fuori uso. Dopo ben sei mesi! Essendo il sottoscritto un disabile che può muoversi soltanto in sedia a rotella non mi è stato possibile, ovviamente, fare le scale.
L’insipienza amministrativa ha negato a me e, potenzialmente, ad altre centinaia di cittadini in eguali condizioni, di godere di qualche ora di svago e di apprendimento. Mi creda, per chi come me è costretto a un tenore di vita assai avaro di gratificazioni, si è trattato dell’ennesima, dolorosa rinuncia. Ma forse noi disabili, checché se ne dica, non abbiamo gli stessi diritti delle persone senza handicap, almeno nel comune di Carinola.
Lei dovrebbe essere “il sindaco di tutti” (mi pare che lo abbia dichiarato nell’insediarsi) e quindi anche di chi non ha la fortuna di potersi muovere agevolmente. Lei, come primo cittadino del comune, dovrebbe tutelare chi vive in condizioni di svantaggio ma, lo dimostrano i fatti, non lo fa, privando le persone meno fortunate di un diritto che, pure se non fosse sancito dalle Leggi dello Stato, lo sarebbe da quelle morali di fratellanza e di solidarietà.
Le auguro sinceramente buone feste e, soprattutto, di non dover mai provare l’amarezza e la frustrazione che ho sentito io, sentendomi escluso davanti a scale che non posso salire.
Nicola Aurilio, cittadino disabile di Carinola
4 thoughts on “Lettera aperta al sindaco di Carinola da Nicola Aurilio”
Tanta solidarietà al carissimo amico Nicola ed alle tante persone che grazie ad una “classe politica” insipiente, incapace ed in tutt’altre faccende affaccendata ha negato loro la libertà di accedere agli uffici e la libertà di circolare per le strade dei nostri paesi.
Un segno distintivo di una politica che nell’ultimo quindicennio, nonostante reiterati e vibrati appelli affinché si riparasse ad una gravissima ed incivile ingiustizia ha sempre pensato ad altro…
La speranza è che si ponga mano, nel più breve tempo possibile, e si provveda a colmare una vera e raccapricciante e grave omissione.
Lorenzo Razzino
caro nicola tu “fortunatamente” sei un disabile fisico che non ti permette di affrontare ostali (scale ho quantaltro) basterebbe abbattere barriere architettoniche ho far funzionare gli ascensori e il problema sarebbe risolto,ma loro hanno un problema molto piu grande del tuo il loro handicap e mentale come tale li non puoi porre nessun rimedio.
La tua disavventura è pure la nostra. Siamo, purtroppo, amministrati da persone che hanno perso il senso della vergogna. Come tu stesso scrivi, non sei riuscito trascorrere un bel pomeriggio di convivio e cultura, ma quante persone, non necessariamente disabili, ma solo anziani, non riesco ad accedere alla casa comunale? Se ti va bene ti fermi nell’atrio.
La cosa assurda è che l’accessibilità si fonda direttamente sulla Costituzione Italiana, Costituzione che oggi, tutti conoscono e che tutti hanno voluto salvaguardare.
Infatti la nostra carta costituzionale sancisce che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando, di fatto, le libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il primo sviluppo della persona umana”.
Dal 1948, data in cui la nostra Costituzione entra in vigore, si passa al 1971, quando la legge numero 118, all’articolo 27, prevede tra le altre cose che:
“in nessun luogo aperto al pubblico può essere vietato l’accesso ai disabili”.
“i nuovi edifici pubblici, e quelli di interesse sociale, devono essere sprovvisti di barriere architettoniche”
“i luoghi dove si svolgono manifestazioni o spettacoli pubblici debbono prevedere e riservare posti per disabili non deambulanti”.
“Gli alloggi di edilizia economica e popolare, posti a pian terreno, vanno assegnati prioritariamente ai disabili non deambulanti, se ne fanno richiesta”.
La stessa legge 118/71, all’articolo 28, prevede anche che “vanno rimossi gli ostacoli negli edifici scolastici, per consentire l’accesso ai ragazzi disabili”.
Infine, pochi anni prima della 13/1989, nel 1986, la legge 41 fa “divieto alle pubbliche amministrazioni di approvare progetti pubblici senza l’eliminazione delle barriere architettoniche”.
ma quale abbattimento delle barriere,
non sanno manco di che si tratta,
qua ci vorrebbe l’abbattimento di quegli
intelligenti che progettano marciapiedi
con lampioni piazzati a BARRIERA , impossibili
anche ai non disabili…mettono la pazziella mmani a li
criaturi e manco si prendono provvedimenti.